Ml 3, 1-4; Eb 2, 14-18; Lc 2, 22-40
La festa di oggi è come il grande offertorio della festa di Pasqua, perché il Signore va al Tempio a offrirsi al Padre suo, a offrirsi per la salvezza del mondo. Entra nel suo Tempio. Quel Tempio costruito ad onore di Dio, quel Tempio costruito con ricchezza e magnificenza ha la visita di Dio. Gesù viene al suo Tempio. Nascosto agli occhi degli uomini, entra offrendosi, agnello immacolato, per la salvezza di tutto l’universo.
Da secoli nel Tempio di Gerusalemme si offrivano sacrifici, da secoli c’era un culto ininterrotto. Più di tutti i sacrifici, è gradito al Padre il dono che Gesù fa di Se stesso; quei sacrifici erano solo il simbolo, erano la profezia del suo sacrificio.
Gesù si offre, si offre con infinito amore e, guidati dallo Spirito Santo, si uniscono alla sua offerta la Madonna, san Giuseppe, Simeone ed Anna. Soprattutto si unisce con sentimenti di purissimo amore la Vergine Maria: Lei, che l’aveva già offerto prima ancora che nascesse, che l’aveva offerto alla nascita, lo offre ora nel Tempio con l’intenso desiderio di immolarsi con Lui. E Simeone le ricorda: “Anche la tua anima sarà trapassata da una spada” (cfr Lc 2, 35). Si offre, come si offrirà ai piedi della Croce sul Calvario.
Ecco, la festa di oggi ci ricorda il nostro dovere di offerta. Dobbiamo anche noi saperci offrire nella volontà del Padre, saperci offrire per il bene, per tutto il bene che il Signore vuole dalla nostra vita, perché ogni cristiano deve partecipare in sentimento di fede e di amore alla morte del Signore e alla sua resurrezione. Offrirci, per saper superare le nostre battaglie spirituali, per fare un’offerta gradita a Dio nell’osservare i suoi Comandamenti, sapendo bene che, se vogliamo essere fedeli, dobbiamo accettare le rinunce e i sacrifici che si richiedono ad ogni cristiano. Dobbiamo saper superare le tentazioni, le stanchezze, saper vincere i momenti di lotta che, per ognuno, giorno per giorno, il Signore permette. Troppo, troppo siamo condizionati facilmente dalle nostre crisi, dalle nostre periodiche forme di avvilimento. Ci sa fatica. La pigrizia ci occupa e facciamo poco e facciamo male e la nostra preghiera è trascurata e la nostra virtù è, così, completamente lasciata perdere nella sua integrità e nella sua forza.
Oggi dobbiamo promettere al Signore un cristianesimo più forte, una fede più perseverante, un impegno più generoso. Come Maria e Giuseppe si sono uniti a Gesù, così ci dobbiamo unire anche noi nell’offrirci e nel fare veramente e sempre il nostro dovere, il nostro impegno, quello che il buon Dio vuole da ognuno di noi.
È questa la promessa. Abbiamo ricevuto la candela, l’abbiamo accesa, l’abbiamo innalzata, abbiamo detto: “Nella fede deve essere la nostra vita, nella fede dobbiamo trovare la luce e l’energia”.
Una maggiore fede, una fede più decisa e più fervida, perché tutto sia nella grazia e nella misericordia del Signore.
CODICE | 84B1O01333N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 02/02/1984 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì IV settimana Tempo Ordinario, Festa Presentazione di Gesù al Tempio |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’offerta d’immolazione di Gesù e di Maria - Il nostro dovere di offerta per il bene |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS