29/03/1987 - Omelia IV Domenica Quar

Sant’ Ilario d’Enza, 29/03/1987
Omelia, Domenica «in laetare»; IV Domenica di Quaresima – Anno A

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1 Sam 16, 1. 4. 6-7. 10-13; Ef 5, 8-14; Gv 9, 1-41.

“Andò, si lavò e tornò che ci vedeva”. Abbiamo anche noi la necessità di vederlo, perché è la luce del mondo e chi lo segue “avrà la luce della vita” (Gv 8,12). Abbiamo bisogno però di andare e di lavarci. Pensateci bene: andare è la conversione, lavarsi è incontrarsi con la misericordia e aprire gli occhi è accogliere la luce di Gesù.

Troppe cose ci impediscono questo cammino, troppe cose ci impediscono una lavanda generosa e completa; vogliamo sempre rimanere a metà, abbiamo paura di bruciare i ponti, paura che non ci sia più necessità di ritornare.

Bisogna che, man mano avanza la Quaresima, realizziamo una volontà decisa, una volontà forte, una volontà che riconosca che in Gesù è la luce e quindi che Gesù è la gioia. Abbiamo bisogno di capire dov’è la vera gioia, troppo spesso confondiamo un piacere materiale con la gioia, troppo spesso equivochiamo perché ci sa fatica, perché vogliamo restare così a metà strada. C’è necessità allora, in questa seconda parte della Quaresima, di una purificazione più decisa e più intensa, di un’ illuminazione che arrivi fino nella profondità del cuore. Illuminarci con la Parola di Dio, meditare la Parola di Dio, gustare la Parola di Dio. Abbiamo bisogno di correggere il nostro palato, ci piacciono delle cose che sono schifose, ci piacciono delle cose che sono brutte, che hanno un sapore disgustoso. Abbiamo bisogno di farci un palato e di gustare, secondo la Parola di Dio, ciò che è sublime e grande. Abbiamo bisogno di imporci un’ educazione alla gioia, un’educazione.

Questa domenica che si chiama «in laetare», che si chiama dunque dalla gioia, abbiamo necessità. proprio di porre i termini ben precisi. Abbiamo bisogno di cambiarci, non di cambiare qualche cosa, di cambiarci noi, di trasformarci noi, di deciderci. Ognuno di noi sa la propria situazione, ognuno di noi sa quello che ha promesso e non ha mantenuto, sa quello che ha promesso nella confessione e poi se l’è rimangiato, ognuno di noi sa quelle che sono state le vigliaccherie che ha fatto. Bisogna che cessiamo tutto questo e che andiamo a lavarci.

“Va’ a lavarti”, lo senti? “Va’ a lavarti”; sentilo di nuovo fino in fondo: “Va’ a lavarti”, non ci vedi. La luce di Gesù non ti impressiona: “Va’ a lavarti”. Hai bisogno di buttare via quei peccati, hai bisogno di superare quei difetti, hai bisogno di essere più buono, più conciliante, più deciso: “Vatti a lavare”. Ecco, è la parola che raccogliamo in questa domenica, per avere una gioia veramente piena e magnifica, perché questa domenica lascia intravedere la Pasqua ed è in questa domenica che dobbiamo proprio dare gloria a Dio camminando più decisi, camminando più in fretta, camminando con maggiore disponibilità.

CODICE 87CUQ01343N
LUOGO E DATA Sant’ Ilario d’Enza, 29/03/1987
OCCASIONE Omelia, Domenica «in laetare»; IV Domenica di Quaresima – Anno A
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Convertirsi per vedere la Luce
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