Is 56, 1. 6-7; Rm 11, 13-15. 29-32; Mt 15, 21-28
Ci fermiamo a considerare una grande parola del Signore, una sua parola di ammirazione. Gesù ha ammirato la fede grande e incondizionata di quella donna pagana e Gesù l’addita come esempio, perché tanto spesso il Signore insiste sulla fede, sulla nostra fede, su una fede che passa tutte le cose umane, le sorpassa e s’abbandona totalmente a Dio. “Se aveste tanta fede come un granello di senape, potreste dire a questo monte: Va’ in mare, e la vostra parola si adempirebbe” (Mt 17, 20). “Se aveste!”. Oh, come dobbiamo desiderare la fede! Come la dobbiamo desiderare e volere e chiedere al Signore! È questa fede che troppe volte, mancandoci, ci rende mediocri, ci rende dei cristiani irrisoluti e tiepidi.
Oggi noi veneriamo un santo meraviglioso nella fede: San Rocco. San Rocco ha preso alla lettera le parole del Signore, le ha prese come dette a lui, le ha prese in totalità: “Se uno non lascia suo padre e sua madre, i suoi campi e i suoi beni per seguirmi, non può essere mio discepolo” (Mc 10, 29 – Lc 14, 26). San Rocco lascia tutto, diventa un povero, più che povero, miserabile che vive pellegrinando da un santuario all’altro, raccogliendo l’elemosina di un pezzo di pane buttato là. E così ha tutto il tempo di pregare, ha tutto il tempo di darsi al Signore, ha tutto il tempo per darsi agli altri. E lo vediamo andare dove c’è più bisogno. L’insorgere violento delle malattie, le chiamavano “peste”, è un’attrattiva per lui. Dove tutti fuggono, lui va. Dove tutti temono, lui è presente, perché ha solo Dio davanti ai suoi occhi, ha Dio e in Dio ama e si dona al prossimo. Una fede da gigante che corrisponde a una vita umanamente assurda, umanamente inconcepibile. Disprezzato da tutti, deriso, piagato, infermo. Passa così come una manifestazione di Cristo povero e di Cristo infermo, passa così come una manifestazione di vero amore cristiano San Rocco, che, secondo la tradizione, è passato anche di qui, lungo la via Emilia, per andare al Nord, per ritornare al Sud, per dare a tutti i tesori del suo cuore e della sua carità. Lo teniamo davanti agli occhi, lo teniamo come nostro esempio, di noi che facciamo fatica a fare quel poco che facciamo, che crediamo di essere degni di lode, quando siamo solo degni di compassione, che crediamo di essere così dei veri cristiani e tante volte disonoriamo questo nome.
Noi vogliamo invocarlo S. Rocco con molto cuore, perché ci ottenga dal Signore la sua fede, ci ottenga dal Signore il suo spirito di distacco e di povertà, ci ottenga dal Signore il suo spirito meraviglioso di carità. Così si edifica il Regno di Dio, così si può dare vera testimonianza: nel nome del Signore una vita intera, nel nome del Signore tutta una scelta, nel nome del Signore un amore che ogni giorno si perenna e si accresce. Nel nome del Signore. San Rocco è stato un povero, ma è stato ricchissimo. Ha tradotto la vita del povero Lazzaro della parabola, che raccoglieva le briciole, ma alla sua morte è stato trasportato, secondo le parole del Signore, nel seno di Abramo, cioè nella pace, nella salvezza, nella gioia. San Rocco, protettore della nostra Parrocchia, ci ottenga di essere dei cristiani autentici nella fede e nella carità.
CODICE | 81HFO0133JN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 16/08/1981 |
OCCASIONE | Omelia, XX Domenica Tempo Ordinario - Anno A - Festa di S. Rocco |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La potenza della fede incondizionata - Fede, distacco, carità in San Rocco |
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