12/11/1989 - Omelia XXXII Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza, 12/11/1989
Omelia, XXXII Domenica Tempo Ordinario – Anno C

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2 Mac 7,1-2. 9-14; 2 Ts 2,16 – 3,5; Lc 20,27-38.

Siamo invitati a meditare come Gesù sia la nostra vita: è la vita del tempo ed è la vita dell’eternità. Possiede la vita, perchè il Verbo si è fatto carne e ha preso abitazione presso di noi (Cfr Gv 1,14). E la vita divina, che Gesù dona a tutti quelli che credono e si uniscono a Lui, è la vera vita.

Chi non accetta Gesù, chi respinge il suo amore, si condanna alla morte, alla tristezza, al buio della morte; si condanna da se stesso.

Per vivere la vita di Gesù è necessario accogliere la sua parola, che è parola di vita. Lo ha detto Lui stesso: “Le parole che io vi rivolgo sono parole di vita” (Cfr Gv 6,63) e sono parole di amore e di esortazione, perché la nostra esistenza sia nella sua carità.

Perché un cristiano non ha paura della morte? Perché sa che, se è breve la nostra abitazione quaggiù, eterna si apre la ricompensa.

Se Gesù è la vita e tutto quello che comporta la vita – l’attivismo, la generosità delle opere, l’amore –, ecco che dobbiamo esaminare noi stessi per vedere quanto abbiamo cercato di vivere la vita di Gesù, quanto l’abbiamo accolta in noi o se, con facilità, abbiamo trasformato la nostra fede in un’abitudine e la nostra preghiera in un rito vuoto.

Dobbiamo vedere se abbiamo sentito che per vivere la vita di Gesù, cioè la vita di figli di Dio, bisogna porci come discepoli.

Noi dobbiamo essere suoi discepoli, dobbiamo calcare le sue orme, seguire il suo invito. Il suo invito sembra severo: “Chi non prende la sua croce ogni giorno, non può seguirmi” (Cfr Mt 16,24), ma è la logica dell’esistenza di quaggiù, che deve essere prova, che deve essere dimostrazione, che deve essere superamento di tutte le forze che tentano di deformare la nostra vita.

La vita è lotta, ma è lotta con Lui. Il Signore non solo ci precede – e noi lo seguiamo proprio perchè discepoli – ma ci dona una straordinaria grazia, una comunicazione continua che parte dal suo cuore così ricco di amore.

Dobbiamo allora accettare la logica della lotta: lotta contro il peccato, contro il ripetersi dei peccati e dei nostri difetti, lotta contro l’egoismo e l’orgoglio che tentano di coinvolgerci e di farci seguire un’altra strada.

La lotta per la vita è la lotta per l’eternità, perchè dal nostro comportamento dipende proprio tutta l’eternità. L’eternità viene dal tempo: come useremo il tempo così avremo l’eternità! Se lo useremo male, il castigo sarà eterno; se lo usiamo bene, il premio sarà eterno, e sarà in proporzione di quanto abbiamo fatto per il buon Dio.

Impegniamoci, impegniamoci fortemente a realizzare quanto più possiamo, impegniamoci a realizzare quelli che si chiamano i «meriti», cioè le azioni degne di ricompensa; il Signore ricompensa in maniera prodigiosa, magnifica, grande.

Lavoriamo molto, impegniamoci molto. Gesù, vita, sarà la nostra gioia nel presente e la magnifica nostra gioia per l’eternità.

CODICE 89MBO0133VN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 12/11/1989
OCCASIONE Omelia, XXXII Domenica Tempo Ordinario – Anno C
DESTINATARIO Ultime parole rivolte alla comunità parrocchiale riunita nella celebrazione eucaristica
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI In cammino verso l’eternità
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