Es 22, 21-27; Sal 17; 1 Ts 1, 5-10; Mt 22, 34-40.
Sì, amare Dio è tutto, è tutta la nostra gloria, è tutta la nostra forza, è tutta la nostra gioia (cfr salmo responsoriale). Amare Dio, amare sapendo che corrispondiamo al suo amore. Lui ci ama di un amore meraviglioso, infinito. Sì, perché ci ha amato ci ha creati, ci ha amato prima che fossimo; ci ha amato e ci ha voluto così, suoi figli, suoi prediletti, arricchiti da tanti doni, da tante prevenzioni di grazia. Lui ci ha amato e ci vuole chiamare suoi figli e vuole che noi viviamo di Lui, perché ci ha preparato una eternità, nella quale saremo sempre con Lui in una gioia senza confini. Amiamolo dunque il Signore, amiamolo, proprio con tutte le nostre forze, amiamolo, ma guardiamoci bene, che il nostro non sia un amore falso, un amore fatto di parole.
Cosa vuol dire amarlo, se non riconoscere la sua grandezza? Se non riconoscere la nostra dipendenza da Lui? Se non riconoscere che Lui ha dei diritti assoluti su di noi? Amarlo vuol dire ubbidirgli, credere alla sua volontà che è la volontà di salvezza, al suo progetto su di noi, che è un progetto di sapienza e di misericordia.
Amare Dio vuol dire fare la sua volontà ed essere contenti di fare la sua volontà e non pretendere che Dio faccia la nostra, e non pretendere di capire di più di Dio, di sapere meglio di Lui, di volere ciò che pare a noi, ciò che pare giusto, che pare normale a noi. Dobbiamo ubbidirgli e ubbidendo cercare di osservare tutti i suoi comandamenti, che non sono dati che per il nostro bene, che non sono dati che per la nostra riuscita.
Dobbiamo amarlo, ma non in qualche momento, tutta la nostra vita deve essere posta nell’amore di Dio, tutta! E allora, se è così, capiamo bene che anche l’amore del prossimo è collocato al suo posto, perché l’amore del prossimo non ci deve, senza dubbio, allontanare dall’amore di Dio. Dobbiamo amare gli altri ma in Dio, ma per Iddio, ma secondo la volontà di Dio! Dobbiamo amare gli altri, ma ponendoci nelle disposizioni d’animo che Lui ha voluto.
Oh sì, dobbiamo guardare bene alla nostra vita perché non sia bugiarda, dobbiamo guardare alla nostra vita perché sia costante e forte nel servizio, nel servizio perché noi siamo i servi di Dio, ma essere servi di Dio è la nostra gloria. È la servitù di figli, è la servitù di coloro che sono aiutati ad adempiere tutti i loro obblighi. Il Signore è con noi, il Signore ci ama e perciò non ci lascia mancare ciò che è necessario. Poniamoci allora con molto desiderio, ognuno di noi voglia proprio maturare il suo amore, renderlo forte ed efficiente, renderlo deciso e proprio maturare l’amore!
Poter dire: «Sì mio Dio, ogni giorno io ti amo, ogni giorno mi lascio guidare da te, ogni giorno compio le opere per Te, perché compiute per Te hanno un valore eterno». Ogni giorno l’amore pronto e fedele, per poter udire un giorno: “Sì sei stato un servo buono e fedele: entra nel gaudio del tuo Signore” (cfr Mt 25,21). Ogni giorno. Ogni giorno con l’amore di Dio, nessun giorno senza l’amore di Dio, fuggendo il peccato perché col peccato andiamo contro l’amore, dispiacciamo a Lui, Lo rendiamo lontano da noi. Il peccato è la cosa più triste, più avvilente, la cosa che ci dà più danno.
Vogliamo allora promettere amore, generosità, vogliamo promettere al Signore di essergli vicini sempre, con grande gioia, con grande entusiasmo.
CODICE | 84LTO0133TN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 28/10/1984 |
OCCASIONE | Omelia, XXX Domenica Tempo Ordinario – Anno A |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Amare Dio è corrispondere al suo amore, fare la sua volontà, amare i fratelli |
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