15/03/1975 - Sabato IV Quar

Sant’Ilario d’Enza, 15/03/1975
Omelia, Sabato IV Settimana Tempo Quaresima – battesimo di 2 bambine

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Ger 11,18-20; Gv 7,40-53

Domenica scorsa il tema della riflessione liturgica era: Gesù è la luce, è la verità. Il tema di questa nostra liturgia, la V di quaresima è: Gesù è la vita. Quando anche la morte si incontra con Gesù la morte non è più, perché si incontra con l’autore stesso della vita. Quanto più questa sera dobbiamo meditare su queste parole del Signore, quando incominciamo il tempo della Passione nel quale consideriamo il Signore crocefisso. Il tempo della Passione si configura così: chi partecipa al mistero pasquale di Cristo è nell’ordine della vita, è nell’ordine della salvezza, è nell’ordine futuro della resurrezione e della gloria. Un battesimo che cosa vuol dire? Vuol dire proprio questo. Dirà san Paolo: “Nel battesimo noi siamo immersi nella Passione di Cristo”. Ecco il battesimo è un’anima che viene presa da Cristo, che viene trasformata in Lui. È un’anima cui viene data la grazia santificante, cui viene data l’abitazione dello Spirito Santo, cui viene data la ricchezza delle virtù teologali. È un’anima singolarmente arricchita, è un’anima davanti a Dio resa come un angelo, in una grandezza e in uno splendore inimmaginabile. Queste bambine vengono battezzate e vengono battezzate nella fede, nella fede dei loro genitori, nella fede della comunità cristiana. Vengono battezzate perché si sviluppi in loro ciò che il Signore stasera porrà: un germe meraviglioso, un seme di grazia. Il battezzato deve essere talmente vitale da manifestare Cristo in tutta la sua vita. Ecco, la vitalità, Cristo vita, trasmessa alle nostre anime. Un battezzato ha delle precise responsabilità perché ha dei precisi doni, dei doni molto, molto grandi perché valgono tutto il sangue di Cristo. E allora tutti noi che siamo battezzati dobbiamo riflettere su questa vitalità della grazia nel nostro cuore, se viviamo in grazia di Dio, se cresciamo in grazia di Dio, se la nostra vita cristiana è veramente un rigoglio di vita, se la nostra vita cristiana è uno sbocciare di bene. Un cristiano degno di questo nome è un cristiano logico, è un cristiano non di apparenza, non di consuetudine, non di gesti esteriori. Un cristiano autentico è uno che, unito a Gesù, dà i frutti di grazia. Impegniamoci allora perché questa grazia sia veramente grande, preghiamo per queste bambine perché possano nella loro vita manifestare il Signore e possano essere contente della vita di grazia, della vita di fede e possano manifestarla agli altri.

CODICE 75CEQ01343A
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 15/03/1975
OCCASIONE Omelia, Sabato IV Settimana Tempo Quaresima – battesimo di 2 bambine
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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