Il dono della Scienza è quella particolare facoltà messa nel nostro cuore per cui, sotto l’azione dello Spirito Santo, noi sappiamo vedere le cose di questa terra in ordine alle cose del cielo; è l’aggancio del naturale con il soprannaturale, è una visione del mondo e delle cose del mondo nell’ordine della fede e dell’amore di Dio.
Le cose di questa terra sono doni del Signore, la creazione non è cattiva, tutta la creazione è buona, perché è uscita dalle mani di Dio Creatore. Il mondo non ci deve far paura, il mondo non è contrario ai nostri fini soprannaturali. Il mondo ci deve servire di scala, le cose devono essere altrettanti gradini per giungere con più facilità e con slancio fino a Dio.
Il dono della Scienza ci fa intuire come noi possiamo considerare le cose, come noi le possiamo adoperare in ordine alla nostra santità e in ordine all’evangelizzazione del mondo.
Chi possiede questo dono della Scienza, nello stesso tempo è distaccato dai beni della terra e unito ai beni della terra, perché si vedono come regali della benignità e della provvidenza di Dio.
Chi possiede bene questo dono della Scienza capisce le opere della Provvidenza, ne gusta tutta l’armonia, ne segue tutte le direttive.
Chi non possiede il dono della Scienza si imbroglia e nelle cose di questo mondo si smarrisce, nelle cose di questo mondo tante volte fa naufragio, perché non le sa unire ai principi della fede. Non sa vivere con i piedi nel mondo e con lo spirito nel cielo, o è troppo immerso, o si pone in una posizione di esagerato spiritualismo.
Il dono della Scienza ci aiuta quindi ad essere ben armonici, a capire come tutte le cose vengono da Dio e dobbiamo armonizzarle per noi e aiutare gli altri in quest’opera di armonizzazione.
Naturalmente quest’opera di distacco e di sapiente uso può solo venire come opera dello Spirito Santo.
Ecco perché ricordiamo la beatitudine che i santi dicono vicino al dono della Scienza: “Beati coloro che piangono, perché saranno consolati” (cfr. Mt 5, 4). Piangono cioè si distaccano, consolati perché hanno la gioia di realizzare questa armonia, di costruire questo itinerario prezioso.
Noi lo vogliamo dunque chiedere allo Spirito Santo, quanto più vediamo di smarrirci di fronte alle occupazioni, di fronte al lavoro, di fronte alle preoccupazioni, quanto più vediamo di essere fiacchi e indolenti nel realizzare questa armonia.
Vogliamo chiedere allo Spirito Santo che ci faccia superare tutte le vanità di questo mondo, ce le faccia vedere nella loro vacuità, nel loro niente; ci faccia invece apprezzare ciò che è giusto, ciò che viene dall’alto, ciò che è suo.
Chiediamo al Signore di poter essere ben presenti in questo mondo. Un cristiano ha la sua posizione anche in questo mondo, anche nelle cose di questo mondo. Un cristiano è presente dappertutto: nel campo del lavoro, nel campo delle preoccupazioni sociali e politiche. Un cristiano è presente e ha la sua parola, la sua validissima parola. Un cristiano, illuminato dallo Spirito Santo, sa veramente costruire la città di Dio, non si ferma alla città dell’uomo, ma sa che il suo compito è ben preciso, perché il compito della Chiesa è illuminare il mondo e guidarlo ai sentieri di Dio.
Chiediamo questo dono, perché nel nostro cuore ci sia veramente l’impegno di tutte le cose buone, l’impegno di quella promozione umana di cui parlano i nostri Vescovi, quella promozione umana che per noi è soprattutto guidata dallo Spirito, da quello Spirito per il quale sono stati fatti i cieli, quello Spirito che Gesù ci ha mandato, perché ci insegni tutto.
CODICE | 77ENN01366N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario, 22/05/1977 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro, VII Domenica Tempo Pasqua, Solennità Ascensione, Novena Pentecoste – III giorno |
DESTINATARIO | Parrocchia |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Scienza, Beati coloro che piangono |
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