17/04/1983 - Omelia III Domenica Pasqua

Sant’Ilario d’Enza, 17/04/1983
Omelia III Domenica tempo Pasquale Anno C XXV anniversario di una famiglia

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Gv 21, 1-19

Vorrei che ci fermassimo nella nostra riflessione solamente su un punto: il punto della pesca. Avete sentito: “Non presero nulla”. Quella notte era una notte senza frutto. Poi si presenta Gesù nel giorno e, sulla Sua parola, la pesca è oltremodo abbondante. Il significato trascende l’episodio ed è profezia, la profezia che vale per tutti i tempi della Chiesa: inutile il nostro lavoro, inutile la nostra preoccupazione, se manca il Signore. Quando c’è Lui c’è la letizia, c’è la pace, c’è la sicurezza, non manca nulla. Egli aveva preparato il cibo per tutti: non manca nulla.

Il discorso lo portiamo, oggi che preghiamo per le famiglie, lo portiamo sulla santità, il compito, la missione, la responsabilità della famiglia. Certo, lo sappiamo bene come la famiglia è insidiata e rovinata, come la famiglia, invece di divenire il tempio di Dio, è in tanti casi il luogo dove si offende il Signore e si rompono i più grandi valori. Ma non conta nulla gridare polemicamente contro il male. A noi sta un compito grande: rendere sempre più viva la vita delle nostre famiglie, rendere le nostre famiglie delle vere scuole dove s’insegna il timore e l’amore di Dio, dove i figli imparino dai genitori a pregare, imparino a essere onesti, sinceri, aperti. Le nostre famiglie, particolarmente in questo momento, non possono semplicemente accontentarsi di essere sufficienti. C’è di più, tanto di più da fare, tanto di più da impegnarsi! Il Signore ha voluto che la famiglia sorgesse da un Sacramento, ha voluto che nella famiglia, fin dall’inizio, ci fosse la Sua presenza mirabile, la Sua azione. È qui dove dobbiamo insistere: nel ricordare sempre questa presenza, perché è la presenza di Gesù, quella che dice tutto. È nella presenza di Gesù dove bisogna far tutto. Diciamo, in altri termini, che ogni famiglia deve essere nella piena luce della fede, per vedere le cose dal punto di vista di Dio, per vedere le cose non semplicemente nel loro essere e nel loro risultato temporale e umano, ma vedere le cose nella luce di un equilibrio umano - divino, che conduce alla vita eterna.

Ecco perché noi preghiamo, perché tutte le nostre famiglie vivano di fede, gioiscano nella fede, s’impegnino nella fede, perché tutte le nostre famiglie sentano potente e grande la loro vocazione. Sì, che i genitori sentano di rappresentare il Signore, che i figli sentano che nella famiglia anche loro hanno un posto e una responsabilità, che tutti i componenti della famiglia sentano questo progetto di Dio, questo mirabile progetto di Dio che è progetto di bene e di santità. Certo, noi ci vogliamo impegnare a pregare e a suggerire ai nostri fratelli che non contano i successi materiali se sono disgiunti dai successi spirituali, che non conta avere tanti soldi, conta avere tanta onestà, tanta sicurezza nell’aiuto e nella protezione della Provvidenza, che conta guardare in alto.

E mentre ci rallegriamo e ringraziamo Dio, perché oggi una famiglia cristiana compie il cammino di venticinque anni, mentre preghiamo per loro, mentre ci rallegriamo con loro, sentiamo sempre di più quest’insegnamento, certo!, l’insegnamento che solo nel Signore si risolvono i problemi, che solo nel Signore si compie bene la vita. Tutto passa, ma non passa quello che abbiamo fatto per Iddio. Tutto passa, ma resta il bene seminato e fatto, ma resta quella grazia meravigliosa che ci conduce, giorno per giorno, finché il Signore non ci accolga nella sua dimora. Sì, con tanta generosità e con tanta umiltà.

CODICE 83DGO01362M
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 17/04/1983
OCCASIONE Omelia III Domenica tempo Pasquale Anno C XXV anniversario di una famiglia
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Famiglia
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