L’ingratitudine, l’accecamento del cuore: spesso, in questi giorni, la liturgia sottolineerà questa riflessione. Hanno visto i miracoli, hanno ascoltato le parole di vita, le parole che nessuno mai aveva fatto udire agli orecchi degli uomini: lo hanno tradito, lo hanno suppliziato. La liturgia ci ammonisce, perché è un peccato odioso, ma è un peccato facile, tanto è l’egoismo che è nell’uomo. E dobbiamo premunirci meditando sul loro peccato, per non cadere anche noi nella ingratitudine. Quante prove di amore! Quanti doni ci ha fatto il Signore! Ma come siamo facili a lamentarci, come siamo facili a non riconoscere il dono di Dio, a volere quello che vogliamo noi, a preferire il nostro capriccio! Dobbiamo chiedere al Signore di saper vedere sempre il suo dono e in questi giorni, entrando nel mistero della croce, avere il senso della responsabilità. Noi, così beneficati, come corrispondiamo? Noi, così accarezzati dalla grazia di Dio, come abbiamo risposto? Come è la nostra preghiera? Come è la nostra opera di ogni giorno? È vera gratitudine? Abbiamo il cuore sempre pieno, abbiamo il cuore sempre dilatato dalla riconoscenza? Chiediamolo, per non imitare neanche nel poco ciò che è stato il peccato dei Giudei durante la Passione.
CODICE | 88CSV013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 27/03/1988 |
OCCASIONE | Vespro domenica delle Palme |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Ingratitudine |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS