Os 14,2-10; Mc 12,28-34
La vita spirituale è una pienezza. Essere di Dio non è privarsi di qualche cosa, non è rinunciare, non è, cioè, in una posizione negativa. Certo, occorre la purificazione, ma la purificazione non è per il vuoto. La purificazione è per realizzare una pienezza ancora più ricca e più bella. Abbiamo ascoltato nella prima lettura il profeta Osea che parla di questo amore di Dio che crea, questo amore di Dio che rende bello, ricco, di questo amore di Dio che è conforto, che è gioia. “Sarò come rugiada per Israele. Esso fiorirà come un giglio”. Ecco il conforto. “Metterà radici come un albero del Libano, avrà la bellezza dell’olivo e la fragranza del Libano”. Ecco in un’immagine poetica è descritta tutta la meravigliosa bellezza di un’anima che si dà al Signore. Nessuno è così contento come uno che è generoso con Dio. Il vero nemico allora della nostra gioia è proprio l’egoismo. L’egoismo ci frena, ci impicciolisce, ci rende poveri. Più noi diamo a Dio, più Dio dà a noi. C’è una meravigliosa gara di dono. E se tu dai uno, Dio ti dà mille. E se tu gli dai mille, non c’è più numero che possa essere paragonato. Ecco perché siamo impegnati nella generosità. Dio non si lascia vincere in generosità. E allora doniamogli, doniamogli sempre di più perché la nostra vita sia veramente piena di gioia e di pace, perché nella nostra vita possiamo raggiungere con vero nostro gaudio quelle mete che Lui ci ha indicato. Perché, anche quando la sofferenza bussa alla porta di un’anima, quell’anima resta in fondo nella gioia, la gioia di essere di Dio, la gioia di sapere che Dio cambierà ciò che è doloroso in ciò che è grandemente gaudioso. Tutto serve per chi ama Dio. Niente è d’inciampo. Ecco allora il nostro proposito, un proposito forte: l’amore di Dio è un amore che non può avere alcun limite. “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta la forza”. È così? Ecco, che non si può limitare. Ecco che ci dobbiamo pentire se abbiamo pensato che ci fosse una maniera restrittiva, quando invece il modo di amare Dio è amarlo senza modo, senza cioè limite, amarlo con tutte le nostre forze. Tutta la nostra vita deve essere una espressione dell’amore a Dio. Tutti i nostri pensieri, tutte le nostre parole, tutte le nostre azioni, tutto quello che si esprime da noi deve essere vero amore al Signore. Allora cresce la grazia di Dio in noi. Allora crescono la fede, la speranza e la carità. Allora l’anima è guidata meravigliosamente dallo Spirito Santo. Allora si verificano le parole del Salmo: “Si sale di vetta in vetta, fino ad arrivare a Lui”. È necessario allora che noi ripetiamo il nostro proposito. La trasfigurazione avviene a questa condizione: non negare mai niente al Signore, fare tutto per Lui, fare tutto per il suo amore. Non affondarci più nella nostra miseria, nel nostro egoismo, nel nostro orgoglio. Ripetiamo allora la bella frase, la bella giaculatoria: “Mio Dio, mio tutto”.
CODICE | 75C6Q01342N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 07/03/1975 |
OCCASIONE | Omelia, Venerdì III Settimana Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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