19/10/1980 - Omelia XXIX Domenica Ord Fidanzamento

Sant'Ilario d'Enza, 19/10/1980
Omelia, XXIX Domenica Tempo Ordinario – Anno C - Fidanzamento

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Es 17, 8-13; 2 Tm 3, 14- 4-2; Lc 18, 1-8

La necessità di pregare sempre, senza stancarsi. È tutto qui. L’insistenza di Gesù nel raccomandarci la preghiera è una insistenza che ci deve profondamente commuovere. Il Signore ci vuol dare, ci vuol dare sempre di più perché ci ama, ci ama al di là di ogni nostra immaginazione, ma ci dà nell’amore e nella giustizia, cioè vuole che noi siamo recettivi, che sappiamo ricevere.

La preghiera è fatta non per piegare Dio alla nostra volontà, ma per entrare nel mistero di comunione con Lui; è per questo che, pregando, noi ci rendiamo adatti a ricevere. La gioia allora è la gioia del pregare, una gioia nella quale deve entrare ogni cristiano maturo e responsabile. Quando uno fa fatica a pregare, quando uno con ripugnanza prega, quando uno prega solo per dovere, vuol dire che in lui non si è ancora verificato il regno di Dio.

Pregare è una grande gioia, perché è aprirsi all’amore onnipotente di Dio, è entrare in tanta unione con Lui, da vincere tutto. La prima Lettura parla della sconfitta di Amalek, un popolo che insidiava gli Ebrei nel deserto. La vittoria è legata alle mani alzate di Mosè. Era un insegnamento plastico ed evidente che il Signore dava al suo popolo: è nella confidenza e nell’abbandono in Lui che si realizza la vittoria. Ed è detto anche per noi. La vittoria contro i nostri nemici spirituali, contro i nostri egoismi, viene solo in questa apertura all’amore di Dio, in questa generosità, in questo lasciar fare a Lui.

Vorrei allora che da questa Liturgia prendessimo grande animo e grande entusiasmo a pregare! Preghiamo! Preghiamo molto! Non stanchiamoci di pregare! Sentiamo che la nostra vita deve essere sostanziata di preghiera e più preghiamo e più il nostro egoismo cede, più il Signore regna nella sua carità.

E poi vi è una cosa, una cosa che ci deve far pensare: a Roma il vescovo, alla nostra diocesi riunita, ha dato particolarmente questa esortazione, di pregare col rosario. Dico, è una cosa che ci deve far riflettere molto, perché il Papa è il grande maestro e, nella sua posizione di maestro e di profeta dei nostri tempi, legge bene le necessità. Dobbiamo pregare col rosario, perché il rosario ci introduce in Cristo, perché il rosario ci fa partecipare alla vita di Cristo, perché il rosario ci parla di quella totale carità, per la quale Cristo si è fatto bambino, ha sofferto per noi ed è risorto per noi. La gioia del nostro rosario ci è ricordata in questo mese di Ottobre e noi la sottolineiamo soprattutto in questa domenica. Gustare la preghiera del rosario, essere fedeli a questa preghiera, non trasformarla in una ripetizione meccanica, sentire che nel rosario è una contemplazione che dobbiamo fare! Lo diciamo sempre: si contempla, certo! Vediamo la vita di Gesù e la vita di Maria, preghiamo Maria che ci aiuti a capire Gesù. La preghiera del rosario è la scuola dell’amore, è la scuola della vera carità cristiana, è la scuola del vero nostro impegno cristiano. Amiamolo il rosario! Avete sentito san Paolo nella seconda Lettura: tutta la Scrittura è ispirata da Dio, è utile per insegnare. Oh sì, un insegnamento di ogni giorno, perché i misteri sono Scrittura, perché noi meditiamo col rosario la Parola di Dio e, dice l’acclamazione al Vangelo: “La parola di Dio è viva, efficace e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”.

Perciò, animiamoci tutti, anche i più giovani! Tutti i giorni il nostro rosario, con fede, con generosità, con grande slancio. Quante grazie per noi! Quante grazie per la Chiesa, per la nostra Parrocchia, per ogni iniziativa di bene! Il rosario, sempre di più, con gioia, ripeto, con entusiasmo. Il rosario.

CODICE 80LIO0133SD
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 19/10/1980
OCCASIONE Omelia, XXIX Domenica Tempo Ordinario – Anno C - Fidanzamento
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Preghiera - Rosario
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