Via Crucis 1981

STAZIONE I

GESÙ È CONDANNATO A MORTE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Contempliamo con gli occhi pieni di lacrime il Signore Gesù che per noi prende la croce. Era uno strumento terribile di sofferenza, eppure Gesù la prende con amore. La prende perché sa che con la croce ci riscatterà, ci redimerà dal peccato e ci donerà la dignità di figli di Dio. Sa che con la croce darà gloria perfetta al Padre e darà a noi la speranza. Chiediamogli di amare anche la nostra croce, perché attraverso la sofferenza, accettata per amore di Dio, parteciperemo della sua croce e potremo così collaborare alla nostra salvezza e alla salvezza del mondo. Troppe volte l’amore al nostro piacere sbagliato ci ha fatto offendere Dio. Accettiamo la penitenza dei nostri peccati. Accettiamo con amore di potere collaborare con Gesù alla salvezza.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE II

GESÙ PRENDE LA CROCE SULLE SUE SPALLE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù, presa la sua croce, si avvia al Calvario. Ha preso la croce con amore e non ha paura. Non ha paura di incontrare tanti tormenti, di incontrare tanta angoscia. Non ha paura. Condannato alla morte di croce, volentieri accetta questa missione, volentieri accetta di offrire per noi tutto quello che gli accadrà. La nostra decisione di essere di Dio non può essere una decisione passeggera, non può essere una momentanea impressione. Quando abbiamo decretato di servire Dio, dobbiamo porci totalmente al suo servizio. Gesù che prende la croce ci dice quanto dobbiamo essere pronti, quanto dobbiamo essere perseveranti, quanto dobbiamo essere decisi. Con la Pasqua ci siamo dati al Signore. Non si torna più indietro, costi quel che costi; anche se sentiremo il peso sulle nostre spalle, anche se sentiremo la tentazione di ripulsa. La nostra volontà sia precisamente unita a quella di Gesù. Gesù prende la croce. Prendiamo anche noi le difficoltà che sono necessarie per l’avvento del Regno di Dio e con slancio diciamo: Sì, Signore, volentieri, sempre, perché tu non deludi mai. Tu sei infinitamente amabile e buono.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE III

GESÙ CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù cade perché le sue forze non riescono… Il peso del legno lo fa andare per terra. Gesù ci dice che noi tutti abbiamo le nostre forze da Dio, non da noi stessi. Il cadere sotto la croce vuol dire sentire tutta l’amarezza della sofferenza, del dolore, del dovere, dell’impegno e del servizio. Cadere vuol dire sentire; sentire non vuol dire rifiutare. Il Signore ci dice che con tutto il cuore dobbiamo proseguire nella strada che nasconde tanti inciampi, che presenta tante difficoltà. Vogliamo capire un’unica cosa: essere sempre disposti ad andare al Signore. Per chi ama Dio, tutto torna a bene. Per chi ama Dio c’è solo una legge: la legge dell’umiltà; è sapere che il Signore è con noi, è sempre con noi e continuamente è presente con il suo meraviglioso amore. Abbandonarci a lui, invocare il suo nome, porre tutta la nostra fiducia in lui è quello che dobbiamo fare. La nostra fiducia sia piena e totale.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE IV

GESÙ INCONTRA LA MADRE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Siamo davanti a lui e sentiamo quello che è passato nel suo cuore. È passato un fiume di amore. Ha incontrato sua Madre: l’ha incontrata fisicamente, ma sapeva d’averla così vicina spiritualmente! Sapeva quanto anche lei amava, quanto anche lei soffriva. Nella nostra vita l’incontro con la Madre è l’incontro che desta l’amore, che desta il saper accettare le nostre prove. È l’incontro con la Madre che lui ci ha dato e ce l’ha data perché la conosceva, perché sapeva cosa vuol dire aver lei, avere lei che non lascia mai, che ha tutte le tenerezze; sapeva cosa vuol dire avere lei che comprende in una maniera meravigliosa; avere lei… Dobbiamo proporci, con tanto cuore, una devozione viva, fervida, cominciando da questo tempo di passione per farci introdurre dalla Madonna nella passione di Gesù, per percorrere la passione di Gesù con lei e entrare con lei nella pura gioia della risurrezione. Invochiamo Maria, invochiamola con tutte le nostre forze!

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE V

IL CIRENEO

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Aiutare Gesù. Ecco quello che anche adesso lui domanda a noi. Aiutarlo! Anche noi possiamo fare tanto. Tante anime vanno all’inferno. Tanta miseria regna nel mondo, tanto odio, tanti peccati, tanta ribellione a Dio; nel mondo materiale c’è tanta sofferenza: la fame, la malattia, l’angoscia. Gesù ci dice: Perché sei riluttante? Come l’uomo di Cirene non ne vorresti sapere? Perché non mi aiuti? Non sai che si tratta di anime, che si tratta di anime redente dal mio sangue, da questo mio sangue? Si tratta di portarle a salvezza su un piano umano e cristiano. Perché indugi? Perché non ne vuoi sapere? Perché ti chiudi nell’egoismo? Perché ti perdi in tante sciocchezze che non val neanche la pena di considerare? Perché? Perché non vuoi aiutare? Diciamo a Gesù che la nostra volontà è vera e che noi comprendiamo le esigenze del Regno.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VI

LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESÙ

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Asciugare il volto a Gesù è donargli un segno di affetto. Pensiamo come tante volte la nostra vita spirituale è posta invece nell’indifferenza o nella sgarberia. Diciamo: “Tanto non è poi gran cosa: è un peccato veniale!”. Il peccato è un andare contro l’amore. Se si ama Gesù, bisogna essere delicati con Gesù. Bisogna capire che ogni sgarbo assume una proporzione insospettata. Quanti peccati veniali nella nostra vita! Forse una moltitudine, forse tutti i giorni! Tutti i giorni siamo così pigri, nervosi, inconcludenti, distratti nelle nostre preghiere; ci sono tanti piccoli atti di egoismo, tanti di sensualità e di orgoglio. Asciughiamo il volto di Gesù! Non facciamo più così, siamo delicati con lui! Gesù vuole da noi questa dimostrazione di amore; allora ci svelerà i suoi segreti più intimi e, soprattutto, ci condurrà al Padre: saremo degni di entrare in quella preghiera fervida, in quella preghiera ricca di fede che è preludio della visione del Paradiso. Delicati, premurosi, affettuosi, sempre, ogni giorno, con Gesù!

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VII

GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù è ancora con la faccia per terra sotto il peso che diventa sempre più grande. Gesù man mano perde le forze. Vorrei che capissimo: perché è caduto? Perché altro tormento? Perché l’umiliazione di giacere così in una sofferenza moltiplicata? Per darci la forza di rialzarci da certe cadute, da certi avvilimenti, da certe situazioni che sembrerebbero troppo opprimenti per essere vinte. Il Signore Gesù è infinita misericordia e sa capire anche i nostri momenti più difficili, quando nessuno ci capisce, quando anche gli amici più fedeli restano interdetti. Il Signore ci sa capire. Come dobbiamo sviluppare la nostra amicizia con lui! Quale fervore di amicizia dobbiamo sempre sviluppare! Sì, con tanto cuore, con tanta generosità! Allora anche nei momenti difficili sentiremo la sua voce: Non temere, ci sono io, perché hai paura? Affidiamoci totalmente al suo Amore.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi. STAZIONE VIII

GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù incontra quelle donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, che lo avevano seguito con umiltà e dedizione, che avevano avuto tutte le premure possibili. Ecco la nostra riflessione: Gesù sa il nostro presente; Gesù sa il nostro avvenire. Alle donne dice: “Piangete, ma non su di me, piangete su di voi e sui vostri figli”1. Gesù sa! Alle volte, stranamente, ci preoccupiamo di quello che sarà domani e manchiamo di speranza. Il Signore ci assicura: il vero nostro nemico sta nel peccato, nelle conseguenze del peccato; chi vuol vivere nell’amore di Dio guarda con serenità all’avvenire, sapendo che al Signore nulla è nascosto e i capelli del nostro capo sono contati2. La virtù della speranza si fonda sulla fedeltà di Dio, su quella fedeltà che ci assicura che le sue premesse non vengono meno. Lui adempirà quello che tante volte nella sua parola ci è comunicato. Il Signore è con noi, il Signore non resterà lontano dalla nostra vita, ma sarà sempre presente, meravigliosamente presente. Ci resta solo da piangere i nostri peccati e da affidarci con estremo abbandono alla sua misericordia.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE IX

GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Restiamo col cuore gonfio di amore pensando a questa terza caduta. Un cuore gonfio di amore! È caduto per riassicurarci, riassicurarci della sua fedeltà e della sua amicizia. È caduto per la terza volta perché ognuno di noi senta che non c’è tradimento, che non c’è rinnegamento che lo possa allontanare. Ecco perché abbiamo fiducia della salvezza, anche per i grandi peccatori. Il Signore tiene il cuore aperto per tutti, vuole solo che si bussi al suo cuore. Bussiamo al suo cuore per tutti quegli uomini che disgraziatamente lo hanno abbandonato e lo hanno crocifisso in loro stessi e lo hanno deriso negli altri. Anche per loro c’è la salvezza. Noi dobbiamo ottenerla. Dobbiamo guardare con serenità alla nostra posizione d’intercessori. Particolarmente nella Messa, in cui Gesù rinnova il suo sacrificio, chiediamo molto, chiediamo tanto per tutti quegli uomini che una volta erano suoi, che una volta professavano il suo amore e cantavano a lui e ora lo bestemmiano con la loro bocca e con la loro vita. È possibile la salvezza! Guardiamolo Gesù per terra. È per loro! E il suo grido trova indubbiamente l’ascolto dei Padre ricco di misericordia.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE X

GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

La sua povertà! Ce ne aveva già dato esempi luminosissimi ma ora lo vediamo: non ha neanche più i suoi vestiti. I soldati se li dividono e buttano la sorte. La povertà di Cristo è povertà d’amore. Quanto più lo vediamo privo di tutto, tanto più lo riconosciamo meraviglioso nell’amore. Dobbiamo persuaderci perciò del distacco dalle cose. Le cose non devono essere per noi degli idoli. Non dobbiamo essere attaccati eccessivamente a tutte quelle cose che invece di aiutarci ci impediscono il cammino; sono un fardello ben pesante e andare in su con un fardello è praticamente impossibile. Il distacco dalle cose, il saperle usare solo per Dio è iniziarci alla vera virtù della povertà, vincendo i capricci, le voglie disordinate e tutto quel complesso di abitudini che ci tengono in una forma di schiavitù. Vincere le nostre stanchezze proprio mediante il distacco! Alle volte facciamo fatica, siamo stanchi nel servire Dio, perché siamo piegati verso le cose. Il Signore ci doni, per suo amore, questa partecipazione alla virtù della povertà.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XI

GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Sentiamo i colpi del martello che configgono Gesù alla croce. Sentiamo la sua spaventosa sofferenza, sentiamola viva. Ha voluto essere legato alla croce. Ha voluto non semplicemente essere legato, ha voluto formare con la croce come un solo corpo. Il Signore ha voluto dimostrare, permettendo ai carnefici questo tormento, il suo sì al Padre. Il sì! Gesù ha detto un sì totale dalla prima parola dell’Incarnazione fino all’ultima. Il Padre lo ha voluto a morte per la nostra salvezza, ha voluto la croce. Sì! Sarà inchiodato in croce. La volontà di Dio è la volontà di salvezza. Dobbiamo amarla molto la volontà di Dio. Dobbiamo far consistere tutta la nostra religiosità nel fare la volontà di Dio. Dobbiamo essere così disposti a fare la sua volontà, così pronti e così coraggiosi che nessuna cosa ci possa in qualche maniera distaccare. La volontà di Dio è volontà di salvezza, è volontà di santità. Il Signore ci condurrà alla santità, alla perfezione della vita cristiana, se lo vogliamo. Ripetiamo allora con Gesù: “Sia fatta la Tua volontà”. Nei momenti di maggiore tentazione ripetiamo: “Sia fatta la Tua volontà”. Come Gesù sulla croce, torniamo a ripetere: “Sia fatta la Tua volontà”.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XII

GESÙ MUORE IN CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Dopo tre ore d’agonia, contempliamolo ripetere il suo abbandono al Padre: “Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio”3. Contempliamo così la consumazione della sua vita offerta come quella dell’agnello immolato senza macchia. L’Agnello nostro resta sempre davanti al Padre a intercedere per noi. Non c’è un momento della storia dell’uomo senza questa intercessione. È un’intercessione potente, è un’intercessione che continuamente ci scusa e domanda al Padre la misericordia. Facciamo sempre conto di questa intercessione, non dimentichiamola mai. Viviamola tutte le volte che partecipiamo alla Messa. La nostra partecipazione alla liturgia eucaristica non resti qualche cosa di esteriore, qualche cosa di superficiale o qualche cosa che si fermi solo al rito. Entriamo nel cuore di Cristo e uniamoci a lui per adorare, per ringraziare, per propiziare, per domandare. Sempre più uniti a lui! Tutto è per noi! Tutto è per il mondo! La celebrazione eucaristica rinnova il momento della nostra redenzione. Ricordiamolo sempre!

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIII

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Prendiamo anche noi spiritualmente tra le nostre braccia il corpo di Gesù. Prendiamolo con quell’amore e quella delicatezza con le quali lo ha preso la Madonna. Sentiamo che il Signore è nostro perché si dona a noi continuamente e non ha voluto che nessun uomo fosse privo del suo dono. È nostro! È nostro perché lo amiamo con tutte le forze, perché lo serviamo in tutte le occasioni. Il Signore domanda a noi il servizio, la disponibilità del servizio. Non si sta nella Chiesa come dei parassiti. Nella Chiesa bisogna possedere Gesù per poterlo dare. Bisogna possedere Gesù ed entrare pienamente nelle sue intenzioni. Il Signore si dà a noi perché noi viviamo di questo tesoro e ne partecipiamo ai fratelli. È il dovere del nostro apostolato: il dovere di non essere alberi infruttuosi, il dovere d’impegnarci nella nostra parrocchia, il dovere di contribuire per quel tempo e quella disponibilità che possiamo mettere insieme. Gesù è nostro non perché ci poniamo in un angolo, ma per porci al crocevia dei nostri fratelli, dove passano i fratelli e dove possiamo loro comunicare che Gesù è l’unica vera ricchezza.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIV

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo e ti benediciamo. T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ecco, la tomba è sigillata. Il dramma è terminato. Presto vi sarà la vittoria e la Risurrezione. Chiniamoci a baciare il sepolcro e a dire al Signore che noi non vogliamo essere dei sepolcri. Il Signore ha definito degli uomini come sepolcri. Vi ricordate quando ha ripreso i farisei? Ha detto: “Sono come sepolcri, belli al di fuori e pieni di marciume di dentro”4. Un cristiano dev’essere pieno di Gesù e, allora, non è mai marcio; non c’è mai dissonanza tra il suo esteriore e il suo interiore. Occorre una coerenza spinta fino in fondo, limpida, chiara, forte. Occorre la coerenza di una testimonianza che non è una formalità, che non è un obbligo sociale, ma è una logica conseguenza di una vita impostata nella verità e nell’amore. Noi dobbiamo essere veramente liberi, ma non siamo liberi quando serviamo i nostri capricci. Ha detto Gesù: “La verità vi farà liberi”5. Lo siamo quando amiamo quello che dobbiamo amare, quando detestiamo quello che dobbiamo detestare, quando davanti a tutti assumiamo le nostre responsabilità. Non si può avere vergogna del Signore. Noi dobbiamo proclamare che Gesù è Dio e senza Dio la vita dell’uomo è già, fin da questa terra, un inferno.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

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