Ap 7, 2-4. 9-14; 1 Gv 3, 1-3; Mt 5, 1-12
Oggi è una festa di letizia, di una letizia non terrena ma celeste, di una letizia che ci arriva dalla gloria del paradiso, dove è il trionfo della giustizia, dove è il trionfo della rettitudine, dove è il trionfo dell’amore. Dal paradiso ci arriva la letizia e dal paradiso ci giunge il richiamo perché i santi, che lodano Dio e lo benedicono, dicono a noi: “Seguite la nostra strada. Seguite quella strada che sembra dura e faticosa, ma è la vera strada, è la strada che porta la letizia ora nel vostro cuore e un giorno anche voi sarete nella gloria insieme a noi”. I santi ci ripetono il messaggio evangelico, il messaggio delle beatitudini. Loro sono stati i poveri, gli afflitti, coloro che hanno sofferto della fame della giustizia e della santità, loro che hanno usato misericordia, che hanno portato la pace, loro che sono stati magnifici nella purità del cuore. Loro ci ripetono: “È così la vera vita. Sono questi i valori che restano”. La scena di questo mondo è una scena che cambia presto e chi si lascia prendere dai beni di questo mondo sbaglia tremendamente. I veri valori sono i valori eterni. Niente conta, se non quello che porta un valore di eternità. Dobbiamo allora animarci e, se questa è una festa della verità, la verità che porta gioia e certezza, questa festa è ancora la festa del coraggio, la festa di coloro che, ricevuta da Dio la rivelazione sul significato profondo della vita, camminano con generosità, non badando agli ostacoli che incontrano, sapendo che la vita è una prova, è una battaglia che bisogna compiere fino in fondo, sapendo che la vita non presenta a nessuno le cose facili, presenta le cose che si devono fare, che è bene fare, che sono valide per la pace del nostro cuore e per il raggiungimento della finalità della nostra vita. Una festa di coraggio, perché dobbiamo essere forti e imitare i santi. I santi sono un riflesso di Gesù, un riflesso così significativo e grande che noi restiamo affascinati. Conosciamo meglio Gesù, conoscendo i santi. Seguiamo con più facilità Gesù, vedendo gli esempi dei nostri fratelli. Non è impossibile la vita cristiana, se tanti l’hanno praticata fino a raggiungere un tanto peso di gloria! La vita cristiana può essere vissuta fino in fondo. È grande viverla fino in fondo. È bello viverla fino in fondo. Noi li veneriamo tutti i santi, li veneriamo anche nello loro reliquie e siamo lieti di avere le reliquie dei santi, i frammenti di un loro corpo che è servito loro meravigliosamente a eseguire tanta virtù del loro corpo che risorgerà glorioso e simile a quello di Gesù. Noi li veneriamo tutti e li veneriamo con molta speranza, la speranza di essere aiutati da loro, perché ci seguono, ci vogliono bene e, se erano così buoni e misericordiosi nella vita, lo sono ancor più in paradiso. Non sono dei distanti, non sono degli assenti, non sono degli estranei. Sono coloro che ci seguono con tanta generosità e tanta bontà, ci seguono e ci danno una mano. Noi dobbiamo invocare i santi, perché nella comunione dei santi è la nostra vera realtà. Noi li dobbiamo invocare, perché sono pronti. Li dobbiamo invocare momento per momento, difficoltà per difficoltà. Vogliamo bene ai santi, perché loro ci vogliono bene. Invochiamo i santi, perché ci tendono la mano. Guardiamo ai santi, perché col loro esempio ci spronano. Sia la nostra compagnia la compagnia dei santi. Come si sta bene coi santi! I santi sono un segno della bontà di Gesù, sono una manifestazione della bontà di Gesù. Uniti ai santi allora cammineremo fino alla grande patria, dove ci troveremo tutti per lodare e benedire Dio in tutta l’eternità.
CODICE | 79M0O0133TN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 1/11/1979 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì Solennità di Tutti i Santi, Festa delle Beatitudini |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Beatitudini, reliquie |
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