27/12/1987 - Santa Famiglia

Sant’Ilario d’Enza, 27/12/1987
Omelia, Domenica Festa Santa Famiglia – Anno B

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Gn 15, 1-6; Eb 11,8. 11-12. 17-19; Lc 2,22-40.

Siamo chiamati a guardare con ammirazione la famiglia di Nazareth, la famiglia che Dio ha voluto come modello per tutte le famiglie cristiane, che ha voluto perché si sentisse con fortezza il piano di Dio. Gesù per questo è nato ed è vissuto in famiglia, perché si capisca bene il progetto di Dio, il suo piano, perché si scopra sempre di più il sacro che ha la famiglia. Fare una famiglia è compiere una cosa grande, è compiere la volontà del Signore. Vivere santamente nella famiglia è la vocazione della maggior parte. Vivere santamente vuol dire fare con umiltà, con perseveranza il proprio dovere, realizzare questo dovere con umiltà e con amore.

È l’amore che deve regnare nella famiglia, è l’amore che deve guidare tutto lo svolgersi della vita familiare; è l’amore che il Signore ha voluto alla base e ha voluto come sorgente. La famiglia dev’essere la sorgente dell’amore. La famiglia deve guardare a Dio Signore e Creatore. La famiglia si forma per l’amore e per la vita, deve guardare a Dio Santificatore che ha voluto un sacramento alla base della costituzione della famiglia, un sacramento grande, un sacramento forte, un sacramento che dura tutta la vita.

Ci richiamiamo quindi a quei principi di base che devono essere così particolarmente forti in questo momento, nel quale la famiglia è sottovalutata perché c’è solo il capriccio, c’è solo la passione, c’è solo la volubilità del sentimento alla base di troppi, di troppi che buttano via i valori fondamentali della natura e i valori straordinari della Grazia. Dobbiamo pregare per le nostre famiglie, dobbiamo pregare per tutte le famiglie, dobbiamo pregare perché si capisca che valore Dio ha nascosto nella famiglia.

E ognuno deve vedere la sua posizione nella famiglia: il padre nei suoi doveri fondamentali, la madre nel suo compito essenziale; i figli devono capire che non possono essere validi, non possono crescere bene, se non hanno il senso dell’obbedienza, del sì all’azione dei genitori. I figli non possono solo vantare dei diritti, hanno particolarmente bisogno di capire i doveri: i doveri di collaborazione, i doveri di umiltà, i doveri del lasciarsi guidare e indirizzare. I figli devono capire che la famiglia dipende anche da loro e che non possono mettersi in posizioni egoistiche, in posizioni di pretesa capricciosa e perciò assurda.

Dobbiamo allora invocare dal Signore tanta grazia, perché ogni componente la famiglia senta la sua responsabilità, la responsabilità dell’amore dei genitori, la responsabilità dell’amore dei figli. È una responsabilità che Dio ha dato per la costruzione del Regno di Dio, una responsabilità che bisogna sempre rimeditare, perché ognuno faccia quanto è possibile, faccia sempre di più, con sempre maggiore senso di fede, con sempre pronunciato spirito di mortificazione. Bisogna abituarsi a sentirsi sempre degli attori, di quelli che agiscono nella famiglia, di quelli che costruiscono. Allora le nostre famiglie cristiane trovino il loro equilibrio e la loro gloria nell’ascoltare la voce dello Spirito, nel lasciarsi guidare e forgiare da questo Spirito, che è Creatore.

CODICE 87NSO01320N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 27/12/1987
OCCASIONE Omelia, Domenica Festa Santa Famiglia – Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La famiglia nel piano d’amore di Dio
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