25/12/1983 - Omelia Natale Mezzanotte e ore 11

Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1983 domenica
Omelie Santo Natale, mezzanotte e ore 11

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AVVISO (della precedente messa IV domenica di Avvento)

Sabato, la grande vigilia di Natale, è un giorno di trepida attesa e di purificazione. Ricordo la confessione, come momento vertice di un cammino di penitenza che abbiamo cercato di fare nell’Avvento. Alle ore 23.30 vi sarà il canto dell’ufficio di lezione e a mezzanotte uscirà la Messa solenne. Il giorno di Natale avrà il solito orario. Solamente, la Messa solenne sarà alle ore undici. Il giorno di Santo Stefano, pur non essendo festa di precetto, avrà ugualmente l’orario festivo.

Is 9, 1-3. 5-6 Sal 95 Tt 2, 11-14 Lc 2, 1-14

OMELIA DI MEZZANOTTE

Il Natale è giorno d'immensa letizia, perché ricorda il giorno più fortunato, più ricco, il giorno della maggiore letizia per l’umanità, perché il Figlio eterno di Dio si è fatto uomo, si è fatto uno degli uomini. Abbiamo visto Dio in un piccolo bambino. Abbiamo visto e gli angeli lo hanno detto. Porta la pace, perché porta la salvezza, porta la pace, perché gli uomini non la sanno costruire. La porta lui e, solo accogliendo lui, ubbidendo a lui, seguendo lui, l’uomo può trovare la vera felicità, quella felicità che non tramonta, perché è la felicità dei secoli. È un piccolo bambino, ma è il Re dei re, è il Signore dei signori. È un piccolo bambino, ma non dimentichiamo: è Dio e a Dio bisogna ubbidire.

Tutta la stoltezza dell’uomo è nella sua autosufficienza, nel credersi capace, lui e le sue strutture, lui e i suoi programmi, di dare al mondo quello che il mondo desidera: un po’ di tranquillità, un amarsi, un volersi bene, un aiutarsi l’uno con l’altro. Lo diceva ieri il Santo Padre: “Tutta la pace nasce se il cuore si rinnova”. Cosa ci insegna il Signore? Ci insegna ad essere veramente rinnovati, rinnovati secondo quello che ci indica lui, secondo quella forza che lui ci elargisce, perché non ci indica solo una meta, lui ci precede, lui ci aiuta, lui è veramente, momento per momento, con noi: l’Emmanuele, Dio con noi. Oh, dobbiamo capirlo bene: tutto sta nella conversione del nostro cuore! Conversione vuol dire abbandonare le istintività egoistiche, abbandonare il nostro orgoglio, abbandonare la nostra avidità, volgerci a Dio con umiltà e a tutti gli uomini come fratelli. Rinnovarci, riconoscendo che da Dio viene ogni bene, che da Dio viene ogni grazia, che senza Dio non si può costruire. Traduciamolo nella nostra vita di ogni giorno! Riaffermiamolo e riaffermiamolo, perché abbiamo bisogno di vincere le nostre ricorrenti tentazioni! Riaffermiamolo, perché non ci lasciamo illudere dalle apparenze e dalle stoltezze degli uomini, che hanno abbandonato Dio e hanno creduto a degli altri idoli e hanno creduto a degli altri miraggi. A Dio! A Dio! Più buoni! Diventiamo più buoni! Ognuno di noi più buono, più generoso, più caritatevole! Diventiamo più buoni! Non lasciamoci soffocare dalle nostre preoccupazioni, dai nostri interessi, dalle nostre passioni! Più buoni! Più buoni! Il Natale ci renda più buoni, più spirituali, più uniti a Dio, più partecipi del sacrificio di Cristo nella Messa, più buoni a tutti i costi! Riformiamo ognuno di noi, per essere così a servizio del Signore, ad aiuto di tutti!

L’augurio che ci facciamo voglia proprio dire questo: voglia dire la nostra preghiera memore e forte per tutti, l’augurio voglia dire che desideriamo ad ogni famiglia, il Signore, il suo timore, il suo amore, perché ogni famiglia deve sentire la grandezza della propria vocazione. L’augurio che così dalla famiglia nasca un nuovo stile e una nuova forza, dalla famiglia nasca la nuova e vera società dei cristiani. Noi auguriamo a tutti Gesù, e lo auguriamo con molta fede e con molta certezza, perché il Signore è con tutti gli uomini di buona volontà.

Is 52, 7-10 Sal 97 Ebr 1, 1-6 Gv 1, 1-18

OMELIA DELLE ORE 11

È una festa di esultanza e soprattutto una festa di fede, perché dobbiamo valutare questo avvenimento alla luce che viene dalla fede: “Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi”(Gv 1, 14). Dio è venuto tra gli uomini, perché gli uomini dovevano imparare a vivere bene, a vivere col grande dono che egli avrebbe fatto a tutti gli uomini di buona volontà: di diventare figli di Dio. Ogni uomo deve vivere come figlio di Dio. Sentite? Sentite le parole alle quali siamo abituati… bisogna sentirle in profondità: ognuno di noi deve vivere come figlio di Dio! L’uomo in preda agli istinti, è solo un animale. L’uomo che si lascia guidare dalla ragione, è un uomo onesto e lineare.

Il cristiano deve lasciarsi guidare dalla sua ragione illuminata dalla fede. Vivere di fede vuol dire valutare le cose come le valuta Dio, vuol dire preferire le cose che ci indica Dio, vuol dire realizzare quei valori che Dio ci ha indicato. Ognuno di noi, insomma, deve realizzare in pienezza la sua fede; deve diventare una fede grande, deve diventare una fede solida, deve diventare una fede che trasforma tutta la vita. La fede non è un fiore da mettersi all’occhiello, la fede è una forza che trasforma tutto, che dà senso a tutto, perché l’uomo, ogni uomo deve migliorare il suo cuore, deve migliorare la sua vita, deve restare così come Dio lo ha voluto. Ogni uomo deve diventare più buono, ogni uomo deve diventare più forte, ogni uomo deve vincere il suo egoismo, ogni uomo deve, con perseveranza, migliorare la propria relazione con gli altri, deve essere un vero seguace, discepolo di Gesù Cristo. Ogni cristiano è chiamato a tradurre Gesù Cristo, a tradurlo nel suo pensiero, nelle sue parole, nella sua condotta. Sì, il proposito di Natale, deve essere proprio questo: tu, tu, proprio tu, devi continuare Gesù Cristo, devi essere un po’ simile a Gesù Cristo. Non aspettare solo che gli altri migliorino, migliora te stesso, diventa più generoso, più buono, metti al centro della tua giornata la preghiera, perché la preghiera è comunicazione con Dio. Metti la tua serenità e questa serenità che è equilibrio, che è dominio di sé, portala nella tua famiglia, portala con quelli che lavorano con te, con quelli che con te condividono tante ore di relazione! Sii così generoso, sii così forte! Ecco l’augurio che dalla liturgia parte a tutti: diventare migliori, perché Cristo ce lo indica, perché Cristo ce ne dà la possibilità, perché solo così si può migliorare il mondo, solo così viene la pace vera, la pace grande che auspichiamo, che vogliamo noi stessi costruire, una pace di amore, una pace di dono, una vittoria sul proprio egoismo, un dono a Dio e un dono agli altri.

CODICE 83NQO01320N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 25/12/1983 domenica
OCCASIONE Omelie Santo Natale, mezzanotte e ore 11
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Natale
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