22/08/1982 - Omelia XXI Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 22/08/1982
Omelia, XXI Domenica Tempo Ordinario - Anno B

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Gs 24, 1-2. 15-17. 18; Ef 5, 21-32; Gv 6, 60-69

“Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” (Gv 6, 60). Si scandalizzarono, si allontanarono dal Signore; la loro fedeltà fu spezzata, non credettero alla sapienza e all’amore di Gesù.

Oh, come dobbiamo temere anche noi di non essere fedeli, fedeli nel credere, fedeli nell’essere sicuri del suo amore! Perchè anche nella nostra vita non infrequentemente il suo linguaggio, il succedersi degli avvenimenti, quello che ci riserva la Provvidenza sembra un linguaggio duro e allora le anime timide, le anime con poca fede, le anime incerte vacillano e vogliono andare lontano, vogliono cercare un'altra soluzione, vogliono una spiegazione subito. Perché, Signore, fai questo? Perché hai permesso quest’altro? Perché è la parola che risuona soprattutto sul labbro di chi è stato colpito: - Perché? - E il Signore ci risponde e ci dice che i perché ci sono, che i perché sono scritti nell’eterna Sapienza: noi dobbiamo solo avere fiducia e lasciarci condurre da Lui, avere fiducia che il suo amore è più potente di tutto, guida le cose, guida gli avvenimenti, guida la storia. Il suo amore è per noi e ognuno di noi dev’essere ben sicuro di essere l’oggetto magnifico del suo amore. E dico magnifico, perché il Signore ci vuole così bene, che ognuno di noi è grande al suo cospetto, che ognuno di noi vale ai suoi occhi più che l’universo materiale. E Colui, che ha tracciato la strada alle stelle, traccia per ognuno di noi la sua strada e tutto è per il nostro bene. Tutto è grazia.

Spetta a noi esprimere allora questa fedeltà di amore. Oh, come ci dobbiamo lamentare di non essere fedeli! Moltiplichiamo i nostri propositi e poi li rompiamo tutti, come uno rompe un vetro scagliato per terra; li rompiamo tutti e sonnacchiosi e distratti nelle nostre preghiere e assenti nelle nostre Liturgie, noi presentiamo a Lui un animo vuoto di amore, vuoto di perseveranza, vuoto di impegno.

Essere fedeli. Oh, la grande grazia che dobbiamo chiedere: essere fedeli! Fedeli a servirlo, a servirlo sempre, a fare la sua volontà, a unirci a Gesù nel fare la volontà del Padre. Ma troppe volte le nostre parole sono bugiarde e ripetiamo macchinalmente: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra” (Mt 6, 10), ma poi non la facciamo neanche nelle cose più comuni e più facili.

Davanti a Dio questa domenica sia consacrata a una meditazione sul nostro amore, che deve diventare autentico proprio diventando fedele, inserito così non come un dialogo che è perduto nella sua individualità, ma inserito nel dialogo magnifico che si svolge tra la Chiesa e Cristo. E’ quel dialogo di cui parla san Paolo nella seconda Lettura: il dialogo di amore, per cui è detto che Cristo è lo Sposo della Chiesa e tutti insieme dobbiamo sentire questo amore fedele e corrispondere con generosità, con umiltà, con forza.

CODICE 82HNO0133KN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 22/08/1982
OCCASIONE Omelia, XXI Domenica Tempo Ordinario - Anno B
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Fede e fedeltà – Inseriti nell’amore della Chiesa per lo Sposo -
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