16/03/1975 - V Domenica Quar ore 630

Sant’Ilario d’Enza, 16/03/1975
Omelia, V Domenica Tempo Quaresima – ore 6,30

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Ez 37,12-14; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45

In questa quaresima noi siamo insistentemente invitati dalla liturgia a capire chi è Gesù, perché chi conosce Lui ha la vita eterna. Non è dunque una conoscenza qualsiasi, non è del tipo della conoscenza astratta. Conoscere Gesù vuol dire comunicare con Gesù, vuol dire partecipare a quello che è Gesù. Ed ecco che oggi la nostra meditazione è così angolata, è così precisata da potere veramente acquisire questo dato fondamentale: Gesù è la vita per tutti. Senza di Lui, non solo c’è il buio, lo meditavamo domenica scorsa, ma senza di Lui c’è la morte. C’è la morte ad ogni livello: c’è la morte del sentimento, c’è la morte dell’amore, c’è la morte tra gli uomini, c’è l’angoscia anche della morte fisica. Senza Gesù nessun valore resiste, nessuna prospettiva autentica c’è per l’uomo. Nessuna speranza. Ecco perché dobbiamo unirci a Lui. Quando noi parliamo di redenzione, e sarà il tema di meditazione per tutti i giorni che verranno, questi quindici giorni di Passione sono proprio dati per riflettere sul tipo della nostra redenzione. Perché ci diciamo redenti? Perché siamo stati strappati dalla morte alla vita. Allora Gesù è per noi assolutamente necessario. La sua redenzione non è un regalo magnifico finchè si vuole, ma un regalo che si situa fuori di noi. Il regalo che ci fa Gesù è un regalo che ci trasforma totalmente. È una comunicazione di vita. E nella vita una comunicazione di amore. Ecco, posto così il tema della nostra riflessione, dopo è facile per noi prendere le conseguenze. E le conseguenze sono queste: la vita di grazia è l’elemento base. Il cristiano vive di una vita divina a lui partecipata nel battesimo. Questa vita divina, detta vita della grazia, è un’ unione profonda con Gesù, è un possedere lo Spirito di Gesù, è avere qualche cosa dentro di noi che rende la nostra vita infinitamente preziosa e sicura. Tra tutti i doni che Dio ci ha dato la grazia è il dono per eccellenza, la grazia è il dono che è per la vita, è per la vita eterna. Senza la grazia santificante questa vita non ha merito, non conta. Senza la grazia santificante dopo questa vita c’è l’abisso dell’inferno. Quanto preziosa allora questa grazia! Come dobbiamo cercare di tenerla in noi, come dobbiamo cercare di accrescerla. Di tenerla in noi: il peccato mortale ce la fa perdere. Di accrescerla: si accresce ricevendo bene i sacramenti, pregando con fede, moltiplicando le nostre opere buone. Crescere vuol dire allora vivere questa vita di unione col Signore ed entrare con Lui nel suo compito, nella sua missione, quella di salvare. Sicché da salvati , ecco, si diventa salvatori. Domandiamo al Signore per noi questo grande amore alla grazia. Chiediamolo per tutti gli uomini. Guardando il crocefisso in questi giorni di Passione capiremo un po’ di più perché Gesù è morto: per darci la grazia, per darci la salvezza, per darla a tutti gli uomini. E per questo dobbiamo collaborare con Lui perché le anime bagnate dal suo sangue non precipitino all’inferno. Il nostro impegno sia dunque il passare questi giorni con più fervore, con più slancio, con più comprensione del suo mistero.

CODICE 75CFQ01344N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 16/03/1975
OCCASIONE Omelia, V Domenica Tempo Quaresima – ore 6,30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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