At 13,26-30a
La liturgia ci presenta insistentemente il mistero Pasquale di Gesù, la sua sofferenza, la sua morte, la sua risurrezione. È qui il centro della nostra salvezza, è qui il centro della nostra devozione e della nostra riflessione: il suo mistero. Mistero perché non è comprensibile secondo le regole umane, è comprensibile solo nell’amore che ha riempito il suo cuore. Cuore di Gesù, fornace ardente dell’amore di Dio. Proprio perché ha amato, si è donato. In questi giorni dobbiamo insistere nella preghiera e nella meditazione. Dobbiamo insistere e, da analfabeti quali tante volte il mistero ci trova, erudirci e saper parlare il suo linguaggio, saper ascoltare la sua parola. Dobbiamo imparare a leggere la Croce, imparare a tradurre la nostra vita in modo che possa assomigliarsi alla sua. E si assomiglierà alla sua se per amore del Padre vorremo fare tutte le nostre cose, se per amore del Padre vorremo fare le nostre penitenze, quelle penitenze che servono a purificarci il cuore, a renderlo sensibile, a renderlo pronto. Gli abitanti di Gerusalemme, dicono gli Apostoli, come mai sono arrivati a questo eccesso di uccidere il Figlio di Dio? Come mai? L’abuso della grazia conduce ai peccati più gravi, agli spropositi più orrendi. Dobbiamo stare molto attenti anche noi perché, se vorremo essere delicati, sensibili e pronti, se in questi giorni ci erudiremo nell'amore di Gesù, non solo eviteremo i peccati più gravi, ma anche i più leggeri e vivremo in sintonia perfetta col linguaggio della Croce. A questa sintonia impegniamoci per aderire completamente, per realizzare un unico linguaggio e un unico ascolto con Gesù.
CODICE | 86CFV01344N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 16/03/1986 |
OCCASIONE | Catechesi vespertina, V Domenica Tempo Quaresima |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI |
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