09/11/1975 - Omelia XXXII Domenica Ord Dedicazione Basilica Lateranense ore 6.30 e ore 8.15

Sant’Ilario d’Enza, 09/11/1975
Omelia, Domenica Festa Dedicazione Basilica Lateranense - Messa ore 6,30 e 8, 30 - Battesimi

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1 Re 8, 22-23. 27-30; 1 Pt 2, 4-9; Gv 4, 19-24

MESSA ORE 6, 30

La Liturgia oggi ricorda la dedicazione, cioè la consacrazione, della grande basilica di Roma San Giovanni in Laterano. La Chiesa ha sempre sottolineato questo gesto di consacrazione che si opera nei templi materiali, le chiese, ma evidentemente riferendosi ad un altro tempio, ad un altro sacrario, a quel sacrario che è ognuna delle nostre anime quando riceve lo Spirito Santo, perché ritornano le parole di san Paolo: “Voi siete il tempio in cui c’è Dio” (1 Cor 3, 16). Ognuno di noi ha ricevuto una consacrazione ineffabile: la consacrazione del Battesimo. Col Battesimo lo Spirito Santo ha preso possesso dell’anima nostra, è diventato nostro ospite. E la consacrazione che lui pone nell’anima nostra è per la santità ed è per la vita eterna. Troppo spesso, forse, noi dimentichiamo questa consacrazione battesimale che fa di noi, di ognuno di noi una pietra viva, preziosa davanti a Dio, che fa di noi coloro che sono destinati alla santità, a un’autentica, forte santità. Il cristiano non è stato battezzato per diventare come gli altri uomini, non è stato battezzato per diventare un mediocre: è stato battezzato per essere unito a Cristo come un membro del suo Corpo, è stato dunque battezzato per essere veramente come Gesù Cristo nella santità.

Ed è allora in questo che noi dobbiamo fare la nostra meditazione. Prima di tutto, allora, un battezzato deve considerare se stesso come una cosa sacra, più allora di una chiesa, più di un tabernacolo, più di un vaso sacro in cui si contiene il Santissimo Sacramento, di più. Questo senso di sacralità ci deve prendere, ci deve occupare, dev’essere il movente di tante nostre azioni: “Conservatevi in santità”. Tutto ciò che è indegno e l’indegnità è data dal peccato, è data da una profanazione evidente che risulta dal non obbedire a Dio. Conservarci sacri, sacri nella nostra mente tenendo pensieri come vuole Dio, sacri nel nostro cuore non profanandolo mai con degli affetti, che non partono da Dio e non terminano a Dio.

“Non contristate”, dice l’apostolo San Paolo, “lo Spirito di Dio che è in voi. Non date alla vostra anima un motivo perché diventi qualche cosa di rotto, di sporco, di indegno”. Ecco, seconda cosa: lo Spirito Santo è in noi, ma non è Dio che tace, è Dio che parla. Lo Spirito Santo parla nel nostro cuore attraverso la nostra coscienza, attraverso il dettame della nostra ragione. Lo Spirito parla perché noi ascoltiamo. In fondo il cristiano può essere sempre guidato dallo Spirito Santo, la nostra vera legge è lo Spirito Santo. Ascoltare le nostre buone ispirazioni dello Spirito, agire in conformità della rettitudine della nostra coscienza è la sicurezza della strada, è certamente così che arriviamo alla meta.

E poi, ecco, un terzo motivo di riflessione: se noi siamo tempio di Dio, se lo Spirito Santo abita in noi, quanto dobbiamo cercare di adornare questa nostra anima! I nostri ornamenti sono le nostre opere buone. È proprio così che noi possiamo portar via delle cose da questa terra. I beni materiali li lasciamo tutti; che cosa portiamo nella vita eterna? Portiamo i nostri meriti, le opere fatte per amore di Dio, le opere buone che possiamo moltiplicare, quelle opere buone che sono la nostra consolazione, che sono, al presente, motivo di speranza e che poi nell’eternità saranno motivi di gloria. Moltiplicare le nostre opere buone vuol dire veramente ascoltare le parole del Signore, quelle che meditavamo recentemente nella Liturgia: “Siamo degli amministratori”. Dobbiamo amministrare bene, siamo degli amministratori: che il Signore ci trovi con un impegno, con una generosità, con una onestà profonda.

Ecco, ricordandoci così che il Signore nell’Eucaristia viene spesso in questo tempio della nostra anima, vogliamo essere sempre più docili e sempre più diligenti, perché il Signore Gesù col suo sacro Corpo operi sempre di più una rinnovazione e così, guidati dallo Spirito Santo, arriviamo fino ad essere le pietre preziose della Gerusalemme celeste, cioè della città di Dio, della città dell’eternità.

meSSa ORE 8,30

La Chiesa oggi celebra la dedicazione, cioè la consacrazione a tempio della basilica di San Giovanni in Laterano e un po’ così si celebra la festa di tutte le chiese, di quando quell’edificio è stato destinato a luogo di preghiera, a luogo dove l’assemblea dei fedeli si riunisce, per dare al Signore la lode vera insieme a Gesù. Ed è evidente, ogni tempio si chiama “chiesa”, perché è il luogo dove si raduna la Chiesa, “chiesa” vuol dire convocazione, dove si convoca il popolo, dove il popolo di Dio è chiamato dalla Parola stessa del Signore; si trova particolarmente la domenica per adempiere al suo compito, alla sua missione. La Chiesa, infatti, è posta per la gloria del Signore. La Chiesa ha due compiti: uno è il compito della lode, dell’onore e del sacrificio al Signore, l’altro è per il mondo, per la salvezza di tutti gli uomini.

Ed è così che dobbiamo porre la nostra riflessione, di noi che facciamo parte della Chiesa, la riflessione di noi chiamati così dalla misericordia di Dio senza nessun nostro merito. Avete sentito le parole dell’apostolo Pietro: “Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo di Dio “ (1 Pt 2, 9). Chiamati così, senza merito, dobbiamo, ed è necessario, corrispondere, corrispondere, responsabilizzarci, perché è solo così che formiamo la vera Chiesa, dono di Dio ma ancora collaborazione degli uomini. Essere Chiesa è un onore, ma essere Chiesa è un grande compito, una meravigliosa visone. Essere Chiesa, ricordiamolo. Perché ci mettiamo insieme? Ci mettiamo insieme perché in mezzo a noi c’è Gesù: “Quando due o tre sono riuniti in nome mio, io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20). Perché siamo insieme? Per essere guidati dallo Spirito Santo. Ecco, aveva promesso Gesù: “Io vi manderò lo Spirito di verità: egli vi insegnerà tutto” (Gv 18, 26). La nostra legge è lo Spirito Santo ed è nello Spirito Santo che dobbiamo compiere le nostre azioni e svolgere le nostre responsabilità. Perché siamo insieme? Proprio perché con il Battesimo siamo diventati un sacerdozio regale. Insieme a Cristo, noi dobbiamo offrire il sacrificio per la salvezza del mondo; insieme a Cristo noi dobbiamo compiere questo atto di salvezza. Ricordiamo: la Messa non è celebrata dal sacerdote e vi assistono gli altri; la Messa è un’azione fatta insieme, siamo tutti noi che celebriamo la Messa perché rappresentiamo la “stirpe eletta”, dico “eletta” per la misericordia di Dio, “eletta” non perché noi siamo migliori degli altri, ma perché il Signore è stato buono con noi. E allora, ecco, siamo insieme per dare un contributo alla salvezza del mondo. Tutti gli uomini è necessario che entrino nella Chiesa di Dio, ma il Signore ha voluto che noi collaboriamo: “Andate, predicate il vangelo. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà sarà condannato” (Mc 16, 15).

Ecco, prendere da questa festa una nuova coscienza della nostra vita spirituale, della nostra posizione di Chiesa, del nostro dovere di lode, di sacrificio, di amore, del nostro impegno fattivo e continuo nelle opere, che il Signore domanda da noi.

Ecco questa festa e in questa festa i Battesimi che si inquadrano così, in una maniera veramente piena nella Liturgia. È il Battesimo che ci fa Chiesa, è il Battesimo che fa di creature umane pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo. Ed è così che ci uniamo ai loro genitori nel ringraziare Dio, nel pregare Dio, nell’invocare per queste creature abbondante e piena la grazia del Signore, perché crescano come li vuole lui, perché possano così realizzarsi nelle loro vita cristiana in una magnifica pienezza. Noi ci uniamo ai nostri amici proprio così, in uno spirito di profonda fede. Invochiamo, auguriamo e vogliamo collaborare così per la grazia, per la misericordia di Dio perché tutto si compia nella maniera migliore.

CODICE 75M8O0133VN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 09/11/1975
OCCASIONE Omelia, Domenica Festa Dedicazione Basilica Lateranense - Messa ore 6,30 e 8, 30 - Battesimi
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Sacralità dell’uomo
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