Con quanta verità sentiamo l’affermazione dell’Apostolo: “Il Signore è vicino”. È veramente vicino a noi, in mezzo a noi, prega per noi. Noi, Chiesa, eleviamo la preghiera per mezzo di Lui che è nostro mediatore. E questa preghiera sociale, collettiva, noi la chiamiamo “Liturgia”, perché è l’opera nostra unita a quella di Gesù, è l’opera del popolo, come dice il nome, l’opera per cui veramente diamo gloria al Signore. E al centro della Liturgia vi è il Sacrificio Eucaristico, per cui si attua l’opera della nostra redenzione e i sacrifici di Gesù, là nella sua vita terrena, là sul Calvario, vengono applicati a noi che partecipiamo alla Messa.
Perciò, è evidente che la Liturgia e il sacrificio edificano il cristiano, edificano il popolo di Dio, fanno sì che nella vita di ognuno si realizzi il mistero di Cristo. Oh, l’opera santificatrice della Liturgia, quant’è bella, quant’è grande, come dobbiamo parteciparvi con entusiasmo! E’ un’opera così bella che non va sciupata, non va sciupata con la nostra disattenzione, non va sciupata con il nostro ritardo. Alcuni che vengono sempre in ritardo fanno pensare che non credano che la Liturgia santifica fin d’in principio, santifica dopo… Dopo un po’… comincia a santificare, quando arrivano loro! Santifica. Non va sciupata: va amata, va capita, va penetrata. Va penetrata, perché è una cosa grande e un superficiale non la tocca neppure, e un distratto resta fuori, resta come un albero che è vicino ad un fiume d’acqua, ma ne è separato da un muro di cemento. Muore di sete, mentre è vicino ad un rigoglio di acqua!
Bisogna che noi ci preoccupiamo di studiarla questa Liturgia, tutto, in tutto, un po’ alla volta. Alcuni, di fronte alla grande opera, si smarriscono. E invece, chi è sapiente, un po’ per volta cerca di unirsi a Gesù, di fare suoi i sentimenti di Gesù, di unirsi a tutto il Corpo Mistico; perché è tutto il Corpo Mistico, pensate, uniti ai santi del Paradiso, uniti alle anime del Purgatorio, uniti a tutti i giusti della terra, benediciamo, amiamo, lodiamo il Signore. Ma, se siamo distratti, se siamo svogliati, se stiamo assenti e ci poniamo lì come spettatori e basta, non vedete quale grande rovina facciamo di una cosa preziosa?
Imponiamoci molto dominio di noi stessi, molto sforzo, molta energia per partecipare veramente, prendere parte con gaudio a tutta questa mirabile grazia del Signore, a questa meravigliosa presenza di Cristo.
CODICE | 83N3N01311N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 04/12/1983 |
OCCASIONE | Catechesi vespertina, II domenica tempo di avvento, Nov Imm, VI giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Preghiera liturgica |
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