26/09/1976 - Omelia XXVI Domenica Ord

Sant’Ilario, 26/09/1976
Omelia, XXVI Domenica Tempo Ordinario - Anno B

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Nm 11, 25-29; Sal 18; Gc 5,1-6; Mc 9,38-43.45.47-48

Siamo chiamati a riflettere sulla grande decisione che ci vuole per il regno dei cieli. Dio è l’assoluto e il servizio a lui deve essere assoluto, non condizionato, non relativo, non con dei “se” e dei “ma”. Quello che rovina la vita dei cristiani è che vogliono mettere un termine al loro servizio, vogliono essere in qualche maniera di Dio e in qualche maniera delle loro passioni e del mondo, ma non c’è una scelta. “Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo!” (Mc 9, 47), cioè se tu hai una cosa cara come un occhio e ti è di impedimento al regno di Dio, buttala via, non serve, perché quello che serve è salvare l’anima e salvare per sempre l’anima. Che cosa importa perdonare noi stessi, trattarci bene, quando l’abitazione nostra diventa l’Inferno?

E’ giusto meditare sull’Inferno, perché è in qualche maniera un assoluto, in qualche maniera ci dice che, se non si serve Dio, non si sarà mai, mai più di Dio. Se non si serve Dio, si serve il demonio.

Un impegno allora per la nostra vita spirituale si configura così, si configura in una posizione dritta e precisa, in una logica inesorabile, una logica che ci porta a porre Dio come primo. Dio il primo in tutte le cose nell’ordine dell’essere e nell’ordine dell’agire. Dio è il primo, prima di tutto va servito lui, poi le altre cose. Tutto dev’essere orientato in questo senso, altrimenti la vita si sgretola, la vita imputridisce, come dice san Giacomo, in tutti i suoi presunti valori:” il vostro oro e il vostro argento arrugginiscono”. Tutto imputridisce, perché l’uomo non osserva un ordine naturale; l’ordine naturale è questo, che prima di tutto è il Creatore poi la creatura, prima di tutto il servizio di Dio e poi l’accontentare noi stessi. Dio è il primo e dobbiamo vedere nella nostra vita, invece, quanto lo abbiamo messo come secondo, come terzo, come quarto. Si sentono tante volte delle espressioni che denotano una mancanza assoluta di fede: prima il lavoro, dobbiamo lavorare … Prima l’interesse e poi …. No, no! Prima Dio, in tutto Dio, sempre Dio.

E allora è evidente che nella nostra vita metteremo la sua legge prima di tutto, metteremo la preghiera come un valore fondamentale, il rapporto con Dio e poi, e poi metteremo le opere di carità, le opere di amore al prossimo, il non scandalizzare il prossimo, il non invidiare il prossimo, come dice la prima Lettura. Poi così la nostra vita fiorirà nella carità e nell’amore di Dio, così la nostra vita si renderà sempre di più conforme alla sua volontà. Cresceremo, cresceremo nel bene, sentiremo che allora niente ci farà paura, niente ci farà paura! Non ci farà paura il dolore, perché lo vedremo nel piano di Dio.Non ci farà paura la morte, perché sapremo di andare a prendere la giusta ricompensa. Non ci faranno paura i nemici della fede, perché sappiamo di essere uniti alla resurrezione di Gesù, sempre uniti alla sua resurrezione, perché sta in Gesù la vita, sta in Gesù la grazia, sta in Gesù la potenza, sta in Gesù l’amore.

CODICE 76IRO0133PN
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 26/09/1976
OCCASIONE Omelia, XXVI Domenica Tempo Ordinario - Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Dio unico assoluto
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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