11/10/1987 - Omelia XXVIII Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza, 11/10/1987
Omelia, Domenica XXVIII Tempo Ordinario – Anno A

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Is 25, 6-10; Fil 4, 12-14. 19-20; Mt 22, 1-14.

Abbiamo ascoltato bene: il Regno di Dio è simile ad una festa, una grande festa. Noi troppe volte vediamo la legge di Dio come un peso, come un gioco, come qualcosa che ci disturba. La Parola solenne del Signore ci rammenta invece che il Regno, cioè l ‘essere insieme con Lui, è una grande gioia e porta una grande pace del cuore. Bisogna che capiamo fin in fondo questa cosa, che la capiamo nella vita pratica, nei sacrifici che esige la vita pratica. Essere insieme al Signore è una grande pace del cuore, è una soavità di vita. Chi commette il male sembra felice, ma la sua coscienza lo rimorde, la sua coscienza sa di essere legata, schiava del male ed è sull’orlo dell’abisso. Abbiamo bisogno di insistere perché la vita cristiana, quando è vissuta in pienezza, è non si abita con grande slancio nella grazia di Dio, allora per forza si è trascinati e si è nella tristezza dell’incoerenza. Bisogna che noi teniamo ben presenti certi principi.

Dio chiama ma non chiama alla tristezza, perché proprio così; quando non è vissuta in pienezza, è l’uomo senza abito nuziale, cacciato via, quando è infinita gioia; vuole da noi la prova di un amore che supera, di un amore che vince e la vita presente è in questo senso ed ha proprio il significato vero di prova, ma Dio ci chiama, ci dà l’assistenza continua della sua grazia, ci dà il grande e magnifico sostegno della Chiesa, ci dà particolarmente la Madonna come aiuto.

La Madonna ce lo ricorda sempre nei misteri gaudiosi, nei misteri dolorosi, gli ultimi sono i misteri gloriosi: la partecipazione alla vita di Cristo, alle opere della vita di Cristo, la partecipazione alla sua Passione e alla sua Morte e ancora finisce qui, nella partecipazione alla sua gloriosa Risurrezione, a una magnifica gioia che comincia in questa vita, che comincia nella nostra gloria di speranza, comincia qui nella tranquillità del nostro dovere, nella sicurezza della nostra meta finale.

E poi il Signore ci chiama a partecipare non a una gioia creata, ma ci fa partecipi di una gloria che è la sua, la gloria dell’eternità. Ecco perché ci dobbiamo animare a vivere con molto slancio la nostra vita cristiana. “Dio ama - dice san Paolo - quelli che danno con gioia” (2 Cor 9,7). Una vita cristiana fervida, una vita cristiana generosa, una vita cristiana completa, non un dividere il cuore tra le cose terrene e le cose celesti, non scartare gli impegni difficili, fare tutto con profonda sicurezza: la sicurezza che il seme che buttiamo, produrrà molto frutto.

Ecco vorrei che, meditando le parole del Signore, venisse nel nostro cuore tanta volontà di impegno, tanta volontà di grazia, tanta volontà che si traduca poi nel dovere quotidiano fatto nel nome e nell’amore di Dio. Lavoriamo per Iddio, ascoltiamo ciò che ci suggerisce la Beata Vergine del Rosario, ci suggerisce di guardare intensamente a Gesù e di voler essere conformi a Lui perché, se saremo conformi in questa vita, parteciperemo ai frutti di eterna gloria. Impegno, gioia, forza.

Il mondo è bugiardo, promette gioia e dà tristezza, promette pace e dà turbamento. Il mondo troppe volte segue Satana e Satana è il principe della menzogna, non dice neanche una verità, ci inganna.

Stiamo ben attenti e promettiamo alla Madonna, recitando il Rosario, di meditare spesso come Lei in questa vita ha saputo offrire ed è nello splendore della partecipazione della vita trinitaria, così deve essere per noi: un cammino, un cammino di fede, un cammino di forza, un cammino di grande generosità.

CODICE 87LAO0133RN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 11/10/1987
OCCASIONE Omelia, Domenica XXVIII Tempo Ordinario – Anno A
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il Regno di Dio, l’essere con Gesù, è una grande gioia
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