09/11/1986 - Omelia XXXII Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza, 09/11/1986
Omelia, XXXII Domenica Tempo Ordinario, Dedicazione Basilica Lateranense

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2 Mac 7,1-2.9-14; 2 Ts 2,16-3,5; Lc 20, 27-38.

È la festa di una chiesa, san Giovanni in Laterano, la prima chiesa di Roma. Festeggiando questo tempio festeggiamo la nostra unità ecclesiale, festeggiamo la meraviglia che ha fatto di noi il Signore: ci ha voluto tutti come una chiesa e tutti devono essere le pietre vive e sante di questa meraviglia dell’amore del Signore. La Chiesa infatti è la Sposa di Gesù, cioè la Chiesa è amata da Gesù come una sposa. È amata e resa feconda.

La Chiesa soffre, la Chiesa prega, la Chiesa evangelizza. Dobbiamo ringraziare il Signore perché nonostante tutte le persecuzioni la Chiesa vive e compie la sua opera, perché nonostante tanti suoi figli siano peccatori la Chiesa è santa. E la Chiesa è la madre nostra: riceviamo il vangelo, riceviamo la dottrina della fede dalla Chiesa.

Dobbiamo sentire l’impegno nostro che è l’impegno di capire, di sentire che siamo inseriti nella Chiesa e che dobbiamo vivere nel mistero della Chiesa. Troppe volte la tentazione nel cristiano è una tentazione di stolta autonomia: crede di essere chissà chi e vuole ragionare con la sua testa e vuole interpretare il vangelo con la sua intelligenza unicamente usata per il proprio orgoglio.

Troppi cristiani non sono dei figli. Vogliono essere dei giudici e con questo sbagliano nella maniera più assurda e si pongono fuori. Si pongono come si sono posti gli uomini che non si sono messi nell’arca. Quando venne il diluvio, si salvarono solo otto persone. Le altre morirono tutte, perché era l’arca della salvezza. Così è della Chiesa: è l’arca di salvezza.

E nella Chiesa dobbiamo sentire che abbiamo un posto, il nostro posto. Abbiamo anche noi da ricevere e anche noi abbiamo da dare. Troppi – sì, troppi! − non sanno né ricevere né dare. Guardiamo cosa dobbiamo ricevere.

Dobbiamo ricevere la Parola che è proclamata dalla Chiesa; dobbiamo ricevere l’indirizzo. Dobbiamo accostarci ai sacramenti che ci dà la Chiesa. Dobbiamo con gioia ascoltare i pastori della Chiesa e avere il nostro confessore che ci guida nei problemi della nostra anima.

E dobbiamo dare. Dobbiamo dare con un senso profondo di fede. Dobbiamo usare carità. Dobbiamo rispettare tutti. Dobbiamo essere solidali e adoperare le nostre qualità. San Paolo parla dei carismi, cioè delle grazie che abbiamo non per noi ma per gli altri. Dobbiamo cioè, nel nostro campo, dimostrarci veri cristiani e adoperare le grazie che ci dà il Signore per gli altri. Sentire la solidarietà con tutti i cristiani del mondo. La Chiesa non è solo qui, è in tutto il mondo! E in tutto il mondo compie l’opera che le ha affidato il Signore. La Chiesa è missionaria. Dobbiamo sentire questa missionarietà per essere aperti a tutti i problemi per intervenire dove possiamo, in tutte le necessità. Cerchiamo allora di ascoltare l’invito del Signore: “È giunto il tempo in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità” (Gv 4,23). Anche noi essere fervidi, anche noi essere generosi, anche noi essere impegnati, impegnati soprattutto nella liturgia che è il culmine della vita della Chiesa, è la fonte dalla quale viene tutta la vita della Chiesa. L’assemblea liturgica ci trovi attenti, ci trovi devoti, ci trovi, generosi. Pregare insieme! Sentire insieme!

Alzare il cuore insieme al Signore, perché benedica la nostra comunità e tutte le comunità! Perché dia la grazia a noi di essere veri testimoni. Quanto dobbiamo amare la liturgia! Nella liturgia non siamo degli spettatori, siamo di quelli che agiscono. Abbiamo il sacerdozio del nostro Battesimo. E allora amiamo le assemblee liturgiche! Siamo sempre presenti, puntuali e partecipi nel rispondere, nel corrispondere. Corrispondere vuol dire sentire che il sacerdote non fa un’azione per suo conto, che tutti insieme celebriamo la Messa, che tutti insieme diamo lode al Signore.

È questo il proposito che dobbiamo fare oggi: comprensione, vita liturgica, impegno.

CODICE 86M8O0133VN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 09/11/1986
OCCASIONE Omelia, XXXII Domenica Tempo Ordinario, Dedicazione Basilica Lateranense
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Unità ecclesiale; essere figli della Chiesa. Dare e ricevere dalla Chiesa
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