31/07/1988 - Omelia XVIII Domenica Ord campeggio femminile

Es 16, 2-4.12-15; Ef 4,17. 20-24; Gv 6,24-35.

Dobbiamo intensamente meditare le parole di Gesù. Ha detto: “Io sono il pane della vita”.

Per noi che lo riceviamo tanto frequentemente è proprio il pane della vita. Quando restiamo svogliati, pigri, indifferenti; quando restiamo senza lo slancio vitale, quello slancio che deve trasformare tutte le nostre azioni e tutta la nostra giornata, è pane di vita, pane di santità, pane che ci conduce trionfalmente alla gloria del Paradiso.

È colpa nostra: la medicina è ottima ma non l’applichiamo a noi, non cerchiamo di entrare nella stessa missione di Gesù.

Cos’ha fatto Gesù? Ha voluto fare la volontà del Padre con perfezione e totalità e ha voluto salvare l’anima nostra. Ecco, impegnarci, impegnarci fino in fondo a fare la sua volontà.

Dice il Salmo: “Cercate il volto del Signore” (Cfr. Sal 27,8). Cercare il volto, cercare quello che gli piace, cercare quello che gradisce, cercare quello che ci porta a una conoscenza profonda di Lui.

Cercarlo, volerlo, amarlo.

Quanto dobbiamo chiedere perdono al Signore ricevendo tanto spesso l’Eucarestia e resistendo a tutti gli assalti della sua misericordia! Il Signore ci vuole rendere come Lui, ci vuol rendere superiori alle cose presenti, umili nell’accettare le cose contrarie.

Il nostro tempo dev’essere santificato nell’Eucarestia, il nostro tempo dev’essere trasformato dall’Eucarestia: dobbiamo pulsare di Eucarestia, vivere di Eucarestia, dobbiamo realizzare insieme la santità nel Corpo Mistico. Il Signore ci chiama a pregare insieme e a riceverlo tutti come il pane della santità, come il pane della carità fraterna, della fraternità universale.

Diciamo quest’oggi di sì al Signore: un sì pieno, un sì generoso, un sì completo, il sì alla sua Eucarestia. “Signore, io voglio che le mie Comunioni siano proprio per me come tu hai detto: «pane di vita», trasformazione di amore, slancio totale e sereno di carità”.