23/10/1983 - Omelia XXX Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 23/10/1983
Omelia XXX Domenica tempo ordinario Anno C

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Lc 18, 9-14

L’insegnamento è molto evidente: non dobbiamo essere falsi, l’onore di un’anima sta nell’essere sincera e leale, particolarmente nei suoi rapporti con Dio; perché c’è una preghiera bugiarda, una preghiera che si risolve non in una grazia, si risolve in una condanna: il fariseo tornò condannato.

La sincerità della nostra preghiera è un risultato della sincerità della nostra vita, della nostra comunione con Dio e con il prossimo. È vero, è tanto facile negare con le opere ciò che affermiamo con la bocca. Tanto facile per la nostra pigrizia, per il nostro orgoglio, per il nostro egoismo scivolare nell’incoerenza e costruire una costruzione falsa. Oggi siamo chiamati a verificare proprio il nostro amore verso gli altri uomini, sapendo che a noi spetta “il compiere” la redenzione di Gesù. Certo, perché il Signore ci ha fatto membra del suo corpo, e Lui è stato il missionario per eccellenza, ha dato la sua vita per tutti, e tutti vuole salvi. Li ama tutti gli uomini, tutti, uno per uno! e vuole la nostra cooperazione al loro bene. Questa giornata ci è posta per una riflessione veramente radicale: la riflessione sulla nostra responsabilità evangelica. Il Signore ci ha voluto evangelizzatori, ci ha voluto posti così, per gli altri.

Troppe volte siamo ripiegati su di noi stessi e a fatica, con molta fatica, consacriamo il tempo e le energie per il regno del Signore. Troppe volte. Oggi la chiesa ci chiama a verificare questa direzione di marcia: se siamo veri cristiani amando Dio e amando gli altri, sacrificandoci, perché la sua parola sia salvezza per tutti. Sentiamo che da ognuno il Signore si aspetta qualche cosa. Ognuno di noi rifletta e pensi: che cosa si aspetta da me? Cosa posso fare per il problema missionario? Preghiere? Offerte? Opere buone? Un interesse maggiore? Non è forse in tanta parte egoistica la mia vita? Non resto preso da una sequenza di cose solo per me? Il pubblicano si riconosce peccatore e vuole buttare via il suo peccato, ha il coraggio di constatare la sua miseria. Abbiamo quel coraggio anche noi! quella sincerità fondamentale: accendiamo nel nostro cuore maggiore fiamma di amore, diamoci a Dio con tutte le nostre forze, consacriamo a Lui con rettitudine le nostre giornate. “Io ti ho posto per essere la luce dei popoli” è scritto di Gesù. Nella nostra povertà diamo quello che ci è possibile, perché questa luce si diffonda e trionfi la grazia e l’amore di Dio.

CODICE 83LOO0133TN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 23/10/1983
OCCASIONE Omelia XXX Domenica tempo ordinario Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Evangelizzazione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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