28/05/1977 - Omelia Vigilia Pentecoste Nov Pent 9

Sant’Ilario, 28/05/1977
Omelia, Sabato VII settimana Tempo Pasqua, Vigilia Pentecoste, Novena - IX giorno

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At 28, 16-20.30-31; Gv 21,20-25

Nella grande vigilia di Pentecoste, siamo chiamati ad essere pronti, ad essere veramente sintonizzati con quello Spirito che vuole venire in noi, che vuole comunicarsi a noi, che vuole in noi operare una nuova creazione, perché siamo figli di Dio e perciò è proprio dei figli di Dio avere lo Spirito di Dio. Se non riceviamo lo Spirito Santo nella pienezza dei suoi doni, lo dobbiamo imputare a quello che la Scrittura dice “la durezza di cuore”, cioè l’insensibilità, l’essere pienamente immersi nelle cose del mondo, il non aver saputo farci dirigere dalla fede, vivere di fede.

Ora, aprire il cuore allo Spirito Santo è aprirlo ad un miracolo di amore, a un miracolo di grazie. Non opponiamo resistenza, non cerchiamo un'altra strada, non cerchiamo la compiacenza in noi stessi. Ricordate colei che ha saputo ricevere, la Madonna. Ricordate di quali virtù era adorna: viveva di fede, era umile, era pronta alla volontà di Dio, dimentica completamente di sé, era tutta per le esigenze del regno, del regno di Cristo. E lo Spirito Santo ha trovato in lei il posto unico della terra e in lei ha operato il miracolo: “E il Verbo si è fatto carne ed abitò tra noi” (Gv 1, 14).

Abbiamo necessità d’immergerci nella preghiera, abbiamo necessità di accrescere i nostri desideri, abbiamo bisogno di essere molto decisi. Questo è quello che ora possiamo fare, questo è ciò di cui dobbiamo preoccuparci: vuotarci della nostra parte umana deteriore per accogliere, come Ospite magnifico e gradito, lo Spirito Santo, abbandonare le nostre posizioni, che sono posizioni di grettezza e di egoismo, per rivestirci della sua misericordia.

Ecco quello che dobbiamo fare. Del resto, cosa facevano le prime comunità cristiane, che ricevevano lo Spirito Santo in mezzo a tanti prodigi? Erano uomini dati a Dio, uomini che non aspettavano che l’occasione per essere felici di fare dei sacrifici per il regno di Dio. Ecco, dobbiamo essere nella stessa posizione, dobbiamo desiderare le stesse cose, dobbiamo purificare il nostro cuore.

Purificazione, umiltà, desiderio, amore.

E questa sera entriamo misticamente nel cenacolo con gli apostoli. Ogni famiglia diventi un cenacolo, ogni famiglia diventi una supplica, ogni famiglia, unita alle altre famiglie, realizzi la comunità dei figli di Dio, che vogliono essere guidati dallo Spirito di luce e dallo Spirito di amore.

Raccogliamoci! Nel cenacolo verrà per noi, verrà particolarmente in questa settimana del nostro congresso Eucaristico. Verrà, perché è lo Spirito Santo che ci deve insegnare chi è Gesù, è lo Spirito Santo che ci deve insegnare come possiamo riprodurre in noi Gesù, è lo Spirito Santo che ci deve insegnare come la nostra comunicazione con l’Eucaristia dev’essere comunicazione profonda di vita, come noi partecipiamo alla Messa, come noi sappiamo fare la Comunione, come noi realizziamo l’adorazione perfetta.

Ecco, venga lo Spirito Santo nella nostra comunità con forza, con gaudio, con pienezza.

CODICE 77ETN01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario, 28/05/1977
OCCASIONE Omelia, Sabato VII settimana Tempo Pasqua, Vigilia Pentecoste, Novena - IX giorno
DESTINATARIO Parrocchia
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Purificazione, umiltà, desiderio, amore
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