Is 58,1-9; Mt 9,14-15
La Quaresima non ha il suo valore in una serie di cose che formalmente si fanno. Non ha il suo valore nell’esteriorità, ma ha la sua forza nel richiamarci al nostro battesimo. La quaresima è una preparazione a vivere con più profondità il mistero pasquale del Signore nel quale siamo stati posti col battesimo. Comprendiamo allora: Gesù parla di una festa, quando c’è Lui. Non si può, dice, fare lutto mentre c’è lo sposo. La nostra festa cui man mano ci prepara la quaresima sta proprio in questa unione profonda col Signore, nel vivere questa unione, nel farci un cuore nuovo, un gusto nuovo, nello scegliere ciò che ha scelto il Signore, nell’amare ciò che ama il Signore. Ecco perché nulla conterebbe la quaresima se noi non sapessimo incontrarci col Signore nel nostro prossimo, particolarmente nel più bisognoso, se non capissimo che chiuderci anche in un recinto di cose soavissime non ci conterebbe. È necessario incontrarsi realmente col Signore. Ed ecco allora che vorrei suggerirvi tre punti di meditazione.
Il primo: il mio incontro quotidiano con Gesù. Come avviene? Ed è l’incontro della preghiera. Ci incontriamo con Gesù quando ricordiamo ciò che ci ha fatto il battesimo: una sola cosa con Lui, come la grazia opera una tale unione con Gesù e il battezzato, che le cose di Gesù sono nostre e le nostre vengono fatte proprie da Gesù. Quando noi preghiamo la preghiera sale se Gesù la fa sua. E allora non si può pregare in qualche maniera. Bisogna pregare con le intenzioni, con l’affetto di Gesù. Rivedere allora la nostra preghiera perché alle volte siamo egoisti anche quando preghiamo. Preghiamo male, perché chiediamo cose non giuste. Preghiamo male, perché chiediamo in un modo sbagliato. Preghiamo male, perché siamo distratti.
Secondo punto di riflessione: ci incontriamo con Gesù particolarmente nella messa. Nella messa abbiamo una presenza particolarissima di Gesù. Gesù è presente nel pane trasformato, presente nel vino. È presente in una maniera di sacrificio. Gesù ci vuole con lui nella messa. Ecco allora che la nostra preghiera diventa una partecipazione all’offerta di Gesù. Dobbiamo aggiungere alla croce del Signore le nostre piccole croci, al sacrificio di Gesù i nostri sacrifici. Conosciamo Gesù perché ci uniamo con Lui offrendoci per la salvezza del mondo.
CODICE | 75BDQ0134YN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 14/02/1975 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì dopo le Ceneri |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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