30/10/1988 - Omelia XXXI Domenica Ord

S. Ilario d’Enza, 30/10/1988
Omelia, XXXI Domenica Tempo Ordinario – Anno B

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Dt 6, 2-6; Eb 7, 23-28; Mc 12, 28-34.

La nostra vera gloria, il nostro grande onore, la nostra forza, la nostra gioia sta nell’amare Dio, nell’amarlo con tutto il cuore e con tutte le forze. È proprio l’infinito amore che noi dobbiamo accogliere, quell’infinito amore misericordioso per il quale noi viviamo, per il quale noi speriamo.

Bisogna che ci interroghiamo spesso su questa corrispondenza all’amore di Dio, perchè si ha l’impressione che troppe volte diciamo delle parole sublimi e non le pensiamo; diciamo delle parole forti e le diciamo languidamente, quasi non fosse la cosa più grande e più entusiasmante. Sì, perchè, se noi siamo stati creati per amore, se noi siamo stati redenti per amore, se Dio ci conserva per amore, cosa ci può essere di più bello, di più grande, che corrispondere con tutto il nostro cuore, con tutte le nostre energie, con tutte le nostre continuità?

L’espressione «io ti amo» deve tradurre tutta la nostra vita: non solo le nostre parole, non solo i nostri sentimenti ma tutta la vita; tutta la vita concreta, la vita di ogni giorno, le gioie e le tribolazioni, le sconfitte e le conquiste, tutto deve essere nell’amore perché: di che cosa gioiremo in Paradiso? Gioiremo di amore. Perchè i santi sono in una felicità sconfinata? Perchè Dio li ama ed essi lo amano.

E se sarà la nostra gioia per l’eternità, deve essere la nostra gioia anche nel tempo.

Saperci amati, saperci protetti, sapere che la sua Provvidenza è sapientissima e potentissima per noi; sapere che Dio da noi esige solo un contraccambio d’amore.

Oh, quanta, quanta letizia, anche in mezzo alle tribolazioni! Quanta soavità, anche in mezzo alle tristezze e alle banalità di questo mondo!

Perciò, qui davanti al Signore, in una liturgia che è trionfo d’amore – perchè nella liturgia della Messa Cristo rinnova il suo sacrificio, la sua oblazione per amore –, in questa liturgia rinnoviamoci, perchè la tentazione del demonio è tentazione di superbia e di egoismo; tentazione che vuole destabilizzarci ponendoci in una posizione assurda, che è la posizione del peccato, che è la posizione della ribellione, che è la posizione dell’introversione esasperata.

Oh, quanto dobbiamo domandare al Signore la grazia di corrispondere, di vivere sempre in questo amore! E cancelliamo il peccato, perchè il peccato è il contrario dell’amore; cancelliamo il peccato, viviamo di grazia, viviamo di gioia, di amore, viviamo corrispondendo con pienezza al piano di Dio.

Su tutta l’umanità c’è il suo progetto e c’è per ogni anima. Per ogni anima il Signore ha una strada.

Corrispondere nell’amore e percorrere questa strada è essere generosi, è essere sereni, è realizzare noi stessi. E poi corrispondere nell’amore di Dio all’amore del prossimo, perchè dobbiamo sempre pensare alla nostra fraternità in Dio e nella redenzione di Cristo Signore.

CODICE 88LVO0133UN
LUOGO E DATA S. Ilario d’Enza, 30/10/1988
OCCASIONE Omelia, XXXI Domenica Tempo Ordinario – Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Corrispondere all’amore di Dio
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