At 13,26-30a
Questa nota la si trova frequentemente nella predicazione degli apostoli: Gesù è morto ed è risorto secondo le Scritture. Non è stato sorpreso dai nemici. Non è una cosa avvenuta per fatalità. Non è una storia che i nemici abbiano inventata. La Passione, la Morte, la Resurrezione del Signore erano già state profetizzate. Gesù stesso più volte si richiama a questa profezia. Si richiama e si richiamerà anche dopo la risurrezione. Dimostrò loro, prendendo i testi della Scrittura, che doveva morire e poi risorgere. Ecco, il Padre, il Padre sapiente e provvidente, ha permesso lo svolgersi della cattiveria umana che aveva previsto perché si verificasse la salvezza. Noi dobbiamo restare in questa meditazione molto tempo perché quello che è detto di Gesù lo possiamo ben dire di ogni cristiano. I dolori che possono venire nella nostra vita, lo svolgersi di cose contrarie o di cose favorevoli rientrano in un piano particolare: il piano di Dio per noi. Il Signore ha voluto che tutti quelli che sono di Cristo avessero lo stesso tracciato di vita di Cristo. Diceva Gesù: “È venuta la mia ora”. Ecco, per ogni uomo si verifica l’ora che è la propria conformazione a Cristo. Il Signore per ognuno di noi nel suo piano ha voluto o permesso quei determinati dolori e quelle determinate gioie perché noi, imitando Gesù, possiamo con Lui essere nella risurrezione e nella gloria. E in questo piano comune, ecco il nostro piano. Ogni persona ha la sua ora. Ogni persona cioè ha quanto il Padre nella sua provvidenza ha preparato. Non abbiamo da cercare la perfezione o la santità molto lontano. Dio stesso ci ha preparato la strada. Dio stesso ci ha tracciato il cammino. Sta dunque a noi fare come ha fatto Gesù. Quando lo interrogavano rispondeva sempre: “E non farò allora la volontà di Colui che mi ha mandato?”. Il suo cibo era fare la volontà del Padre. E così deve essere per noi. Noi dobbiamo passare questa Settimana santa studiando la vita e la Passione di Gesù, studiando la sua umiltà, la sua accettazione della sofferenza. Noi ce lo dobbiamo proporre come vero modello per la nostra vita. Cercare di fare con umiltà, con gioia, con fervore la volontà di Dio su di noi. E la volontà di Dio la sappiamo bene: è ogni giornata fissa in quelle determinate cose che noi chiamiamo il nostro dovere. Dovere: dobbiamo farle. Quelle cose le dobbiamo compiere perché sono predisposte dal piano di provvidenza di Dio, perché attraverso quelle cose, pur umili o antipatiche, possiamo veramente imitare il Signore. Piano che richiede da noi bontà, che richiede da noi pazienza, che richiede da noi forza, che noi evidentemente attingeremo sempre da Gesù.
CODICE | 79D7V013 |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 08/04/1979 |
OCCASIONE | Omelia, Vespri Domenica delle Palme |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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