17/12/1978 - Vespro III Domenica Avv Novena Natale 3

Sant'Ilario d'Enza, 17/12/1978
Omelia, Vespro III Domenica Tempo Avvento, Novena Natale - III giorno

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Is 61, 1-2. 10-11; 1 Ts 5, 16-24; Gv 1, 6-8. 19-28

Abbiamo davanti alla nostra meditazione la figura di Zaccaria, il padre di Giovanni il Battista, un uomo giusto, un uomo di preghiera: “è stata esaudita la tua preghiera”. Quanta preghiera con fiducia deve aver innalzato al Signore! Ottiene un grande miracolo, un miracolo per la sua famiglia, un miracolo di una vastità enorme nel piano della salvezza, nella storia della salvezza. Ha la gioia di avere un bambino, che sarà un grandissimo santo; di lui Gesù dirà: “Tra i nati di donna non è sorto nessuno più grande di Giovanni il Battista” (Mt 11, 11). Ha un momento di esitazione, è punito, accetta con umiltà e con fede la punizione. E lo vediamo al momento della nascita del bambino, pieno di Spirito Santo, profetizzare e la sua profezia, che noi chiamiamo Benedictus dalla prima parola, è un profezia che ha dato a tutte le generazioni cristiane un largo respiro di speranza, una larga confidenza nel Signore.

Ecco, noi dobbiamo imparare molte cose da lui e questa sera lo preghiamo, di mettere nel nostro cuore le sue disposizioni: le sue disposizioni di attesa, le sue disposizioni di fede, la sua disposizione per essere “momento” di Spirito Santo. Lo preghiamo, perché noi non siamo perseveranti nella preghiera, noi non abbiamo abbastanza confidenza e abbandono nella preghiera, perché non sappiamo prendere le difficoltà della vita e, quando abbiamo delle difficoltà, dubitiamo sempre del Signore e della sua provvidenza. Durante la prova non sappiamo santificarci e perciò non possiamo portare agli altri la Parola di Dio, perché dobbiamo, come fine di tutta la nostra vita spirituale, portare agli altri.

L’amicizia è un saper dare e un saper ricevere; l’amicizia cristiana è un saper dare di Spirito Santo, è un saper ricevere di Spirito Santo, perchè i cristiani non si donano solo dei beni umani, pur grandi e preziosi, ma si donano dei doni soprannaturali.

L’amicizia cristiana ha un altissimo valore, perché sa superare le difficoltà e sa dare nello Spirito Santo; è il capir bene come tutto quello che è proprio del cristiano è soprannaturale. E l’amicizia non può essere vista sotto un aspetto unicamente umano, anche un umano bello, che abbia già superato tutte le forme egoistiche e tutte le forme di orgoglio, ma l’amicizia cristiana è dono nella grazia, è dono nel Corpo Mistico, è scambiarsi nella guida e nella gioia dello Spirito Santo. Per questo coloro che realizzano la carità, coloro che realizzano l’amicizia cristiana sviluppano grande potenziale di gioia e di dono ed è questo che vogliamo chiedere questa sera.

CODICE 78NGN01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 17/12/1978
OCCASIONE Omelia, Vespro III Domenica Tempo Avvento, Novena Natale - III giorno
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Zaccaria, l’amicizia
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