14/03/1975 - Venerdi IV Quar

Sant’Ilario d’Enza, 14/03/1975
Omelia, Venerdì IV Settimana Tempo Quaresima

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Sap 2,1. 12-22; Gv 7,1-2. 10. 25-30

Questa sera la liturgia ci richiama ad una virtù che le compendia tutte: la perseveranza. Come l’acclamazione al Vangelo sottolineava portando le parole di Gesù: “Beati coloro che custodiscono la parola e portano frutto con la loro perseveranza”. Non basta cominciare, non basta la buona intenzione, non basta moltiplicare dei buoni sentimenti. Noi saremo giudicati dalle nostre opere. Se andiamo davanti a Dio solo con delle buone intenzioni, ci aspetta la parola che Lui ci ha preannunciato: “ Io non vi conosco”. Conosce le anime dai loro frutti. Ecco perché dobbiamo sempre temere di avere le mani vuote. Dobbiamo temere che al termine della nostra vita ci sia questo tragico fallimento. Noi saremo giudicati dalle nostre opere e le nostre opere che valgono sono quelle fatte per Lui, fatte, allora, nella fede, fatte, allora, nella carità. È necessario che noi discutiamo perciò il valore delle nostre giornate, che discutiamo proprio sul valore delle nostre azioni, perché non ci avvenga che sembrino buone, ma che in realtà non lo siano. E voi sapete che la perseveranza è soprattutto qui, cioè è nel fare le cose per un motivo di fede, nell’amore del Signore. Non semplicemente fare delle cose. Tutti i giorni noi facciamo delle cose, ma è fare il nostro dovere, ma realizzare le opere che ci costano sacrificio, ma tenere il nostro posto, compiere le nostre relazioni e tutto questo per Iddio nella luce della Parola di Dio. “Custodiscono la Parola di Dio in cuore buono e sincero”. Questa bontà e questa sincerità del nostro cuore sta dunque nella nostra retta intenzione, in quel fare per il Signore e proprio perché le cose sono per Lui, che siano fatte unicamente per Lui. Unicamente nel suo amore. Unicamente nella sua grazia. Le cose che noi dividiamo quanto perdono di valore! “Non si può servire a due padroni”, ha detto Gesù. È necessaria questa totalità, perseveranza nell’offrire tutto, perseveranza nell’offrire sempre, perseveranza nel compiere il nostro dovere, perseveranza nell’ascoltare docilmente la voce dello Spirito Santo perché veramente possano verificarsi in noi le parole della Sacra Scrittura: “Riferite ai giusti, ecco, i loro giorni sono pieni”. Siano pieni i nostri giorni fatti così nonostante le tribolazioni. I testi delle letture parlano della tribolazione di chi segue il bene. Particolarmente delle tribolazioni e delle persecuzioni cui è fatto segno Gesù. Ecco, seguire il Signore è essere coraggiosi, non sgomentarsi delle cose contrarie, ma fare tutto così perché quando si fa per Lui c’è il suo Spirito che ci dà energia, c’è il suo Spirito che ci conduce fino in fondo.

CODICE 75CDQ01343N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 14/03/1975
OCCASIONE Omelia, Venerdì IV Settimana Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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