12/11/1978 - Omelia XXXII Ord

Sant'Ilario d'Enza, 12/11/1978
Omelia, XXXII Domenica Tempo Ordinario - Anno A

Ascolta l'audio

Sap 6, 12-16; 1 Ts 4, 13-18; Mt 25, 1-13

La nostra vita è un cammino verso l’eternità. Prima di arrivare alle porte della luce ed entrare nello splendore del regno di Dio, noi dobbiamo realizzare una preparazione, una preparazione sulla quale il Signore insiste, quando dice a noi di essere vigilanti, non sonnolenti e pigri. Ci dice di essere vigilanti, cioè di realizzare quelle opere, di realizzare quell’attesa nelle opere, che è propria di coloro che hanno ricevuto così tanto dal suo amore.

Se dobbiamo lavorare, se dobbiamo offrire, se dobbiamo entrare nella logica della croce di Cristo, non per questo dobbiamo essere tristi, noi dobbiamo essere pieni della gioia dell’amore di Dio, pieni di gioia nell’attesa. Soggiunge l’apostolo: “Chi mi separerà dall’amore di Cristo?”. Nessuna cosa creata ci può strappare da lui, nessuna potenza, nessuna persecuzione, nessuna tentazione. Lui è fedele, è fedele fino in fondo, ci custodisce, secondo l’espressione del Salmo, “come la pupilla dell’occhio”. Ha una provvidenza su di noi ricca di un’infinita sapienza, oh sì, per ognuno di noi e la nostra vita è nelle sue mani. Ci guida passo per passo verso il compimento di tutto, verso il compimento della nostra perfezione e della nostra gioia.

In questa terra perciò dobbiamo dare largo spazio alla pace, alla serenità, alla gioia, tenendo sempre la nostra anima come dice il Salmo responsoriale: la sete del Signore, una sete cioè un desiderio vivo e fervido, un desiderio che si traduce in quelle opere di bene, che sono l’adempimento della sua volontà.

Noi che viviamo, noi che operiamo non dobbiamo mai rattristarci, perché non andiamo verso cose che ci lacerano senza speranza, noi andiamo verso delle cose che, tutte, ci costruiscono. Di qui la gioia cristiana, che è riconoscenza del dono che si ripete giorno per giorno, è riconoscenza espressa sempre insistentemente nella Liturgia, soprattutto nella Liturgia eucaristica, perché è salutare per noi questa riconoscenza, questa certezza cioè del dono ricevuto e del dono che continua a moltiplicarsi e che non verrà mai meno.

Gioia che si esprime nella certezza, che le forze del male non prevarranno mai sul bene, che nella lotta intima della nostra anima lui risorto è presente e lui ci sostiene continuamente.

Gioia allora che è conquista, la conquista di ogni giorno, la conquista che si matura nella confidenza, nella certezza di fede, nella soave speranza, nella pienezza di una carità che ci occupa e ci trasforma, che ci occupa e ci trasforma per la nostra gioia e per il bene dei nostri fratelli. La vita messa così a servizio, a servizio della gloria di Dio e del bene dei nostri fratelli, una vita piena, una vita grande, una vita veramente feconda.

Oh, la gioia cristiana che si matura così, attraverso il dovere quotidiano fatto sotto gli occhi del Padre, che ci capisce e scusa e perdona le nostre mancanze, che è pronto a darci il suo perdono ogni volta che noi abbiamo la fragilità di mancare, che è pronto a sostenerci solo che diciamo: “Aiutami”.

Ecco, la parabola delle vergini prende quindi il suo pieno senso: noi dobbiamo tenere la riserva dell’olio, noi non dobbiamo sbagliare i calcoli. Lo sposo tarda, ma lo sposo verrà e l’amore suo è sempre sottolineato con un amore nuziale, un amore pieno, un amore di dono, un amore perenne. In questo realizziamo pienamente quanto il Signore ci domanda, quanto il Signore vuole dalla nostra vita, che deve essere segnata così nella grazia dello Spirito, nella consolazione dello Spirito e ancora in un’attesa sempre più fervida dello Spirito di Dio, che ci trasforma per il bene della nostra Chiesa e per il bene del mondo.

CODICE 78MBO0133VN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 12/11/1978
OCCASIONE Omelia, XXXII Domenica Tempo Ordinario - Anno A
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Vigilanza
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS