1 Pt 3, 18. 22
Nella luce dello Spirito Santo meditiamo le parole dell’Apostolo: “Gesù è morto per i peccati. Egli è alla destra di Dio” (cfr. Rom 8, 34). Meditavamo ieri sul timore di Dio. È questa la sicurezza della nostra vittoria, perché il timore di Dio ci unisce fortemente alla morte di Gesù. Ogni cristiano deve compiere misticamente questa morte, non c’è altra strada per realizzare la nostra salvezza. Quindi la luce dell’Ascensione ci faccia sentire qual è veramente la nostra strada: è una strada che passa per il Calvario.
Cosa vuol dire morire? Non essere più. Cosa vuol dire morire al peccato? Non avere più nulla da fare con il peccato. Noi dobbiamo accettare con molta riconoscenza la grazia che il Signore ci dona per morire spiritualmente, per avere allora quel timore di Dio così fervido, così grande, così continuo, per sapere rinunciare con slancio, con prontezza a tutte le cose che ci piacerebbero, ma non piacciono al Signore, a tutte le cose che ci attirano, ma che noi dobbiamo rifiutare con molto slancio e senza esitare.
Noi, nella grazia dello Spirito, dobbiamo aborrire tutto quello che sa di peccato; dobbiamo, attraverso questa strada, diventare eredi della vita eterna, partecipare allora alla gloria di Gesù che siede alla destra del Padre, cioè che è nella pienezza del potere e della gloria e della gioia.
CODICE | 84F2N01366N |
LUOGO E DATA | S. Ilario D’Enza 03/06/1984 |
OCCASIONE | Catechismo al Vespro, Solennità dell’Ascensione, Novena di Pentecoste – III giorno |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il dono del Timore di Dio |
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