21/08/1983 - Omelia XXI Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza, 21/08/1983
Omelia XXI domenica tempo ordinario Anno C

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Lc 13, 22-30

È meravigliosa la bontà del Signore: vuole tutti salvi. Vuole salvi anche i grandi peccatori, perché il Signore è Padre e un Padre infinitamente buono. Dovremmo contemplare molto a lungo questa bontà del Signore, perché la vediamo ogni giorno. C’è chi bestemmia continuamente, chi offende tutte le leggi del Signore, straccia tutte le cose, anche le più sacrosante, e Dio continua a beneficare; continua a beneficare con il suo sole e la sua pioggia, con la sua provvidenza di ogni momento, con i suoi inviti a tornare a Lui.

Quanto è buono il Signore! Ma l’ammonizione che ci dà Gesù è di non abusare di questa bontà. Particolarmente il discorso si volge a quelli che hanno ricevuto luce, si rivolge particolarmente a noi che abbiamo tanta ricchezza di grazia. Non abusare della bontà del Signore, non allontanarci approfittando di quello che Lui continua a elargirci, perché il discorso della salvezza della nostra anima è un discorso che dobbiamo sempre trattare e avere davanti. Le sue parole, “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”, vogliono dire che noi dobbiamo accettare con spirito di fede tutto il Vangelo, non solo una parte del Vangelo, non quello che non disturba i nostri comodi. Dobbiamo accettarlo tutto, accettarlo e viverlo, perché noi cristiani dobbiamo presentare al mondo una testimonianza e un esempio. Quando un cristiano dà cattivo esempio, dà scandalo, è tremendamente responsabile. Un cristiano, proprio perché professa, è posto in alto e tutti l’osservano; e, se avviene ciò che non deve avvenire, è motivo per gli altri di dire: “Ma allora facciamo meglio noi”.

“Sforzatevi di entrare”. Dobbiamo mettere a posto la nostra coscienza ed essere sempre più logici e coerenti, ricordando che, come si semina, così si miete. Le giornate passano via rapidamente, ma questo tempo di semina, porta frutti che possono essere definitivi. Il pensiero di essere noi a sentire quelle parole: “Allontanatevi da me, non so chi siete!” “Ma, Signore, noi siamo stati nella tua Chiesa... Ma, Signore, noi abbiamo professato…” “Allontanatevi da me!”.

Ecco, la nostra responsabilità: essere buoni per la nostra salvezza, essere buoni per la testimonianza agli altri; essere buoni non in qualche maniera, ma in una maniera piena; essere buoni e migliorare sempre noi stessi e correggere i nostri difetti, e vincere le nostre pigrizie, e vincere le nostre passioni, le nostre impazienze, le nostre cattiverie. Vincere noi stessi per il bene nostro e per il bene di tutti. Vincere le nostre passioni per entrare nella vera pace del Signore e per meritarci la sua approvazione.

Cerchiamo la volontà di Dio, tutta la volontà di Dio! Ognuno di noi si chieda se piace al Signore, non se piace a se stesso, non se piace agli altri: se piace al Signore. E sentirà l’intimo della sua coscienza che risponde, sentirà quella parola di amore che il Signore dà a tutti, la parola che dice: “Guarda, sii come me”, perché ogni cristiano deve essere Gesù e ogni cristiano deve rinnovare il suo esempio e la sua testimonianza.

CODICE 83HMO0133KN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 21/08/1983
OCCASIONE Omelia XXI domenica tempo ordinario Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Abuso della grazia
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