05/11/1978 - Omelia XXXI Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 05/11/1978
Omelia, XXXI Domenica Tempo Ordinario - Anno A

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Ml 1, 14; 2, 2.8-10; 1Ts 2, 7-9.13; Mt 23, 1-12

La Parola di Dio oggi ci interroga sulla nostra sincerità di vita. Noi che ci professiamo cristiani, che ci gloriamo di esserlo, dobbiamo vedere la nostra quotidiana coerenza, se veramente la vita traduce le parole, se il nostro gesto liturgico viene ad essere un’armonia, alla quale si conforma tutta l’esistenza.

Dobbiamo essere molto sinceri davanti a Dio, per questo all’inizio di ogni Liturgia noi ci confessiamo peccatori, cioè ci confessiamo inadempienti a quelle norme, a quegli indirizzi che il Signore ci ha dato.

Il nostro interrogativo è un interrogativo che dobbiamo profondamente sentire, che dobbiamo profondamente porci, perché altrimenti le parole del Signore diventano la nostra condanna. Non basta che facciamo determinate azioni, non basta che poniamo determinati gesti, è il servizio di Dio quello che misura il nostro valore e la forza della nostra fede, è il servizio.

Interroghiamoci sulla sincerità delle nostre preghiere, che devono essere preghiere fatte con il cuore, preghiere in cui ci mettiamo a disposizione di Dio, in cui noi poniamo la nostra ricerca come un mezzo per potere fare meglio la sua volontà, perché la preghiera ci deve educare a fare la volontà di Dio, a farla bene, a farla tutta. E’ veramente di fede quell’anima che non si propone altri motivi, né di proprio piacere, né di proprio interesse, né per farsi vedere agli altri, si propone unicamente di conoscere sempre di più Dio per amarlo sempre di più, di conoscere Dio per potere così dargli lode e benedizione.

Oh, la nostra preghiera deve essere un fervido ascolto, deve essere un’ansia continua di gioia, la gioia di stare vicino a lui, la gioia che si traduce in ansia di potere, sempre di più, partecipare alla sua vita e al suo amore e fare partecipare anche agli altri.

La nostra preghiera sarà sincera quando è posta così, in un’apertura a tutta la volontà di Dio. La nostra preghiera sarà sincera man mano che noi perderemo i nostri egoismi, per cui concepiamo tante volte la preghiera come un mezzo per ottenere ciò che ci piace, non un mezzo per far meglio e in tutto la volontà di Dio. La preghiera è sincera quando si pone così alla volontà di Dio nelle sue esigenze, nelle esigenze del suo amore, particolarmente verso il prossimo. La preghiera è sincera, quando ci allena così a donare agli altri quanto possiamo capire che giova, quanto possiamo capire che è utile per le loro anime. Una preghiera sincera, una preghiera che muove dalla fede, si nutre della fede, esalta la fede, una preghiera che è veicolo di amore. E la nostra vita allora si muoverà dalla preghiera e si muoverà come preghiera. La sincerità dell’osservanza dei comandamenti di Dio sta proprio qui: noi dobbiamo vedere la vita come un inno a Dio, come un ringraziamento a Dio, come un desiderare il suo regno e la sua gloria.

Oggi siamo riuniti particolarmente per sottolineare il ringraziamento e il ringraziamento è sincero, quando non è solo un’espressione verbale, quando non è solo un dire delle parole, quando è una coerenza, una traduzione costante delle grazie che abbiamo ricevuto. Abbiamo ricevuto molte grazie, lo dobbiamo riconoscere, la nostra presenza qui vuol dire così molte grazie; di queste grazie noi dobbiamo essere riconoscenti traducendole, vivendole, vivendo la nostra fraternità, vivendo la nostra comunione spirituale, realizzando profondamente la vera devozione alla Madonna. Lourdes non può essere semplicemente nell’ordine dei cari ricordi, Lourdes deve essere uno stimolo perenne a progredire nella via magnifica, che il Signore ci ha dato. La nostra via è la Vergine Santa, la nostra grande strada che ci porta a Gesù.

E’ quando realizziamo una vera devozione, che allora troviamo il modo di essere fedeli, di essere sempre nell’ordine della grazia, di essere sempre nella copiosa realizzazione di quegli inviti, che la Madonna ci ha fatto.

La nostra comunità parrocchiale, tutta insieme e ognuno di noi, deve allora ricordarsi che la Madonna ci ha detto e ci ha ripetuto che la nostra esistenza ha un senso solo in Gesù e solo per Gesù. La Madonna ci ha comunicato come ognuno di noi deve partecipare al Mistero Pasquale col proprio impegno, con la propria preghiera, con la penitenza.

Il ringraziamento diventi dunque una costante della nostra vita, una costante che ci stimoli, una costante che ci sproni a fare sempre di più, a fare sempre meglio, a fare sempre più uniti, a fare senza stanchezze, a fare senza ritorni, a fare senza compromessi.

CODICE 78M4O0133UN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 05/11/1978
OCCASIONE Omelia, XXXI Domenica Tempo Ordinario - Anno A
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Sincerità e coerenza
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