Questo giorno la folla acclamava Gesù, gridava il suo entusiasmo. Ma, in questo che doveva essere il suo trionfo, Gesù scoppiò a piangere e pianse su Gerusalemme, perché col suo sguardo vedeva una colpa che avrebbe meritato una tremenda distruzione. Gesù sapeva che quella folla che lo acclamava dopo pochi giorni avrebbe gridato: “Crocifiggilo!”. Bisogna che noi abbiamo un senso profondo di noi stessi e delle nostre responsabilità per non fare come quei Giudei. Quello che dobbiamo temere è di essere falsi nelle nostre parole e di fare delle Confessioni che sono una canzonatura di Dio, perché diciamo di pentirci molto e diciamo che Gesù è quello che dà senso alla nostra vita e poi torniamo a peccare. Bisogna che noi abbiamo molta umiltà da sapere e da riconoscere che da soli non riusciamo, che possiamo realizzare solo se dipendiamo da Lui. Gesù ci è così necessario che senza di Lui non possiamo fare nessuna cosa. Ci è necessario nella maniera più assoluta. E Lui ha meritato l’aiuto per noi, accettando la volontà del Padre e non avendo paura dei suoi tormenti. Impegniamoci allora a stare molto uniti a Gesù e a vedere nel Crocifisso la fonte della nostra forza, il principio del nostro amore, la misericordia di Dio a nostra disposizione. Questi giorni, particolarmente, guardiamo con tanta fede, tanta carità il Crocifisso e domandiamogli di poter essere sempre fedeli. E diciamo: “Signore, non permettermi di separarmi da te. Voglio restare sempre con te nella circostanza favorevole e nel momento sfavorevole, nella gioia e nel dolore. Voglio stare sempre unito a te”.
CODICE | 87DBV013 |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 12/04/1987 |
OCCASIONE | Vespri, VI Domenica delle Palme – Anno A |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Falsità |
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