Dt 6, 2-6; Eb 7, 23-28; Mc 12, 28-34
Siamo interrogati oggi sul senso stesso, il fondamento, della vita. Siamo interrogati sul nostro amore a Dio e sul nostro amore al prossimo. E l’interrogazione deve andare nelle profondità del nostro animo, perché alla parola amore si acconsente con molta facilità, ma amare Dio, l’Altro per eccellenza, amare veramente il prossimo non è sostanzialmente un sentimento, è un’opera, che costituisce l’opera principe di tutta la nostra esistenza o, meglio, deve costituire il tessuto connettivo di tutto il nostro operare. Quando arriverà il termine della nostra vita, questa interrogazione verrà fatta dal Signore stesso a noi, a ognuno di noi: “Hai amato? Hai saputo amare? Hai tradotto nella tua vita il vero amore?” Ecco perché noi abbiamo bisogno di un modello e abbiamo bisogno di un aiuto. Il nostro modello è Cristo. È proprio Lui quello che è stato chiamato l’inventore dell’amore, del vero amore. Ed abbiamo bisogno di un aiuto continuo e forte e il Signore ce lo ha donato nello Spirito Santo. Lo Spirito Santo è l’Amore sostanziale nella Trinità, è l’amore tra il Padre e il Figlio. Lo Spirito Santo è Colui che ci insegna ad amare come figli il Padre e ad amare tutti i nostri fratelli. Con questo modello e con questo aiuto il cristiano supererà il proprio egoismo, quell’egoismo di cui nasciamo impastati, che si esprime in mille modi, ma che è sempre l’esagerazione dell’io individualistico, che vuole convergere tutto a sé esageratamente, disordinatamente. Ecco perché noi dobbiamo mettere a base del nostro amore a Dio e al prossimo la nostra preghiera, una viva, fervida, continua preghiera. Ecco perché noi dobbiamo educarci ad ascoltare quelle buone ispirazioni che lo Spirito Santo comunica all’anima nostra. Il cristiano sa di poter riuscire solo in questa intima, fervida comunicazione con Dio. L’uomo da solo non riesce, né l’uomo, né gli uomini insieme. Parlano di pace e parlano d’amore e nascostamente nutrono l’odio e uno spaventoso egoismo. Abbiamo bisogno di Dio per eseguire i comandi di Dio. Abbiamo bisogno di una comunicazione mirabile di Dio, della sua misericordia per collaborare alla salvezza nostra e alla salvezza di tutti. In questa luce, nella luce di una certezza dell’intervento di Dio questa mattina celebriamo il Battesimo, il Battesimo che è trasformarsi in figlio di Dio, in tabernacoli dello Spirito Santo. Ecco perché noi invochiamo tanta grazia, tanta grazia, tanto fervore di grazia, tanta comunicazione di grazia su questa bambina e sui suoi genitori, perché possano collaborare con Dio, collaborare con lo Spirito Santo a educarla nell’amore di Dio e del prossimo. È in quest’ordine la nostra comune preghiera. È per questo la nostra invocazione: perché sia ricca di Spirito Santo e possa nella sua vita donare molto a Dio e donare molto ai fratelli ed essere così nella pura gioia, che hanno coloro che seguono Cristo, in una pura gioia, in una grande gioia, in un risultato magnifico.
CODICE | 79M3O0133UA |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 4/11/1979 |
OCCASIONE | Omelia XXXI Domenica Tempo Ordinario - Anno B - Battesimo |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Amore |
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