25/10/1987 - Omelia XXX Domenica Ord Fidanzamento

Sant’ Ilario d’Enza, 25/10/1987
Omelia, XXX Domenica Tempo Ordinario – Anno A − Fidanzamento

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Es 22, 21-27; 1 Ts 1, 5-10; Mt 22, 34-40.

Siamo comandati e il comando è grande e il comando è forte: siamo comandati di amare, di amare Dio con tutte le nostre forze e il prossimo come noi stessi. Dobbiamo pensarci bene, perché è facile dire a parole, ma Dio non può accontentarsi di parole bugiarde, bisogna che l’amore a Dio sia espresso coi fatti. Sono i fatti che denunciano l’amore, lo ha detto Gesù: “Non chi mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel Regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio, questi entrerà” (Mt 7,21). Dobbiamo perciò evitare di accontentarci di parole, di gesti, di riti, ci vogliono anche questi, ma l’amore nostro dev’essere di ogni giorno, dell’impegno di ogni giorno, del travaglio di ogni giorno, del lavoro, di quello che chiamiamo «il nostro dovere». Il dovere traduce la volontà di Dio.

È ubbidendo a Dio, è temendo di trasgredire i suoi comandi, è solo così che ci possiamo realizzare veramente e completamente. Ognuno, quando si parla di amore di Dio e del prossimo, deve ripassare i Comandamenti e saprà, da come li ha osservati, che grado di amore c’è in lui, cioè quanto è gradito a Dio, quanto possa essere contento Dio di un impegno così forte, generoso, perseverante. La perseveranza nelle buone opere è la grande nostra gloria, la gloria di chi vuol seguire Gesù, perché è la sequela di Gesù che ci indica la strada. Gesù ha detto: “Non sono venuto sulla terra per fare la mia volontà, ma la volontà del Padre mio: cerco sempre quella” (cfr Gv 6,28). E fino in ultimo l’ha sempre ripetuto e, nell’orto del Getsemani, lo diceva nell’angoscia più profonda: “Padre se è possibile passi da me questo calice, ma non si faccia la mia, ma la tua volontà” (Lc 22,42).

Ecco allora che dobbiamo cercare di fare quanto vuole Dio, anche quando facciamo fatica, anche quando istintivamente ci ripugna, anche quando ameremmo esaltare la nostra libertà in un altro senso. Ripetiamo ciò che ci ha insegnato Gesù: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. In cielo gli Angeli eseguono la volontà di Dio in una perfezione totale, dobbiamo imitarli e dobbiamo, in tutte le circostanze gioiose o meno, ripetere la parola: “Signore, sia fatta la tua volontà”, soprattutto di fronte alle tentazioni non il nostro piacere ma quello che vuole Lui, non quello che lusinga il nostro orgoglio o il nostro egoismo, quello che vuole Dio, preferendo sempre Dio e buttando via tutto quello che ci lusinga sì, ma è veramente veleno. È veleno tutto ciò che va contro la nostra sanità spirituale; è veleno tutto quello che diventa illusione.

Cercare Dio e cercarlo nella sua magnifica gloria. Dobbiamo preferire Dio ad ogni cosa: Lui il primo; Lui il Creatore, Lui il Signore. Professiamogli dunque, in questa Domenica, la nostra precisa volontà di ubbidirgli, di fare quanto Lui desidera per il bene nostro e per il bene del prossimo.

CODICE 87LQO0133TD
LUOGO E DATA Sant’ Ilario d’Enza, 25/10/1987
OCCASIONE Omelia, XXX Domenica Tempo Ordinario – Anno A − Fidanzamento
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Amare Dio è fare la sua volontà
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