Lc 20, 27-38
L’insegnamento è molto evidente: noi siamo pellegrini, andiamo verso l’eternità, un’eternità di gaudio e di pace, un’eternità che sazierà completamente il nostro desiderio. Certo! Certo, tutto in questa vita deve essere indirizzato all’eternità, è nell’eternità la nostra vera vita, la nostra grande pace. Il Signore sottolinea come i Sadducei si ingannano, i Sadducei che pensavano all’eternità come si pensa al tempo, perché erano attaccati al tempo, erano attaccati al relativo, erano attaccati a quello che non si può fermare, a quello che passa. E passa così rapidamente! E noi, anche noi ci assomigliamo ai Sadducei, perché diamo troppo peso, eccessiva importanza a quello che è transeunte ed effimero. Siamo attaccati come le ostriche allo scoglio, e parliamo un linguaggio che non è quello della fede, e abbiamo un sentimento che non è quello dei figli della risurrezione. Perchè? Perché l’egoismo ci prende, perché ci prende l’avarizia, perché ci prende l’orgoglio e così farnetichiamo sempre di cose che in realtà non possiamo raggiungere.
Oh, il senso dell’eternità come lo dobbiamo chiedere! Come lo dobbiamo desiderare, noi che dobbiamo essere con Cristo! Noi ai quali non deve fare paura nemmeno la morte e nemmeno i dolori e le incognite della morte! Perché siamo con Cristo, perché viviamo di Lui, perché Lui è il Signore di tutto! Noi Lo chiamiamo, sì, Signore, ma ci pensiamo poco al valore di questa parola. È veramente il dominatore e chi è con Lui partecipa della sua gloria e della sua potenza.
Impegniamoci allora e il nostro impegno sia un lavoro serio. Impegniamoci a gerarchizzare le nostre cose, a vederle nella luce dell’eternità, a vedere il valore vero che hanno, il valore grande, il valore dei sacrifici fatti per il Signore, il valore degli atti di carità, il valore di quella carità cui il Signore ha promesso tanta ricompensa, il valore della nostra preghiera, il valore di ciò che il Signore ha beatificato! E lo sappiamo bene che cosa ha beatificato il Signore, le abbiamo meditate anche recentemente le beatitudini: i poveri, i miti, coloro che soffrono, i puri di cuore. Oh sì, sono questi i valori! È questo che dobbiamo cercare di mettere nella nostra vita: poveri di tutte le cose, ma non poveri di Dio. Miti e buoni con tutti, perché vediamo in tutto Dio, in tutto, guardiamo ogni cosa con la luce che viene da Lui e il nostro cuore si dilaterà e le nostre opere buone si moltiplicheranno. Tante opere buone! con fortezza le nostre opere buone! con gioia le nostre opere buone! Sia, questa domenica che ci ricorda l’eternità, una spinta perché possiamo tesoreggiare, “perché dov’è il nostro tesoro ivi è il nostro cuore” e il nostro tesoro deve essere nei cieli e il nostro tesoro deve essere in Gesù e il nostro tesoro deve essere nella gloria del paradiso. È lì dove dobbiamo tendere è lì dove dobbiamo desiderare e amare. Restiamo in Gesù, nella sua grazia e nel suo mirabile amore.
CODICE | 83M5O0133VN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 06/011/1983 |
OCCASIONE | Omelia XXXII Domenica tempo ordinario Anno C |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’eternità |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS