03/11/1985 - Omelia XXXI Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza, 03/11/1985
Omelia, XXXI Domenica Tempo Ordinario – Anno B

Ascolta l'audio

Dt 6,2-6; Eb 7, 23-28; Mc 12,28-34

È l’interrogativo che vale. È l’interrogativo fondamentale dell’esistenza: lo ami tu il tuo Dio? Lo ami? Lui che ti ha creato, lui che ti conserva, lui che ti ha dato la redenzione vuole da te un solo ricambio: che tu accolga il suo amore e che tu corrisponda con generosità. Lo ami tu il tuo Dio?

Purtroppo molti rispondono di sì e dicono una bugia, dicono una bugia sfrontatamente; purtroppo sono pochi quelli che lo amano davvero.

Amare Dio prima di essere una virtù è una vita. Amare non si può ridurre alla parola di un momento, al sentimento che sgorga spontaneo. Amare Dio è fare la volontà di Dio, è farla in totalità, è farla da figli. Siamo dei battezzati e il Battesimo ci ha posto in una particolare condizione di privilegio. Dobbiamo amare Dio col cuore stesso di Gesù. È Gesù il nostro modello. È Gesù il nostro fratello maggiore, il primo.

Amare il Padre, allora, è seguire Gesù, è capire il significato della vita nella luce dell’esempio di Gesù, dell’insegnamento evangelico. Amare Dio è fare la sua volontà dove lui ci ha collocato, dove ci ha messo, dove ci ha chiamato ad essere.

Amare Dio è compiere umilmente, serenamente e fortemente il nostro dovere.

Essere religiosi non è astrarsi dai doveri concreti della nostra esistenza. Essere religiosi è collocarci nella posizione giusta e concepire la vita come un servizio, è dare al Signore noi stessi così come la nostra coscienza, che è la sua voce, ci suggerisce. Dobbiamo capire bene che non è cercare se stessi, che non è cercare l’approvazione, il plauso degli uomini, non è cercare qualche altra cosa che non sia lui.

Amare Dio è volere la sua volontà, cioè la sua gloria, è porre la nostra vita proprio a lode della sua gloria.

Ecco allora che la nostra decisione dev’essere ogni giorno posta così: il Signore vuole da noi questa posizione di figli, vuole da noi questa posizione di creature, vuole da noi che capiamo fino in fondo che la nostra felicità non è nelle cose, non è nei piaceri staccati da lui, che la nostra felicità è strettamente unita alla sua volontà. Amare Dio è fare il nostro bene, amare Dio è donare al Signore questo servizio di fede, amare Dio è cercare di osservare i comandamenti nella loro pienezza. “Mi ama chi osserva i miei comandamenti” (cfr Gv 14,23) ha detto Gesù.

Cerchiamo di vedere nella nostra vita dove dobbiamo migliorare, dove dobbiamo collocarci, dove dobbiamo esprimere un vero acconsentimento alla volontà del Padre, traducendolo così nell’amore agli altri, nelle opere di virtù, nella pazienza di ogni giorno, nell’umiltà della nostra casa, nella bontà, nella serenità e nella fortezza.

Amare Dio è allora la nostra gloria, amare Dio è la nostra ricchezza, amare Dio è la nostra vera gioia.

Sì, vogliamo la gioia, la vogliamo completa. E allora buttiamo via tutti i nostri egoismi, tutti i nostri orgogli, tutte le nostre forze di tentazione e, sull’esempio di Gesù, cerchiamo il suo beneplacito, ricordando quello che ha detto Gesù: “Io sono venuto non a fare la mia volontà ma la volontà di Colui che mi ha mandato. Quello che piace a lui io lo faccio sempre” (cfr. Gv 6,38).

In quest’ordine e con questa forza compiamo allora i nostri propositi.

CODICE 85M2O0133UN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 03/11/1985
OCCASIONE Omelia, XXXI Domenica Tempo Ordinario – Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE
ARGOMENTI
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS