In questo giorno della Novena siamo chiamati a riflettere sulla funzione che ha avuto la legge data da Mosè. Mosè la riceve da Dio, la trasmette, è geloso custode dell'osservanza. Inizia nel popolo ebreo l'adesione all'alleanza di Dio.
Dio vuole stringere un patto col suo popolo, un'amicizia. Vuole che il popolo suo osservi delle leggi, temendo il suo Signore e amandolo e abbiamo sul monte Sinai la consegna delle due tavole della legge e poi tutto un codice, che sarà il codice per secoli del popolo ebreo.
Ecco, la legge morale è data per tutto il mondo, ancora noi parliamo delle due tavole della legge, i dieci comandamenti e sono una norma universale. Dio ha ricordato quella legge, che lui aveva stampato nei cuori a scanso di interpretazioni non giuste.
Per facilitare l'osservanza il Signore dice con chiarezza: "Io sono il Signore tuo Dio" (Dt 5, 6). Ecco, queste leggi sono segno della dipendenza da lui, sono leggi date per amore, leggi che hanno l'unico scopo di rendere felice l'uomo, di educarlo e di condurlo per tutta l'esistenza nella sua vita personale, familiare e sociale.
Mosé poi aggiunse un codice di legge: le leggi rituali, le leggi liturgiche, determinati dettami di norme che erano preziose per quella civiltà.
Evidentemente tutto questo è caduto con la venuta di Cristo, quando Cristo ci ha dato lui delle norme complete, perfette. Rinnovando le leggi morali, Dio le confermò per mezzo di Gesù e le perfezionò, le perfezionò in modo mirabile.
Siamo chiamati allora in questo tempo d’Avvento, a rimeditare su questa osservanza della legge: in che cosa noi manchiamo, in che cosa teniamo un contegno leggero, superficiale, in che cosa sottovalutiamo le norme che ci ha dato il Signore.
Osservare delle leggi è un segno dell'amore verso Dio, è un segno dell'amore verso noi stessi, è un segno dell'amore verso il prossimo. Noi non possiamo dire di amare Dio se non facciamo la sua volontà. Facendo la sua volontà, dimostriamo, e la nostra dimostrazione è ben evidente, dimostriamo che preferiamo lui ad ogni cosa, ad ogni nostro piacere, ad ogni nostra aspirazione umana. Dio prima di tutto, Dio davanti a tutto! Facciamo un atto di fiducia in lui e quindi un atto di amore verso noi stessi, perché Dio vuole il nostro bene, Dio vuole la nostra gioia. Facciamo un atto di amore verso il prossimo, perché obbediamo a Dio rispettandolo e sapendo come Dio ci vede insieme e ci vede fratelli.
Allora è in questo senso che si verifica bene il significato di questo giorno di Novena: noi dobbiamo dimostrare a Dio il nostro amore, noi non possiamo arrivare al Natale fiacchi e svogliati nell'osservanza della sua legge. Noi dobbiamo amarlo, amarlo in quello che ci chiede, che non chiede per sé, lo chiede per il nostro bene, per realizzare in noi il suo piano di salvezza. Uniamoci dunque a Gesù, servo ubbidiente, a Gesù che sempre nella sua vita ha cercato la volontà del Padre, cerchiamola anche noi con molta fede.
CODICE | 77NHN01313N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 18/12/1977 |
OCCASIONE | Catechesi al Vespro IV Domenica Tempo Avvento, Novena Natale - IV giorno |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Storia della salvezza: i comandamenti |
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