Alta e fervida si deve innalzare la nostra preghiera alla santa patrona nostra davanti al Signore. Siamo una comunità unita nel nome di una vergine e di una martire. Dobbiamo sentire l’onore e dobbiamo sentire l’impegno. Una comunità che porta il sigillo della verginità e del martirio deve essere una comunità fervente. Dobbiamo sentire la necessità di vivere pienamente la nostra vocazione cristiana. Seguire Cristo, seguirlo fino in fondo, secondo le sue parole: “Chi vuol venire dietro di me prenda la sua croce e mi segua” (cfr. Mt 16,24 ; cfr. Mc 8,34 ; cfr. Lc 9,23). “Chi pone mano all’aratro e si volta indietro non è degno del regno di Dio” (cfr. Lc 9,62). Dobbiamo sentire questa nostra vocazione, forte, viva, dobbiamo sentire che non possiamo in nessun caso essere cristiani tiepidi, strascicati, faticosi, dei cristiani che si dilettano nei compromessi. Bisogna che ci impegniamo prima di tutto, che ci impegniamo nel nostro dono al Signore. Verginità è dono. È indivisione di dono. Che ci sentiamo veramente così in un discorso che ha le più forti conseguenze. Un dono a Dio. Dice integrità, dice amore, dice continuità. Il nostro dono deve essere un dono nella preghiera, un dono particolare nell’assemblea della messa, un dono in tutta la nostra liturgia. Dobbiamo essere dono, lode, amore, benedizione, ringraziamento al nostro Dio. Noi dobbiamo sentire che la vita ha un grande valore, che la vita è un regalo preziosissimo del Signore cui noi dobbiamo corrispondere. Perché Gesù, mediante il suo Mistero Pasquale, ci ha dato il dono di questa vita, della vita soprannaturale, della vita impegnata ad essere servizio al Padre. E lo sappiamo bene, questo dono non è facile. Questo dono richiede impegno, richiede generosità, richiede slancio. E non sono poche le cose che ci ostacolano. Ecco, il martirio che il cristiano cosciente deve accettare. La testimonianza della sua vita davanti a Dio e davanti agli uomini. Questo mistico spargere il sangue perché “chi vuol venire dietro di me prenda la sua croce”. E “Se il chicco di frumento cadendo per terra non muore, non produce frutto” (cfr. Gv 12,24). Ecco impegnati, ecco generosi, ecco senza paura, ecco senza timidità, ecco che giorno per giorno dobbiamo far vedere a nostro Signore che lo amiamo veramente e che nella nostra vita parrocchiale attuiamo il suo progetto, il progetto che lui ha voluto per la sua chiesa. Giorno per giorno attuiamo il progetto amandoci tra di noi e amando tutti per essere figli del Padre celeste. Amare tutti, ma essere di testimonianza a tutti, essere per l’evangelizzazione di ogni anima. Col nostro sacrificio, col nostro impegno, con la nostra organizzazione. Noi lavoriamo per il regno di Dio e sempre di più ci vogliamo impegnare per il regno di Dio. Ogni giorno sempre di più. Con sempre maggiore forza, con sempre maggiore disponibilità, senza indietreggiare mai e senza stancarci. Voglia santa Eulalia ottenerci dal Signore queste benedizioni, ottenerci dal Signore questo slancio perenne, questo entusiasmo fervido, questa umiltà di servizio. Voglia santa Eulalia ottenerci dal Signore di essere sempre pronti, vigorosi, generosi in ogni occasione.
CODICE | 83N9O01311N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario D’Enza 10 Dicembre 1983, sabato |
OCCASIONE | Omelia - Festa di Santa Eulalia |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Verginità: dono a Dio |
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