Nm 11, 25-29; Gc 5,1-6; Mc 9, 38-43. 45. 47-48
“Se il tuo occhio ti scandalizza, càvalo”. È l’insegnamento potente del Vangelo: la decisione, la forza, il credere con tanta energia da sacrificare tutto, da non fermarsi mai. E in realtà è un facile torto del cristiano quello di vivere di compromesso, quello di aver paura, una paura sottintesa, una paura diffusa di fare troppo, di sacrificare troppo, di essere sempre in credito verso il Signore. Non c’è un errore più brutto e più dannoso. Noi facciamo sempre troppo poco per il Signore, noi facciamo un minimo e vogliamo far pesare questo minimo, e vantiamo delle cose che non possiamo vantare. Noi dobbiamo imparare questa decisione drastica: se il tuo occhio ti è d’impedimento, càvalo. Cosa c’è più caro di un occhio? Cosa c’è più vitale per lo svolgersi della vita? Cosa ci può essere? Ebbene, è una legge di amore. Se tutta la nostra fede non fosse posta nell’amore, non comprenderemmo queste parole ma l’amore ha delle esigenze assolute, ma l’amore trionfa se ha un cuore disponibile, pronto, ma l’amore trionfa se noi lo accogliamo con pienezza. Molti dicono di amare il Signore e amano solo i loro comodi. Molti dicono di servire il Signore e servono solo i loro interessi. Molti credono di essere buoni cristiani e sono solo dei parassiti nella Chiesa di Dio. Abbiamo bisogno di ritornare sempre a meditare su questo amore, su questo amore che Dio ci ha dimostrato. Ci ha dimostrato tanto amore, da dare il suo Figlio per la nostra salvezza e il cuore di Gesù ha palpitato e palpita sempre per noi, ha palpitato a Betlemme, ha palpitato sulla croce, palpita adesso nell’Eucaristia. Che cosa spettiamo a contraccambiare questo amore? Che cosa aspettiamo a dare un vigore generoso e pieno al nostro servizio? Cosa aspettiamo? Dobbiamo diventare dei cristiani fervidi e convinti, generosi e pronti tutti i giorni, tutti i giorni, perché ogni giorno è un giorno che ci è dato per amare, è un giorno che ci è dato per la lode e la gloria di Dio. Ogni giorno è prezioso, perché in questo giorno possiamo compiere quelle opere che il Signore domanda da noi. Possedere lo Spirito vuol dire allora restare a disposizione dello Spirito e allora si diventa veramente profeti, perché si annuncia la Parola di Dio dopo averla pienamente vissuta, la si annuncia con amore e si proclama che l’amore è la grande salvezza degli uomini, la grande salvezza della società degli uomini. Domandiamo al Signore in questa Messa soprattutto un amore forte, deciso, generosissimo sempre.
CODICE | 85HUO0133PN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 29/09/1985 |
OCCASIONE | Omelia, XXVI Domenica Tempo Ordinario - Anno B |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Le esigenze assolute dell’amore |
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