Il discorso sui martiri è un discorso di gloria.
Il Signore ama tutti, ama anche i peccatori e li cerca, ma di quale immensità di amore pensiamo siano oggetto i martiri, che rifiutano tutto, che offrono la loro vita in testimonianza di amore.
Ecco perché comprendiamo come sia bella e sia grande la riflessione dell’amore dei martiri.
Noi oggi veneriamo due patroni, due che davanti a Dio hanno la cura della nostra diocesi, un giovane e una ragazza: Grisante e Daria. Hanno immolato la loro giovinezza e l’hanno immolata con serenità e con letizia, sapendo che il Signore non viene mai meno e che il premio di questo amore oblato, di questo amore senza nessuna esitazione è un premio di una grandezza unica, di una grandezza inimmaginabile.
“Due passeri non si vendono forse per un soldo?” dice Gesù: se il Signore permette che i suoi martiri siano immolati in mezzo ai tormenti è per un amore più grande, per una gloria più forte di qualsiasi immaginazione, è perché li vuole in testimonianza e li vuole con se’ nella gloria.
“Due passeri non si vendono forse per un soldo?”: due martiri, due martiri che sanno amare la vita, che la sanno apprezzare e la sacrificano.
Oh sì, sappiamo la loro preghiera, una preghiera di benedizione e di lode, una preghiera d’invocazione e di ringraziamento: una preghiera accolta nella sua pienezza.
Anche noi cristiani dobbiamo saper vedere con grande spirito di fede, con intelligenza di fede, la provvidenza che si esplica per noi. Alcuni si scandalizzano quando arrivano le prove per i buoni, quando arrivano le malattie, quando arrivano le disgrazie, quando anche i buoni devono lottare, anche i buoni devono soffrire, quando i buoni non sono compresi, sono calunniati, sono fraintesi e la loro vita sembra un lento martirio: si scandalizzano e non capiscono che è proprio qui dove la provvidenza di Dio ha i suoi fulgori più grandi, è proprio qui dove la provvidenza di Dio si manifesta per arricchire le anime che lo amano.
Tutti noi dobbiamo seguire Gesù, tutti noi per arrivare alla risurrezione dobbiamo passare per la croce e come Gesù ha chiamato la sua morte in croce l’ora sua, l’ora della sua gloria, così è del cristiani che sa offrire, sa offrire con amore, del cristiano che sa sopportare ogni cosa in spirito di offerta e di letizia. Non manca Dio: permettendo il dolore il Signore permette l’occasione meravigliosa di merito e di gloria.
Accettiamo allora di pregare bene. Dico accettiamo perché molte volte la nostra preghiera è un susseguirsi di banalità, perché chiediamo delle cose insulse e delle cose che ci danno forse danno, perché chiediamo delle cose che almeno ci immiseriscono nella vita quotidiana.
Ecco, la nostra preghiera sia essenziale: “Sia fatta la tua volontà”. E poi come i martiri mettiamoci a disposizione di Dio, lasciamo che entri nella nostra vita, lasciamo la nostra vita nelle sue mani perché Lui, l’Artefice meraviglioso, faccia il suo capolavoro.
Lasciamo fare Dio e le prove che ci dà il Signore saranno domani la nostra gloria, saranno domani la fonte della nostra gioia e dell’eternità.
Impariamo, noi che siamo gli eredi dei martiri, ad amare la vita cristiana nella sua austerità e nella sua durezza: amiamola perché è solo così che testimoniamo il vero nostro amore a Dio.
CODICE | 79LQO0133SN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 25/10/1979 – Santi Grisante e Daria |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì XXIX settimana Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Saper offrire le prove |
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