11/03/1984 - Vespro I Domenica Quar

Dice la necessità dello sforzo per ognuno, perché ognuno ha da vincere una corsa – dice l’apostolo – deve raggiungere un premio, perché questo sforzo personale non può essere sostituito in alcuna maniera. C’è una virtù che ognuno deve conquistare, c’è un rinnegamento delle proprie passioni che uno deve attuare; da nessuna cosa può essere sostituito questo sforzo, da nessuna cosa; ce ne dobbiamo persuadere bene. Se il cristiano dev’essere simile a Gesù deve correre, e la sua corsa non è un fatto solitario: è un fatto personale, ma facilitato da essere noi nella Chiesa, da essere noi tutti membra del Corpo Mistico di Gesù. Perché chi è nel Corpo Mistico, chi è nell’assemblea ha l’aiuto che viene da Gesù direttamente, “Io sono la vite e voi siete i tralci” (Gv 15, 5), e ha l’aiuto di tutti gli altri. Questo sempre. Chi è nella Chiesa è sostenuto da tutta la Chiesa, particolarmente è sostenuto quando forma l’assemblea liturgica, quando si trova insieme e vi è una particolare presenza di Gesù, perché Gesù è nell’assemblea liturgica, è capo, è anima, è forza, è colui che dà merito. Come dobbiamo sentire la dignità, la grandezza, l’aiuto che ci proviene dall’essere nella Chiesa e nell’assemblea liturgica! Pregare insieme, perché “insieme” vuol dire pregare con Gesù, pregare con tutti coloro che sono uniti a Gesù. Quanto si ottiene con la preghiera liturgica! Quanto di grazia, quanto di coraggio, quanto di forza! Dobbiamo allora vedere il nostro sforzo, uno sforzo benedetto e aiutato, uno sforzo che non è lasciato solo alle nostre forze: è Gesù stesso, capo nostro, sono gli angeli e i santi uniti a noi che ci sostengono, che ci guidano, che ci indirizzano. Cerchiamo allora di essere fedeli all’assemblea liturgica e mettiamo insieme a tutti davanti al Signore i nostri problemi, perché vengano dalla sua misericordia risolti e venga a noi la certezza di raggiungere il premio.