14/04/1976 - Omelia Mercoledi Santo

Sant’Ilario d’Enza, 14/04/1976
Omelia, Mercoledì Santo

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Is 50,4-9; Mt 26,14-25

Stiamo entrando nel cuore della passione di Gesù. Stiamo entrando, allora, nel tempo più sacro dell’anno, un tempo nel quale noi dobbiamo entrare in comunione con Gesù, in una profonda comunione di sentimenti. Il tempo della passione deve rappresentare per noi il punto più alto dell’anno, il punto più ricco, il punto nel quale comprendiamo di più e sentiamo di più che cosa vuol dire essere del Signore. Voi ricordate: quello che fa Gesù, lo fa per tutti noi; quando meditate sulla passione del Signore, non dimenticatevi mai: è per noi. È il Mediatore, il Sacerdote, cioè colui che esercita in pieno questo suo sacerdozio, sacerdote per gli uomini e li porta a Dio. “Ecco come siamo stati comprati” dice san Pietro, “non con l’argento e l’oro, ma con questo sangue prezioso”. Ogni cosa che Gesù compie nella passione, ed è lui che l’ha permesso, è un atto sacerdotale, Gesù offre, Gesù dona ogni goccia del suo sangue per noi, ogni sofferenza è per noi, guardiamo tutto quello che ha fatto; è per noi, solo per noi. Per noi peccatori? Per noi che lo abbiamo tradito e siamo tornati a tradirlo, per noi. Questa è la prima cosa che dobbiamo tenere molto ferma nell’anima nostra: l’esercizio del sacerdozio di Gesù che domanda perciò la piena nostra adesione. La seconda cosa: Gesù nella passione è il nostro esempio. Guardate quanta umiltà, guardate quanta pazienza, soprattutto guardate quanto amore! Egli ci insegna l’amore al Padre, e per il Padre, per la gloria del Padre, ci insegna l’amore verso gli altri uomini: è per la salvezza di tutti gli uomini che compie il suo Sacerdozio. Guardate quante virtù. Tutta la sua vita è stata un fulgido esempio, ma dove tocchiamo di più il suo amore? Dove leggiamo di più le sue virtù? È proprio durante la sua passione, il suo silenzio, silenzio adorabile, le sue parole così piene di carità e di verità. Contemplare Gesù come nostro modello nella passione è un esercizio assolutamente necessario che dobbiamo fare intensamente. E, terzo punto, noi ricordiamo che Gesù, in questo suo mistero, ci ha ottenuto la grazia, ci dà la grazia, perché noi imitiamo queste virtù che vediamo in lui. Se contempliamo la sua umiltà ci dà la grazia per diventare umili, la sua purezza per diventare puri, la sua carità, così ancora. Il suo mistero, la sua passione è causa della nostra santificazione. Ecco perché coloro che adorano il Santissimo Sacramento in questi giorni, coloro che adorano il Santo Crocifisso, non solo devono pensare all’esempio, devono chiedere la grazia, la grazia di poterlo imitare, perché è grazia che lui ci ha meritato sovrabbondantemente, ce l’ha meritata e ce la vuol dare, aspetta solo le nostre disposizioni. Ecco siano questi i tre punti sui quali insistiamo fino al giorno della risurrezione; imparare a meditare il Crocifisso e la passione vuol dire proprio andare secondo queste linee. É il Sacerdote, e noi ci dobbiamo unire a Lui, perché ci ha partecipato nel battesimo il suo sacerdozio; è esempio, lo dobbiamo imitare; è causa della nostra santificazione, ci dobbiamo porre con grande spirito di disponibilità perché lui crei in noi la virtù.

“Crea in me, o Signore, uno spirito nuovo”: ecco è la parola che dobbiamo ripetere mentre guardando lui sentiamo quanto ci ha amato.

CODICE 76DDQ0135XN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 14/04/1976
OCCASIONE Omelia, Mercoledì Santo
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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