Is 66,18-21; Eb 12,5-7. 11-13; Lc 13,22-30.
Il Signore parla della salvezza, della nostra salvezza eterna, e ci avverte: possiamo raggiungerla, ma non la raggiunge il pigro, non la raggiunge colui che non sa farsi violenza.
Ci sono di quelli che, chiamati per primi – chiamati primi per l’abbondanza delle grazie ricevute – saranno ultimi. Bisogna che insistiamo nel proporci una strada che è in salita, per percorrere questa strada, per essere generosi nel corrispondere all’invito del Signore.
Lo sappiamo: ognuno di noi porta il peso del peccato originale, il peso dei peccati personali, compiuti in passato. È come una forza che ci tira in giù, che ci umilia, che ci impedisce la snellezza del cammino.
Se uno non tiene conto di questo peso, scende a compromessi, non c’è lo sforzo e, non essendoci lo sforzo, non c’è la vittoria.
Quanto ce ne dobbiamo preoccupare, soprattutto quando la nostra vita spirituale non cresce, quando i peccati si ripetono con una monotonia esasperante, quando ripetiamo le nostre colpe con indifferenza! Ce ne dobbiamo preoccupare! Vuol dire che non siamo nelle condizioni che domanda il Signore. E se il Signore ci chiamasse a Sé, davanti al suo tribunale, non sapremmo quale scusa prendere!
La vita spirituale è una salita vigorosa: bisogna meritar si il paradiso! Non se lo merita chi vuole le gioie del mondo e le gioie di Dio, chi vuole l’accontentamento delle passioni e pone qualche gesto, qualche rito di devozione. Le nostre forme che sembrano devote non servono. Come dice il profeta, non dobbiamo stracciare i nostri vestiti, ma dobbiamo stracciare il nostro cuore, dobbiamo cioè attuare veramente la nostra conversione.
Quest’estate il mondo ha una particolare forza, una particolare vivacità, e in quanti scendono a compromessi perchè sono lontani dalla parrocchia! Compromessi sulla spiaggia, compromessi nelle vie e nei luoghi di montagna, compromessi di fedeltà, di onorabilità. Sono compromessi gravi perchè sono un tradimento dell’amore di Dio.
Guardiamo, davanti al Signore, di pensare che non ci sono due tempi; c’è un solo tempo: il tempo della conversione che vuole veramente essere il sì alla misericordia di Dio.
Rinnoviamoci perciò nella nostra fedeltà alla legge di Dio, alla sua grazia, nella coerenza alla parola evangelica, anche a quella parola più difficile.
CODICE | 89HSO0133FN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario, 27/08/1989 |
OCCASIONE | Omelia, XXI Domenica Tempo Ordinario –Anno C |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La vita di ascesi |
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