092. Direzione spirituale
Voglio sottolineare il valore della direzione spirituale nel campo della pastorale. Più di «direzione spirituale» amo parlare di «dialogo spirituale».
È servizio alla personalità cristiana. Servizio perché si attui meglio la comunione degli uomini con Dio e con i fratelli. La figura del sacerdote allora è quella del consigliere che sta vicino all’anima e l’aiuta. Ogni vita spirituale costituisce un cammino ordinato progressivo. Non può essere dedotta da considerazioni generali. Il cristiano che si impegna ha la necessità di chi dia una mano. Di chi gli dedichi del tempo, di chi paziente lo ascolti e lo aiuti, di chi gli usi molta carità e comprensione.
I santi sono sicuramente testimoni incontestabili di forte vita spirituale. Non solo ne sono maestri dal punto di vista teorico, dottrinale. Lo sono pure dal punto di vista della pratica, della coerenza. Eppure, non si credevano «autosufficienti». La vita spirituale, il cammino verso la perfezione e la conformazione a Cristo sono una dura salita e i rischi sono tanti. Ecco perché avevano il loro consigliere, un esperto, il direttore spirituale.
Questi, certamente, non si sostituisce allo Spirito che è l’unico Maestro e l’unica guida. Unicamente per Lui avviene la conversione, la purificazione permanente, i progressi spirituali, gli impulsi a fare di più e di meglio, la volontà di seguire Cristo fino in fondo.
Non si sostituisce nemmeno all’anima e alla sua precisa responsabilità. Ciascuno ha una sua propria specifica vocazione da realizzare nel contesto di questo mondo e nell’ambito della comunità ecclesiale. Lo sforzo, l’ascesi, più ancora le scelte sono sempre personali.
È la persona singola che è chiamata anzi sollecitata ad agire con l’impegno della sua volontà, con la luce della sua intelligenza, con la responsabilità della sua libertà. Nell’agire è coinvolta tutta la sua persona, tutto il suo essere cristiano.
Non dobbiamo creare dei perpetui bambini che non sanno prendere le loro posizioni, ma degli adulti che responsabilmente e chiaramente sanno comportarsi da grandi.
Il direttore spirituale ha allora un compito sussidiario di aiuto, di consiglio, di sprone e di conforto. Condivide le gioie e le speranze, capisce le debolezze e lo sostiene nel cammino, lo illumina, dialoga. In due si vede meglio.
È carità allora, è rimanere vicino, è omelia cioè commento alla parola di Dio fatta personalmente. È comunicazione in base alla propria esperienza. Ed è anche arte se così si vuol dire, se il sacerdote deve essere maestro dello Spirito, se deve sapersi sintonizzare con l’anima da lui diretta.
Particolarmente deve vivere lui una vita di profonda comunione con Dio.
Metodo del dialogo. Metodi superati.
Tra direttore e diretto si realizza una proficua e stimolante collaborazione aperta alla comunione e alla solidarietà.
Rispettoso della dignità della persona umana e della sua autonomia, sensibile agli impulsi dello Spirito, il dialogo si rivela come il metodo più efficace per progredire nella vita spirituale.
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