Via Crucis 1989

STAZIONE I

GESÙ È CONDANNATO A MORTE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Ecco! Gesù è condannato a una morte infame. Lui: la vita! Lui: l’amore! Lui, che non ha fatto che elargire tesori di bene! I colpevoli siamo noi. Sì, noi! Dobbiamo sempre pensare che i nostri peccati sono motivo di condanna, motivo di morte. Gesù accetta di morire per dare a noi il perdono, dare la vita, dare la gioia e dare la grazia. Stringiamoci a Lui perché con le sue forze – che ci elargisce misericordiosamente – possiamo salvarci da ogni forma di peccato. Salviamoci dal peccato, perché il peccato è la vera morte, è la morte dell’anima, la morte dell’amore, la ribellione a Dio. Rimaniamo, quindi, in un proposito fermo: non commetteremo più nessun peccato grave e ci doneremo sempre al Cuore di Gesù.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE II

GESÙ PRENDE LA CROCE SULLE SUE SPALLE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù accetta la croce, prende un patibolo, prende la croce perché vuole che anche noi sappiamo prendere la nostra. Le nostre sofferenze, le nostre tribolazioni, se non sono accettate con umiltà e con fede, possono essere causa di tentazione e di ribellione. Dobbiamo pregare per tutti quelli che soffrono, perché sappiano prendere con grande disponibilità la loro sofferenza, perché sappiano seguire Gesù con molto amore. Proponiamoci di accettare le nostre tribolazioni con grande umiltà; perché abbiamo meritato tanta, tanta grazia di Dio, che abbiamo sciupato; abbiamo meritato, abbiamo reso incapace, inutile il nostro soffrire. Bisogna che sappiamo prendere con grande umiltà, con generosità somma, quello che il Signore ha disposto, ha permesso per noi.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE III

GESÙ CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE

La sofferenza di Gesù è terribile. Schiacciato dal peso della croce. Quanto in quel momento soffre! È sempre per noi! Soffre per noi; perché non ci perdiamo di coraggio, perché non ci avviliamo per le nostre ricadute, perché non lasciamo campo alla facile insinuazione: “Tanto tutto è inutile, cado sempre, cado con ripetizione dolorosa, la virtù non è fatta per me”. Diciamo al Signore il nostro grazie per tutto quello che ha meritato perché non ci avvilissimo mai. La virtù della speranza è una grande virtù che dobbiamo amare, desiderare, esercitare. La virtù della speranza è la sicurezza della promessa di Dio: siamo sicuri che Lui è con noi.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE IV

GESÙ INCONTRA SUA MADRE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Due cuori strettamente uniti nel dolore. Gesù sa quanto è grande il tratto della sua presenza. Gesù sa come sua Madre lo comprende: lo comprende nel dolore e lo comprende nei motivi del dolore. La Vergine Santissima è veramente la Madre dell’amore, anche per Gesù, prima di tutto per Gesù. È stata la Madre dell’amore prima di tutto per Gesù e anche per noi: è la Madre che ci insegna l’amore a Gesù, che ci insegna a consolare Gesù, che ci insegna ad aiutare Gesù. Affidiamoci a Lei! Il dolore della sua anima è stato tremendo, ma la sua fede e il suo amore hanno trionfato su tutto. Poniamoci come suoi discepoli per incontrare Gesù, offrirgli la nostra riparazione dei peccati con tanto e tanto amore.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE V

IL CIRENEO AIUTA GESÙ A PORTARE LA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Il Cireneo non vorrebbe portare la croce e si ribella. Non vorrebbe aiutare Gesù: è costretto. Deve fare per costrizione ciò che non fa per amore. Così è di troppi cristiani: non sanno fare il loro dovere e se lo fanno, lo fanno costretti dalle circostanze e perdono il merito; perché bisogna fare il proprio dovere per compiere la volontà di Dio. Il Signore ha il suo piano su ognuno di noi, ha la sua precisa disposizione. Noi dobbiamo obbedire: obbedire a Dio con umiltà, obbedire con amore, obbedire con perseveranza, essere contenti della nostra condizione voluta dal Signore. Con coraggio dobbiamo quindi guardare avanti a noi e accettare quanto il Signore ha disposto, senza fare paragoni – che sono sempre sbagliati – e senza indugiare in lamenti che non servono a nulla.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VI

LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESÙ

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Un atto di bontà! Un tentativo di portare sollievo! La pia donna ha un grande merito perché con quel semplice gesto ha dato prova di vincere il rispetto umano e di amare Gesù. Da lei dobbiamo imparare a rivolgere a Gesù un amore veramente fervido: dobbiamo mettere molto amore nelle piccole cose come nelle grandi cose. Solo se mettiamo dell’amore valgono. Facendo una piccola cosa per un grande amore, quella cosa diventa benedetta e diventa degna di merito. Noi dobbiamo tendere a fare le cose tutte per Dio, tutte per Lui. Non dividiamo il nostro cuore tra le cose del mondo e le cose di Dio. Facciamo tutto per Dio. Impariamo che l’amore che vuole da noi il Signore deve essere un sentimento che dura sempre, che trasforma tutte le cose.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VII

GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

In questa stazione chiediamo la grazia di essere perseveranti, di non restare per terra. La grazia della perseveranza vuol dire sapere rialzarci dopo le cadute; diventare fervidi in un amore che non si dà vinto, perché la tentazione più grave è quella di interrompere i nostri propositi. Se tanti propositi vanno rotti è perché la nostra debolezza è grande. Con l’aiuto del Signore, guardando a Gesù che cade e si rialza, comprendiamo che la nostra fede viva deve essere la nostra grandezza e la nostra vittoria. Vinciamo ripetendo al Signore che confidiamo in Lui, che con Lui riusciamo a trionfare. Si tratta di capire che tutta la grazia, tutta la forza vengono dalla sua misericordia. Nella misericordia del Signore innalziamo il nostro cuore; nella misericordia di Dio cresciamo di coraggio! Il coraggio ce lo comunica il Signore: è lo Spirito, lo spirito di fortezza che ci trasforma, che ci dà ardore.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE VIII

GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù ricorda il legno secco. Ricorda come il non muoverci produce interruzione di vita perché produce interruzione di amore. Ricorda il legno secco e dice che il peccato è la rovina dell’individuo, è la rovina di un popolo. Solo la legge del Signore, amata e benedetta, ci salva, ci eleva e ci libera. Gesù, per indicarci come il peccato attira i castighi di Dio, dice: “Se questo avviene del legno verde, che cosa sarà del secco?”1. Aveva già detto al paralitico nella piscina probatica: “Non fare più peccati perché non ti avvenga di peggio”2. Privarci della grazia è esporci ai pericoli. Quanta insipienza, quanta miseria, quanta tristezza! Vinciamo il peccato per il bene nostro e per il bene di tutti coloro che sono nella Chiesa. La nostra appartenenza al Corpo Mistico animi la nostra preghiera. Preghiamo per tutti i peccatori e preghiamo per la salvezza del nostro popolo.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE IX

GESÙ CADE PER LA TERZA VOLTA

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Bisogna che in questa stazione chiediamo una viva forza di fede per i meriti della sofferenza di Gesù. Dobbiamo crescere nella fede perché la fede è la nostra vittoria, è la nostra sicurezza. Per crescere nella fede dobbiamo meditare la Parola del Signore. Bisogna che la facciamo nostra, che la lasciamo penetrare nell’intimo della nostra anima. Allora la fede penetra ancora più profondamente, fin in fondo. Diventeremo così anime di fede, anime che non giudicano mai, semplicemente con il loro intelletto, ma ragionano con la verità che Dio ha comunicato. Dobbiamo crescere ogni giorno nella fede perché ogni giorno ne abbiamo necessità, perché non sappiamo quali prove incontreremo e le prove si vincono sempre con tanta fede.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE X

GESÙ SPOGLIATO DELLE VESTI

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

In questa stazione dobbiamo chiedere al Signore il distacco dei beni terreni. Gesù muore spogliato. Le sue vesti se le dividono i soldati. Senza più niente; inchiodato a due pali. Noi abbiamo bisogno di meditare le sue parole: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri in paradiso”3. Siamo molto attaccati ai beni terreni e siamo facilmente incollati alle cose. Cerchiamo la nostra gioia nelle cose e la nostra gioia non può venire da ciò che è inferiore a noi. La vera gioia viene dall’alto e perciò dobbiamo sempre discutere dove abbiamo il nostro cuore. Gesù ha detto: “Dov’è il tuo tesoro, ivi è il tuo cuore”4. Non abbiamolo sulla terra, non abbiamolo nelle cose della terra; abbiamolo nel Cuore di Gesù! Dove c’è il Cuore di Gesù ci sia anche il nostro: viviamo dei suoi sentimenti, ammiriamo il suo distacco, chiediamo di servire il Vangelo e di non servire le cose che passano, che non possiamo tenere per noi e che dobbiamo dividere con gli altri.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XI

GESÙ È INCHIODATO ALLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù è immobile. Sotto la croce c’è chi lo beffeggia, c’è chi ride, c’è chi fa dei commenti sarcastici e Lui soffre, e Lui è solo. Quanto dovremmo pensare a questo momento, tanto più che abbiamo ancora Gesù nel tabernacolo! Nel tabernacolo Gesù è immobile: si è nascosto sotto le specie del pane, è fermo, è a disposizione dell’uomo e si lascia mettere dove l’uomo vuole, anche nel cuore del peccatore. Pensiamo come sono terribilmente brutte, terribilmente da condannare le Comunioni sacrileghe, perché sono proprio un insulto a Gesù che non colpisce, a Gesù che è immobile, a Gesù che subisce questa grande offesa proprio nel suo dono di amore. Esaminiamoci sulle nostre comunioni perché vengano ad essere sempre un momento grande di amore: né fredde, né indifferenti, ancor meno sacrileghe. Amiamo Gesù nel santo tabernacolo e comprendiamo la necessità di stargli molto vicino!

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XII

GESÙ MUORE IN CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Tre ore di agonia. Un’agonia di terribile sofferenza. Poi Gesù muore e la sua morte distrugge la nostra morte. Gesù con la sua morte ci dà la vita. Ricordiamo questo amore, non solo veramente ammirabile, ma un amore salvifico: noi siamo nati nella morte di Cristo. E la Chiesa nasce così dalla sua sofferenza: dal cuore squarciato di Cristo nasce il nuovo popolo di Dio. Dobbiamo pregare per la Chiesa, dobbiamo amare la Chiesa, dobbiamo stare vicino alla Chiesa, dobbiamo sentire come la nostra posizione è una posizione di figli devoti e generosi. Amiamo la Chiesa nel Sommo Pontefice; amiamo la Chiesa nella gerarchia; amiamo la Chiesa nella nostra parrocchia. Sentiamo che la Chiesa è costata così tanto a Gesù e va quindi sentita come un suo dono, un dono meraviglioso e grande: un dono per la nostra sicurezza, perché possiamo essere guidati e possiamo essere perdonati. La liturgia è proprio l’azione che Gesù compie nella Chiesa, con la Chiesa. Amiamo la Chiesa nella liturgia e amiamo la Chiesa nella vita, nell’esercizio di tutte le nostre vere e sante conquiste.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIII

GESÙ È DEPOSTO DALLA CROCE

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Gesù è deposto dalla croce: ha compiuto la sua opera. La croce ci salva. Preghiamo perché le nostre confessioni siano sempre vere espressioni di un pentimento profondo. Quando riceviamo il sacramento, riceviamo il frutto della croce. Quando un’anima riceve il perdono, comincia la sua opera, la sua opera con il cuore nuovo, la sua opera con la mente che ha saputo rivedersi. Curiamo le confessioni, curiamole perché riceviamo il Sangue di Cristo: Gesù è deposto in noi con la sua ammirabile misericordia. Le nostre confessioni siano confessioni che valgono per la grazia, per il progresso, per la nostra vittoria. La Liturgia della confessione ci insegna quante disposizioni belle possiamo sviluppare nel nostro cuore. Non accontentiamoci di essere sufficienti; cerchiamo molto dolore dei nostri peccati e realizziamo un incontro forte con nostro Signore.

(momento di silenzio)

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

STAZIONE XIV

GESÙ È DEPOSTO NEL SEPOLCRO

G. ‑ Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo T. ‑ Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo

Chiudendo la Via Crucis, promettiamo al Signore di essere sempre memori di Lui. Veramente non ci dobbiamo accontentare di ricordarci ogni tanto. Per alcuni cristiani Gesù non è più davanti ai loro occhi: l’hanno messo nel sepolcro. Noi dobbiamo essere memori di quello che ha fatto il Signore; dobbiamo sviluppare la nostra vita cristiana. Un cristiano è chiamato alla perfezione, è chiamato a dare testimonianza. Noi dobbiamo essere i testimoni di Gesù. Lui ce ne ha dato consegna: “Mi sarete testimoni”5. Saremo testimoni se porteremo nel nostro cuore il vivo sentimento della riconoscenza per quello che ha fatto Gesù e del suo impegno per aiutarci. Lui è con noi! Se è con noi, non abbiamo paura di nulla. Siamo testimoni sereni! Siamo testimoni logici! Poveri noi se avessimo vergogna di essere cristiani, di essere suoi! Noi abbiamo una gloria, ed è la gloria della croce: “Non ho altro motivo di gloriarmi − diceva San Paolo − se non nella croce”6. La croce sia per noi una grande dimostrazione di fede, sia una grande dimostrazione della salvezza. La salvezza viene dalla croce e solo dalla croce. Il corpo inerme di Gesù ci dice quello che è costata la nostra Redenzione. Non rendiamola mai vana; non restiamo muti di fronte a chi offende il Signore, ma cerchiamo di essere sempre molto logici, molto forti.

G. ‑ Abbi pietà di noi Signore. T. ‑ Abbi pietà di noi.

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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
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    Umberto Roversi

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