STAZIONE I
GESÙ CONDANNATO A MORTE
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Con profonda commozione poniamoci davanti a Gesù condannato dal tribunale degli uomini, condannato per i peccati degli uomini. È condannato per noi! Perché noi abbiamo peccato. Chiediamo la grazia di un profondo dolore dei nostri peccati, di un senso di confusione, di un senso di grande recupero. È stato condannato affinché noi avessimo la forza di vincerci. È stato condannato affinché noi non fossimo condannati. È stato condannato perché noi manchiamo di amore e generosità, manchiamo di vero discernimento delle cose. Troppi peccati abbiamo commesso… Ora chiediamo la forza per vincere tutte le nostre miserie e per fare la volontà di Dio.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T.‑ Abbi pietà di noi.
STAZIONE II
GESÙ PRENDE LA CROCE SULLE SUE SPALLE
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Ha accettato la croce e l’ha voluta per il suo immenso amore per noi. Lo aveva detto: “Non c’è maggior amore di colui che dà la vita per gli amici”1. Ci ha voluto chiamare amici. Ha voluto che noi avessimo la sua tenerezza; ma noi eravamo in condizioni di peccatori contro Dio. Lui ha preso la croce e noi dobbiamo promettergli di imparare a prendere anche noi le nostre croci, a prendere anche noi le sofferenze, le cose dure, le cose quotidiane monotone pesanti. Dobbiamo prenderle per unirle tutte alla sua, per sviluppare nel nostro cuore quell’amore che sa espiare, quella giusta riparazione dei peccati che noi dobbiamo dare. Purtroppo, alla più piccola sofferenza, ci lamentiamo quasi non la meritassimo e ci siamo meritati grandi tormenti: i nostri peccati ci hanno meritato l’inferno! Chiediamo al Signore di apprezzare le croci, ogni croce; e di avere la fede per vedere Lui che è tanto buono da fare sue le nostre croci, da dare valore alle nostre sofferenze.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi STAZIONE III
GESÙ CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Il peso della croce fa cadere Gesù. La violenza della sofferenza è indubbiamente terribile. Noi baciamo la terra sulla quale è caduto Gesù. Baciamo la terra e diciamo: Signore, fa’ che per i meriti della tua caduta noi possiamo sempre rialzarci dai nostri peccati, fa’ che possiamo sempre vincere lo sconforto, la tristezza, quel senso di amarezza profonda che ci prende. Dopo tanti propositi, dopo tante aspirazioni, noi, ancora una volta, vediamo rompersi tutto e torniamo alla solita vita, alla solita mediocrità, ai soliti peccati. Signore, concedici la grazia del recupero forte. Ogni volta che assistiamo alla Messa sia per noi, nel dolore, la salita; ogni volta che ci confessiamo, la nostra confessione rappresenti una vera forza che ci porta in su, che ci accresce la speranza, il conforto, la soavità.
(momento di silenzio) G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.
STAZIONE IV
GESÙ INCONTRA LA MADRE
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
S’incontrano due sofferenze: la sofferenza di Gesù e la sofferenza di sua Madre. Veramente in quest’ora si è verificata la parola di Simeone: “Una spada ti trafiggerà l’anima”2. Gesù guarda nel volto Maria. Il loro sguardo dice ogni cosa, dice come sono uniti, dice perché sono uniti e perché soffrono: è per noi! Maria diventa la nostra Madre nella sofferenza, la nostra Madre di amore e di dolore, la nostra Madre che ci ama e sa che cosa costiamo. Impegniamoci a chiedere a Maria di imparare la lezione del Crocefisso, di imparare la lezione della passione tutta di Gesù, di imparare come si partecipa alla sofferenza di Gesù e all’opera grande della redenzione. Maria redenta dal dolore di Gesù, si è unita anche Lei per redimere noi. Il nostro cuore è pieno di riconoscenza a questa Madre benedetta; è pieno di riconoscenza e vuole andare a scuola da Lei, perché è così che ci si unisce, è così che si redime.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi STAZIONE V
IL CIRENEO
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
È la stazione che ci chiama alla collaborazione, la collaborazione che si richiede per i nostri fratelli. Non possiamo ricusare la fatica. Le anime si perdono, il mondo è pieno di odio e di violenza, il peccato di scandalo dilaga. Non possiamo occuparci solo di noi stessi. Se ci occupiamo solo di noi stessi tradiamo il Signore: non aiutandolo, non lo amiamo e, allora, non siamo nemmeno suoi. Per essere suoi bisogna assumere tutte le sue ansie, tutti i suoi desideri. Il suo desiderio è la salvezza di tutti gli uomini. Portare con Lui la croce vuol dire prendere su di noi, anche su di noi, tutti i peccati del mondo. Sentirci solidali con tutti coloro che sono lontani da Dio, che non possono trovarlo perché altri lo impediscono. Preoccuparci di tutti, voler essere con tutti; e non come il Cireneo: \"di malavoglia\", ma con tutto il nostro cuore!
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore, T. ‑ Abbi pietà di noi
STAZIONE VI
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESU’
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Asciugare il volto a Gesù è consolarlo; è mostrare a Lui tenerezza, compassione piena d’amore. Il dovere di un amore fervido! Il cuore di Gesù è il cuore di un uomo‑Dio: ha tutte le esigenze di un cuore. Non possiamo considerarlo lontano da noi: si è fatto nostro fratello perché ha condiviso in tutto la nostra condizione. L’amore vero che dobbiamo esprimergli è, dunque, un amore di amicizia, di delicatezza e, particolarmente nell’Eucaristia, un amore di comprensione e di riparazione. Dobbiamo chiedere la grazia, per le sofferenze che Gesù ha avuto in questa via dolorosa, di essere sempre fedeli alle leggi dell’amicizia. Sempre più impegnati, sempre più fervidi: amici fedeli!
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.
STAZIONE VII
GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Gesù cade e ci richiama, ancora una volta, ai momenti delle nostre tentazioni: quando si oscura il velo davanti ai nostri occhi e ci accontentiamo di stare come passivi, quasi che la felicità non fosse nella legge di Dio, quasi che il Signore ci costringesse a fare delle cose che sono contro la nostra vera gioia. Allora, anche le cose più semplici diventano difficili e la realtà è falsata. Cerchiamo disperatamente un punto di appoggio, ma poi siamo ingannati dalla bugia, da colui che è stato bugiardo sin da principio. Chiediamo al Signore la grazia di capire come quello che Lui ci chiede è il bene, come nel bene ci sia la vera felicità, come ogni esperienza del male sia un’esperienza negativa, un’esperienza davvero dannosa. Chiediamolo per noi e per tutti.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi
STAZIONE VIII
GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
“Il legno verde e il legno secco”3: sono parole sue. Indicano come meriteremmo terribilmente il castigo di Dio, come molte cose, che sembrano avvenire a caso, avvengono perché siamo legno secco, avvengono perché i nostri peccati ci hanno preso ogni vitalità. Il preoccuparsi della salvezza del mondo, della nostra umanità, è incominciare a prendere atto delle nostre responsabilità, di quelle responsabilità che non possiamo buttare là e credere di essere a posto. Dobbiamo capire che facciamo parte di una società e dobbiamo indubbiamente prenderne i pesi e le necessarie risoluzioni di bene per tutti. Preoccuparci di tutti, sentire l’ansia missionaria, sentire che non dobbiamo fermarci a stretti orizzonti ma dobbiamo guardare lontano. Dobbiamo avere la stessa ansia di Gesù, la stessa volontà di Gesù, dobbiamo anche noi partecipare fino in fondo. Guardiamo se la nostra preghiera è troppo individualista e troppo chiusa o se, particolarmente in ogni Messa e in ogni preghiera, allarghiamo il cuore alle cose del mondo.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi
STAZIONE IX
GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Gesù ancora una volta è con la faccia a terra. La strada del Calvario è una strada terribile. Il suo corpo, spossato dalle percosse e dalle flagellazioni, non ne può più. Il Signore cade per impetrare per noi la grazia di camminare celermente nelle sue vie, di fare i passi spediti, di non attardarci inutilmente, di non mendicare delle scuse: quelle scuse per stare a terra che tante volte noi accumuliamo. Allora prendiamo facili pretesti: che abbiamo ragione, che è troppo, che in tanti modi noi abbiamo il diritto della nostra personalità… Sono scuse per non darci al Signore, per non darci totalmente al Signore. Sono scuse per giustificare la nostra viltà e la nostra paura. Per questo sono tanto pochi quelli che diventano santi: perché hanno mille scuse per non seguire il Signore. Chiediamo di essere sinceri e leali in modo da non ingannare noi stessi, da dire «sì» ogni volta che capiamo che Gesù lo vuole da noi.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi
STAZIONE X
GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
I vestiti si erano incollati alle carni, alle ferite di tutto il corpo. I carnefici strappano i vestiti senza alcuna delicatezza e il Signore resta così nella sofferenza viva. Spogliato. Doveva riparare il peccato dell’uomo, quel peccato col quale l’uomo si era spogliato della sua dignità di figlio di Dio per rivestirsi dei vestiti dei peccatori. Troppe volte noi dimentichiamo la nostra dignità. È una dignità non soltanto umana. È una dignità grande perché siamo stati consacrati nel Battesimo come figli di Dio, come templi dello Spirito Santo. Chiediamo la grazia di essere sempre dignitosi, della dignità che esige da noi la condizione di membra di Cristo. Quella dignità che troppe volte noi buttiamo via perché ci sa fatica stare nella nostra nobiltà; ma la nostra nobiltà ci viene dal cuore stesso della Trinità. La Trinità ci ha ammessi nel suo seno. Abbiamo un grande onore da conservare, da difendere, abbiamo una gioia profonda da vivere che è al di sopra di tutte le miserie di questa terra.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi
STAZIONE XI
GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE
G ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Ascoltiamo il rumore dei martelli che inchiodano alla croce Gesù, le sue mani adorabili, i suoi piedi. Ascoltiamo come Gesù soffre, ascoltiamo come Gesù offre. Impariamo a santificare il nostro corpo, perché il nostro corpo sia unito all’anima nella salvezza. Gesù non ci ha solo redenta l’anima, ci ha redento anche il corpo, perché sia strumento di bene, perché non sia colui che ci conduce alla perdizione. Chiediamo perdono al Signore di tutti i peccati di impurità, perché con l’impurità il corpo diventa strumento di male, strumento di iniquità. Chiediamo al Signore una grande purezza di cuore, un rispetto grande dell’opera di Dio. Chi è impuro si considera vile, considera vili gli altri. Chi è impuro rinuncia a quella redenzione che Gesù ha portato anche nella materia. Dobbiamo pregare per la nostra purezza, per la purezza di tutti gli uomini, perché non diventino schiavi delle loro passioni perché, se diventano schiavi, diventano veramente degli incontrollati. L’impurità eccita le passioni e, prima di tutto, l’egoismo; con l’egoismo incita al disprezzo degli altri; il disprezzo degli altri porta alla violenza. L’impurità sta alla base di ogni forma di violenza: è il desiderio di adoperare gli altri e di eliminarli se fanno scomodo. Chiediamo al Signore, per questo orribile strazio che ha avuto, di essere sempre forti nella nostra purezza.
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi
STAZIONE XII
GESÙ MUORE IN CROCE
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Gesù muore e si compie così la nostra redenzione. Nella sua morte noi siamo nati. Noi, ognuno di noi, tutta la Chiesa, ogni uomo può essere salvo. Chiediamo al Signore di essere sempre riconoscenti di questo dono di vita e di usare questo tesoro che Lui sempre mette a nostra disposizione. Che non ci trovi distratti e insensibili quando nella Messa ripete ogni volta il suo gesto di immolazione! Meditiamo continuamente sulla sua croce, per sapere e poter prendere da ogni Messa tante grazie per tutto il mondo. La Messa è il tesoro della morte di Gesù. È un tesoro messo a nostra disposizione. Chiediamo perdono di aver sciupato tante occasioni, tante Messe, di avere lasciato cadere una quantità così grande di grazie, di avere reso nullo tanto dono. Chiediamo la grazia della devozione a Lui crocifisso, che è devozione di grande centralità. È la devozione che ci porta proprio a capire Gesù; Gesù venuto dal Padre per la redenzione dell’universo.
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi STAZIONE XIII
GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Gesù è staccato dalla croce e posto nelle braccia di sua Madre. Gesù ha finito la sua sofferenza; la sofferenza di Maria continua. Maria offre tutto al Padre Celeste e offre con un cuore così unito alla volontà di Dio che ottiene quanto poi Lei elargirà in tutti i secoli della Chiesa. Maria è veramente la mediatrice. È colei che Gesù ha dato come «Rifugio dei peccatori»4, come «Consolatrice degli afflitti»5. È da Maria che dobbiamo aspettarci gli aiuti per vivere con coerenza la nostra fede. Troppe volte noi manchiamo di questa linearità, di questo coraggio. Maria è là in mezzo alla folla ostile, ai soldati… Abbraccia Gesù. Troppe volte abbiamo paura di quelli che non sono nella retta via, di quelli che in qualche modo irridono la fede. Dobbiamo chiedere di essere coraggiosi sempre, per portare il nostro amore vivo e fervido così come Maria. Maria portava uno che sarebbe tra poco risorto. Così deve essere per noi: portare Gesù vivo in mezzo agli uomini. Dobbiamo portarlo in ogni occasione. Non ci dobbiamo spaventare quando, alle volte, ci sembra di essere soli e la tentazione ci dice che portiamo qualche cosa che non è vivo, un ricordo, qualche cosa che è morto. Chiediamo sempre perdono di tutte le mancanze di coraggio e di fede nella sua presenza.
(momento di silenzio)
G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi
STAZIONE XIV
GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO
G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Una tomba. Una tomba sigillata; ma una tomba che presto si aprirà. Abbiamo chiesto la grazia della conversione. Inginocchiati davanti al sepolcro del Signore, vogliamo chiedere che questo sia il miracolo di Pasqua: che noi possiamo uscire dal nostro sepolcro, che possiamo uscire dal sepolcro della nostra ipocrisia. Molte volte siamo falsi, siamo falsi nei nostri atteggiamenti, falsi nelle nostre preghiere, diciamo solo delle parole, vogliamo fare bella figura. Chiediamo la grazia di una umiltà sincera, di un riconoscimento vero delle nostre mancanze e di una volontà fervida di scuotere da noi quella pietra del sepolcro. Cristo è vivo! Cristo è operante nella Parola, è operante nella Chiesa e nei suoi sacramenti. È Lui che ci converte, se noi lo vogliamo. Lasciamo tutte le false formule dietro le quali ci siamo nascosti e proclamiamo: Signore, noi vogliamo davvero risorgere e risorgere per non morire più, per vivere sempre nella tua grazia ed essere sempre nel tuo amore
(momento di silenzio)
C. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi
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